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Gli zingari

Enzo Jannacci
Lingua: Italiano


Enzo Jannacci

Lista delle versioni e commenti


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Testo e musica di Enzo Jannacci
ripreso da questa pagina

illterzino




Tra breve, il 27 gennaio, sarà la Giornata della memoria. Vorremmo, con questa canzone di Enzo Jannacci, fare presente che nei lager nazisti non ci morirono "soltanto" sei milioni di ebrei. Anche circa un milione di zingari vi trovarono la morte come "popolo inferiore", come "Untermenschen", in quello che viene detto l' "olocausto gitano" o Porrajmos (una parola in lingua romanes che significa, alla lettera, "l'essere divorati").

Gli zingari. Per loro nessuno Yad Vashem. Nessun film di grandi registi che ricordi il Porrajmos. Niente di niente. Sono rimasti, e rimarranno, l'oggetto del più diffuso razzismo spicciolo, quel razzismetto di tutti i giorni che si sente dal pizzicagnolo, dalla parrucchiera, sugli autobus, dovunque. Il razzismuccio delle "fiaccolate contro i campi nomadi", il vomitevole razzismolino della "brava gente" (come quella di Opera, ed è storia recentissima). Perché "rubano". Perché sono "brutti e sporchi". Perché non si omologano. Quando, in rari casi, accade che si omologhino, che si costruiscano case, scuole e una società, ci pensa una bella guerra altrui a distruggere tutto, come è accaduto in Kosovo (si veda Rom Tiriac Rom (Tor de' Cenci)).

E si sentono distinti signori, massaie, ragazzette ammaliate dal "Grande Fratello", persino a volte bambini delle elementari o delle medie, pronunciare propositi di fuoco contro gli zingari. Ma quale "memoria", signore e signori, ma quale "olocausto". Sarebbe meglio che pensaste all'olocausto della vostra coscienza, perita nelle camere a gas dei quizzini televisivi e delle partite di calcio. Perita nelle elisedirivombrosa e nei tiggiqquattri.

E se davvero vi sta tanto a cuore "chi ruba", fate le fiaccolate contro le banche. [RV]


porr
Parlato:

Fu quando gli zingari arrivarono al mare che la gente li vide, che la gente li vide come si presentano loro, loro, loro gli zingari, come un gruppo cencioso, così disuguale e negli occhi, negli occhi impossibile, impossibile poterli guardare.

E allora gli zingari guardarono il mare
e restettero muti perché subito intesero
che lì non c'era niente, niente da dover capire,
niente da stare a parlare, niente da stare a parlare
c'era solo da stare, fermarsi e ascoltare.

Parlato:

Sì perché il vecchio, proprio lui, il mare, parlò a quella gente ridotta, sfinita, parlò ma non disse di stragi, di morti, di incendi, di guerra, d'amore, di bene e di male, non disse lui li ringraziò solo tutti di quel loro muto guardare.

E allora lui il vecchio, sì proprio lui, il mare
parlò a quella gente bizzarra, svilita
e diede al suo corpo un colore anormale
di un rosso tremendo,
qualcuno a star male, qualcuno a star male

Parlato:

Questo fu quando gli zingari arrivarono al mare.

inviata da Riccardo Venturi - 25/1/2007 - 12:19



Lingua: Inglese

English version by Riccardo Venturi, May 28, 2008
THE GYPSIES

Recited:

It was when the Gypsies came to the sea that the people saw them as they show themselves, as they look, them, them, the Gypsies, as a ragged group, so unusual and impossible, impossible to be looked in the eyes, in the eyes.

And, then, the Gypsies looked at the sea
and said no words for they understood at once
that there was nothing, there, to be understood,
nothing to talk about, nothing to talk about,
one had only to stop, stay and listen, there.

Recited:

Yes, because the old one, just him, the sea, talked to that distressed, tired people; but he didn't talk about massacres, victims, fire, war, love, good and evil, he didn't talk about anything but only thanked them all for their speechless looks.

And then the old one, just him, yes, the sea
talked to those strange, humiliated people
and gave his body an unusual color,
awfully red,
someone did feel bad, someone did feel bad

Recited:

This happened when the Gypsies came to the sea.

28/5/2008 - 02:59


Il brano "Gli zingari" (contenuto nel LP "La mia gente" pubblicato dalla ARC, sussidiaria della RCA, nel 1970) è disponibile su supporto CD all'interno della doppia compilation intitolata "Enzo Jannacci - I grandi successi originali", pubblicata nel 2001 dalla allora BMG Ricordi nella sua collana "Flashback".

Alberta Beccaro - 7/1/2008 - 21:29


La stessa versione (stranamente in originale, non già riarrangiata e ricantata come la quasi totalità degli altri brani ivi contenuti) è ora reperibile su CD anche nel doppio album antologico "The Best" (Ala Bianca, 2006):

Link Pagina

Alberta Beccaro - 7/1/2008 - 23:08


Ricordo che una versione (credo la prima) degli zingari di Jannacci dicesse "niente da poter rubare"... ricordo bene?

Bonsetti - 9/3/2012 - 10:30


E' così poetico da strappare il cuore!

fulvia03@.it - 6/6/2018 - 17:56




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