ANKARA E MOSCA SI ACCORDANO SULLA TESTA DEI CURDI?
(Gianni Sartori)
Talvolta parlando della difficile situazione dei Curdi in Rojava si evoca il classico “vaso di coccio” sbattuto tra quelli di ferro (tra Usa e Russia, tra Ankara e Damasco…) e destinato quindi a frantumarsi.
Dimenticando che se c’è qualche speranza per l’intera area di fuoriuscire (oltre che dai conflitti settari, dall’autoritarismo patriarcale, dagli integralismi etc…) dallo stretto controllo esercitato sia dalla potenze regionali che da quelle planetarie, è solo quella del progetto curdo di Confederalismo democratico.
Altro, almeno per ora, non si intravede sul fosco orizzonte.In compenso stiamo probabilmente per assistere all’ennesimo voltafaccia (parlare di “tradimento” sarebbe forse eccessivo; in fondo Putin non ha mai garantito nulla o quasi ai curdi…) da parte di Mosca.
Sarebbero già in corso le trattative, da... (Continues)
CURDI SOTTO IL TALLONE DI FERRO DI ANKARA ANCHE NEL NORD DELLA SIRIA
Gianni Sartori
Dal Rojava, anche nel giorno di Natale, giungono altre brutte notizie. Se ormai è ordinaria amministrazione sentire degli attacchi ai civili con i droni (l’ultimo, quello del 25 dicembre, ha causato due morti e sette feriti, di cui un paio in gravi condizioni), suscita raccapriccio la notizia del ritrovamento del cadavere di una curda bruciata viva, Zeinab Abdo. Anche perché questa morte brutale è giunta dopo una serie infinita di tribolazioni subite dalla donna sessantenne.
Da mesi viveva in una casa diroccata nei pressi del villaggio di Rota (distretto di Mabata) dopo che le milizie filoturche avevano confiscato la sua casa arrestando praticamente tutti i membri della famiglia (il marito, i figli, le nuore…). Una delle due nuore - Zelikhe Walid Omar - era stata rimessa in libertà nell’agosto 2021 (dopo... (Continues)
MENTRE PROCEDE L'ATTACCO TURCO SU LARGA SCALA, LA RESISTENZA CURDA SI ORGANIZZA CONTRO LA BARBARIE JIHADISTA
GIANNI SARTORI
Per ora l'ultima notizia (tarda serata del 2 dicembre) è quella di una famiglia curda in fuga da Afrin contro cui i mercenari filo-turco hanno aperto il fuoco. Uccidendo due membri (Jamal marsal e il figlio Hassan di 24 anni) e ferendone gravemente altri due (la madre e un'altra donna che viaggiava con loro). L'attacco è avvenuto presso il rondò di “Al-Shihan” di Aleppo.
A questo punto, possiamo dire “ordinaria amministrazione”.
Del resto i metodi utilizzati dall'alleanza jihadista denominata Esercito Nazionale Siriano (SNA) all'assalto della regione del nord-est della Siria sono stati quelli prevedibili.
Di fatto gli abitanti dei quartieri curdi di Aleppo (in particolare Sheikh Maksud e Ashrafia) sono diventati ostaggi da deportare in territorio turco. Anche se... (Continues)
L'ONU DENUNCIA IL MASSACRO DELLA POPOLAZIONE ALAWITA
Gianni Sartori
Dato che evidentemente "grande è la confusione sotto il cielo", nei giorni immediatamente successivi al recente massacro di civili alawiti operato in Siria da bande jihadiste filogovernative, qualcuno (in polemica con le proteste anti-israeliane per le stragi genocide operate a Gaza da Tsvá haHaganá leYisraél ) aveva così commentato le immagini delle vittime alawite (civili, famiglie intere): “Il tutto senza reazioni furenti da parte dell’ONU o manifestazioni di protesta nelle nostre piazze contro il genocidio”.E invece l'ONU ora sappiamo che stava già raccogliendo prove e testimonianze. L'Alto Commissariato dell'ONU ai diritti umani (HCDH) ha infatti denunciato che “intere famiglie sono state assassinate nella zona costiera siriana nel corso di una operazione di pulizia etnica contro la popolazione alawita e le altre minoranze... (Continues)
SIRIA DEL NORD-EST: PARE PROPRIO CHE LA TURCHIA INTENDA RESTARCI A LUNGO
Gianni Sartori
Stando a quanto si sa, finora le forze turche acquartierate nel nord-est della Siria per lo più eviterebbero di ostentare bandiere, insegne o altri simboli turchi. Mantenendo per così dire un “profilo basso”.
Tuttavia, non sembranoinvece voler rinunciare a bombardare obiettivi d’ogni genere, spesso civili. Nonostante da più parti si stia operando per un “cessate-il-fuoco” stabile.
Ma soprattutto - denunciano le FDS - starebbero lavorando alacremente per rafforzare l’occupazione, espandendo le basi militari già presenti e costruendone di nuove.
Approfittando della debolezza (o della complicità ?) del nuovo regime insediatosi a Damasco. Lavorando di nascosto soprattutto nelle ore notturne (così come per i trasferimenti di truppe) e puntando in particolare sulle zone a sud e a est di Manbij e sui dintorni... (Continues)
Alexandre Marius Jacob (1879-1954), was a French anarchist illegalist. A clever burglar equipped with a sharp sense of humour, capable of great generosity towards his victims, he became one of the models for Maurice Leblanc’s character Arsene Lupin.
In 1900 he organized a band of men, calling them “Le travailleur de la nuit” (“The workers of the night”). The principles were simple: one does not kill, except to protect his life and his freedom from the police; one steals only from those considered to be social parasites like bosses, judges, soldiers, and the clergy, but never from the professions considered useful like architects, doctors and artists. Finally, a percentage of the stolen money was to be invested into the anarchist cause and to finance the workers circles, the unemployed and the marginalized. Between 1900 and 1903 The workers of the night made over 150 burglaries... (Continues)
Dritto avanti tutta che indietro non si torna (Continues)
Resilience