Originale | Traduzione italiana di Riccardo Venturi
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TIMIŞOARA | TIMIŞOARA |
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La 16 decembrie, după calendare, | Il 16 dicembre, secondo i calendari, |
Era preziua sfinţilor strămoşi, | Era la vigilia dei Santi Progenitori 1 |
Care strigau din neuitare, | Che gridavano, dall'eterno ricordo, 2 |
Să nu lăsăm urmaşilor povara | Che non lasciassimo ai discendenti il peso |
Să vadă, s-audă şi să tacă. | Di vedere, di sentire e di tacere. |
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La 17 decembrie, duminica mare, | Il 17 dicembre, gran domenica, |
Cu ce durere ne-învăţam să fim, | Con che dolore imparavamo a essere, |
Să fim şi toţi, şi fiecare, | A essere sia tutti, sia ciascuno, |
Să dăruim copiiilor | A donare ai nostri figli |
Speranţa, vorbirea, privirea şi lumina! | La speranza, la parola, lo sguardo e la luce! |
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Timişoara, Timişoara, Timişoara... | Timişoara, Timişoara, Timişoara... 3 |
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La Timişoara au coborît în stradă | A Timişoara sono scese in strada |
Frica, deznădejdea şi speranţa, | La paura, la disperazione e la speranza, |
Speranţa cea din urmă-libertatea. | L'ultima speranza: la libertà. |
Noi nu plecăm! | Non non scappiamo! |
Noi vrem sa fim! | Vogliamo essere! |
Nu suntem laşi, nu suntem hoţi- | Non siamo vili, non siamo ladri, |
Chiar dacă ne-împuşcaţi pe toţi. | Anche se ci fucilate tutti. |
Noi nu plecăm! | Noi non scappiamo! 4 |
Noi nu murim! | Noi non moriamo! |
Noi nu plecăm! | Noi non scappiamo! |
Noi nu murim! | Noi non moriamo! |
Noi nu plecăm! | Noi non scappiamo! |
Noi nu murim! | Noi non moriamo! |
Timişoara, Timişoara, Timişoara... | Timişoara, Timişoara, Timişoara... |
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[1] Per la chiesa Ortodossa autocefala rumena, il 17 dicembre (vale a dire la domenica precedente il Natale, che si festeggia come quello cattolico il 25 dicembre) è la Duminica Sfinților Strămoși, vale a dire la „Domenica dei Santi Progenitori”. I „Santi Progenitori” sono tutti coloro che hanno preceduto la nascita terrena di Gesù, da Adamo fino al „padre putativo” San Giuseppe.
[2] Così ho tradotto din neuitare. Mediante il prefisso ne- si formano liberamente, in rumeno, dei contrari; quindi, poiché uitare (infinito „lungo” del verbo a uita „dimenticare, scordare” (lat. *oblitare) significa „oblio, dimenticanza”, il contrario neuitare significa „assenza di oblio”, „ricordo” (eterno). Neuitat significa „indimenticabile”.
[3] Sarà bene non scordarsi, in questo profluvio di rumena ortodossia, che la rivoluzione ebbe origine in una città di lingua ungherese e a causa di un pastore protestante (calvinista) ungherese anch'egli. „Timişoara” è la resa rumena del vero nome della città, Temesvár; da dire che, in rumeno, lo stesso nome generico per „città”, oraş, deriva dall'ungherese város. Il termine di origine latina, cetate, significa piuttosto „città fortificata, cittadella”. Il pastore protestante si chiama László Tőkés (nato a Cluj-Napoca il 1° aprile 1952), ed è per le proteste in seguito al suo trasferimento forzato che scoppiarono i disordini che, in seguito, portarono alla rivolta di Temesvár e alla rivoluzione in Romania. Il nome Temesvár significa „città del [fiume] Temes” (in rumeno Timiş).
[4] Il verbo a pleca significa, alla lettera, „partire, andare via”; curioso che il latino *plecare (volgare per plicare „piegare, deviare”) abbia dato, ai due lati del dominio romanzo, significati opposti: in rumeno „partire, andarsene”, e in Iberia „arrivare” (spagnolo llegar, portoghese chegar). Nella canzone, quindi, si direbbe „noi non ce ne andiamo via”; ma ho messo „non scappiamo”, ci sta meglio a mio parere.