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Banks of the Nile

anonimo
Lingua: Inglese


Lista delle versioni e commenti



[Traditional, 19th Century]
[Tradizionale, XIX secolo]
Incisioni/Recordings:
a) Fotheringay, with/con Sandy Denny, 1970
b) Sidney Richards, "A Soldier's Life For Me" (Folksongs of Britain, vol. 8)
Ewan McColl, DT #442
c) Heather Wood

12 agosto 1882: le truppe britanniche sbarcano a Alessandria per l'invasione coloniale dell'Egitto.
12 agosto 1882: le truppe britanniche sbarcano a Alessandria per l'invasione coloniale dell'Egitto.


Una canzone nata per una guerra relativamente recente, ma che riprende un tema antichissimo nelle canzoni popolari britanniche e di ogni paese: la ragazza che, per seguire il suo innamorato che va alla guerra, si traveste da uomo e si arruola anch'essa come soldato. Un ballad commonplace che si ritrova in decine di ballate e folksongs.

La guerra in questione è la spedizione colonialista britannica del 1882, che portò alla conquista dell'Egitto e al "protettorato" (una forma, se si vuole, ancora più ipocrita e subdola di colonialismo). Che cosa venisse detto ai soldati, lo si vede anche dai testi di questa ballata (versione B): venivano mandati a combattere e morire "contro i negri e i pagani" (blacks and heathens). Ma in tutte le versioni si hanno anche versi inequivocabili contro la guerra.

Soldati britannici alle Piramidi.
Soldati britannici alle Piramidi.


Da notare che alla spedizione colonialista britannica partecipò, come ufficiale di comando, anche il famoso Robert Baden-Powell, che sarebbe poi divenuto generale e fondatore dei "Boy Scouts".

Come per ogni canzone popolare, se ne hanno diverse versioni; qui ne presentiamo due, che poi sono quelle generalmente incise. Spiace di non aver potuto reperire quella di June Tabor, sia per la voce splendida dell'interprete, sia per la particolare esecuzione con il banjo a sei corde. (A tale riguardo si veda qui, qui, qui e qui: June Tabor non ha mai inciso questa canzone) [RV]
Oh hark! the drums do beat, my love, no longer can we stay.
The bugle-horns are sounding clear, and we must march away.
We're ordered down to Portsmouth, and it's many is the weary mile.
To join the British Army on the banks of the Nile.

Oh Willie, dearest Willie, don't leave me here to mourn,
Don't make me curse and rue the day that ever I was born.
For the parting of our love would be like parting with my life.
So stay at home, my dearest love, and I will be your wife.

Oh my Nancy, dearest Nancy, sure that will never do.
The government has ordered, and we are bound to go.
The government has ordered, and the Queen she gives command.
And I am bound on oath, my love, to serve in a foreign land.

Oh, but I'll cut off my yellow hair, and I'll go along with you.
I'll dress myself in uniform, and I'll see Egypt too.
I'll march beneath your banner while fortune it do smile,
And we'll comfort one another on the banks of the Nile.

But your waist it is too slender, and your fingers they are too small.
In the sultry suns of Egypt your rosy cheeks would spoil.
Where the cannons they do rattle, when the bullets they do fly,
And the silver trumpets sound so loud to hide the dismal cries.

Oh, cursed be those cruel wars, that ever they began,
For they have robbed our country of manys the handsome men.
They've robbed us of our sweethearts while their bodies they feed the lions,
On the dry and sandy deserts which are the banks of the Nile.

inviata da Alessandro - 19/9/2009 - 22:16




Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi (Versione A)
23 settembre 2009
LE RIVE DEL NILO

Ascolta! Rullano i tamburi, amore mio, restare non possiam più.
Le trombe squillan chiare e dobbiamo partire in marcia.
Comandati siamo a Portsmouth, tante miglia faticose
Per raggiunger l'Armata Britannica sulle rive del Nilo.

Oh, Willie, amore mio, non lasciarmi qui a pianger triste,
Non farmi maledire e pentirmi del giorno in cui son nata,
Ché separarmi dal mio amore sarebbe come separarmi dalla vita,
Quindi stattene a casa, amore mio, è io sarò tua moglie.

Oh, mia Nancy, amata Nancy, non potrei mai fare questo,
Ché il governo me l'ha ordinato e dobbiamo partire via.
Il governo me l'ha ordinato, e la Regina ha dato il comando:
E io son sotto giuramento, amore mio, per servire in terra straniera.

E allora mi taglierò i capelli biondi e verrò via con te,
Mi metterò un'uniforme e anch'io vedrò l'Egitto.
Marcerò sotto la tua bandiera e la fortuna ci arriderà,
E ci conforteremo l'un l'altro sulle rive del Nilo.

Però hai i fianchi troppo snelli, e le dita troppo piccole,
Sotto il sole atroce d'Egitto le tue guance rosee si guasterebbero
Là dove rombano i cannoni, quando volano le pallottole,
E risuonan forte le trombe argentine per celare le grida di disperazione.

Maledette siano queste crudeli guerre e quando son cominciate
Ché hanno privato il nostro paese di così tanti bei ragazzi.
Ci hanno rubato i nostri innamorati, e dei loro corpi si nutrono i leoni
Negli aridi deserti di sabbia sulle rive del Nilo.

23/9/2009 - 18:38




Lingua: Inglese

La versione B incisa da Sidney Richards e Ewan McColl.

banknile
BANKS OF THE NILE

Farewell, my dearest Nancy, farewell I must away.
I hear the drums a-beating and no longer I can stay.
For we're ordered out of Portsmouth Town and for many a long mile
For to fight the blacks and heathens on the banks of the Nile.

Oh, I'll cut off my curly locks and along with you I'll go
I'll dress meself in velveteen and go and see Egypt, too.
I'll fight and bear thy banners well, kind fortune upon thee smile.
And we'll comfort one another on the banks of the Nile.

Oh, your waist it is too slender, love, and your waist it is too small.
I'm afraid that you won't answer me, if I should on you call
Your delicate constitution will not stand the unwholesome soil.
Nor the dark, nor the sandy climate on the banks of the Nile.

O Willie, dearest William, don't leave me here to mourn,
You'll make me curse and rue the day for whenever I'd been born.
For the parting of my own true love and the parting of me life-
Now stay at home, dear William, and I will be thy wife.

O now the war is over and back I'll then return
Until my wife and family I've left behind to mourn.
We'll call them in around, my boys, and there's no end of toil.
And no more we'll go a'roving on the banks of the Nile.

Other verses:

My curse upon the war and the hour that it began
For it has robbed our counterie of many a gallant man
It took from us our old sweethearts, protectors of our soil
And their blood does steep the grass that's deep on the banks of the Nile

Let a hundred days be darkened and let maidens give a sigh
It would melt the very elements to hear the wounded cry
Let a hundred days be brightened and let the maidens give a smile
But remember Abercrombie on the banks of the Nile

inviata da Riccardo Venturi - 23/9/2009 - 18:07




Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi (versione B)
23 settembre 2009
LE RIVE DEL NILO

Addio, mio amata Nancy, addio, devo partire.
Sento già rullare i tamburi e non posso stare più,
Ci hanno comandato a Portsmouth ed è un lungo cammino,
A combattere i negri e i pagani sulle rive del Nilo.

Oh, mi taglierò i capelli ricci e verrò via con te,
Mi vestirò di velluto e verrò anch'io a veder l'Egitto.
Combatterò e ti farò da brava portabandiera, e che la fortuna ti arrida,
E ci conforteremo l'un l'altro sulle rive del Nilo.

Però hai i fianchi troppo snelli, amore, e la vita troppo sottile,
Temo che non mi risponderesti se io dovessi chiamarti.
La tua costituzione delicata non sopporterebbe quel terreno malsano
E né il buio, né il clima desertico delle rive del Nilo.

Oh Willie, amore mio, non lasciarmi qui a piangere triste,
Mi faresti maledire e pentirmi del giorno in cui son nata.
Ché separarmi dal mio amore sarebbe come separarmi dalla vita,
Quindi stattene a casa, William, amore, e io sarò tua moglie.

Ma ora la guerra è finita e tornerò presto a casa,
Da mia moglie e dalla mia famiglia che ho lasciato a disperarsi.
Li chiameremo tutti qua, ragazzi, e la pena non avrà mai fine,
E non ce ne andremo mai più a vagare per le rive del Nilo.

Strofe supplementari:

Maledico la guerra e l'ora in cui è cominciata,
Ché ha privato il nostro paese di tanti ragazzi valorosi.
Ci ha rubato i nostri innamorati, protettori della nostra terra,
E il loro sangue innaffia l'erba alta sulle rive del Nilo.

Cento giorni si faccian scuri, e sospirin le ragazze,
Fonderebbe gli elementi sentire i feriti che urlano.
Cento giorni si faccian chiari, e sorridan le ragazze:
Ma ricordate Abercrombie sulle rive del Nilo.

23/9/2009 - 18:53


Per Alessandro il Gutnico, Ballad-Hunter

Carissimo Alessandro, vedo con sommo piacere che ti sei dato alla balladry britannica, una cosa in cui -un tempo- ero riconosciuto come suprema autorità fino addirittura a Settignano, Rifredi e Peretola. Con Banks of the Nile sei andato a pescare una canzoncina che conoscevo a memoria (la versione B), e quindi rifare ammodino questa pagina era giocoforza. Mi viene quasi la voglia di farmi riprendere mentre la canto "a cappella" e metterla sul Tubo, anche perché è da mezz'ora che me la sto cantando da solo nel rifare questa pagina...

Ora però ti chiedo un favore, in quanto novello e infallibile ballad-hunter.

Nello stesso album di June Tabor sul quale cantava "Banks of the Nile" col banjo a sei corde (si veda qui, qui, qui e qui), c'era un'altra antica folksong sullo stesso tema (la ragazza che si fa soldato per seguir l'innamorato alla guerra), risalente però alla stessa "Peninsular War" di "Jamie Foyers". La ballata si chiama Lisbon. Purtroppo gli anni avanzano e non ho più la memoria di una volta: la sapevo tutta, ma ora me la ricordo solo a frammenti. Una strofa fa così, ed è, ohimé, l'unica che si trova in rete:

Twas in one summer season, the twentieth of May,
We hoisted our English colors and we did make for sea.
The sun did shine most glorious. To Lisbon we were bound.
The hills and dales were covered with pretty maids all round.


Ti aggiungo che anche qui i protagonisti si chiamano "Willie" e "Nancy" (tipici "nomi da ballata", fin dal medioevo). Se da qualche parte (eMule?) la scovi, trascrivo il testo e, giuro, la canto di persona su YouTube (anche perché la stessa Tabor la canta a cappella).

Dunque, come si dice in ingrese a San Quirico d'Orcia, "give yourself to do for the misery!" (Datti da fà, per la miseria!)

Grazie in gutnico (Tack så mycket)

Riccardo Venturi - 23/9/2009 - 19:04


Sarebbe questa?
June Tabor - Lisbon
Dammi conferma e faccio qualche altra ricerca per scovare l'album o l'mp3...
Mi permetto di estendere l'invito alla caccia a Giorgio.
(Alessandro)

La caccia a Giorgio? E che ti ha fatto di male, povero?... ;-))))
kd

23/9/2009 - 20:47


Ehi, forse ho trovato il testo (with tune)...
Su Digital Tradition, che credo sia una sorta di mirror di Mudcat...
E' quello che cercavi?

Alessandro - 23/9/2009 - 21:01


Trovato l'album "Ashes and Diamonds" (1977) su RapidShit (bleah!)
Mi pare che si scarichi ma con Fastweb è di una lentezza allucinante... Ci provate voialtri?
(Alessandro Il Gutnico)

L'ho scaricato ma mi chiede una password (??) e quindi non riesco ad estrarre niente... idee?...
kd

23/9/2009 - 21:36


La pw la trovi sulla pagina, in basso. Comunque è: folkyourself.blogspot.com
Ciao!
(Alessandro)

Ancora non ho capito dov'era la password :-) comunque funziona e quindi sono riuscita ad estrarre l'mp3.
Merci! :-)
kd

23/9/2009 - 22:51


A questo punto sono ufficialmente esterrefatto e mi dichiaro ammirato. Ho passato, prima, qualche minuto ad ascoltare e cantare "Lisbon", che non sentivo da oltre vent'anni (il bello è che, ovviamente, riascoltandola mi è tornata tutta a memoria). A questo punto si impone una paginetta come si deve. Grazie veramente di cuore!

P.S. "Lisbon" fu uno dei miei primi esercizi di traduzione libera in svedese ai tempi del corso universitario; la lettrice, Berit Andersson, ci aveva dato da tradurre "una canzone" e io scelsi quella. Tanto per dire. Ritrovassi i miei vecchi quaderni...

Riccardo Venturi - 24/9/2009 - 00:12


Ore 0.50, domani compio 46 anni e non mi riesce staccarmi da "Lisbon" e dalla voce di June Tabor.

Riccardo Venturi - 24/9/2009 - 00:53


Buon compleanno RicK!!!

Marcia - 24/9/2009 - 01:10


Grazie Marcia carissima!!!!! Un abbraccio forte!!!

Riccardo Venturi - 24/9/2009 - 02:00


buonasera ho visto sopra :

Nello stesso album di June Tabor sul quale cantava "Banks of the Nile" col banjo a sei corde...

potreste dirmi il titolo dell'album, perche' non riesco a trovarlo.

p.s. su "Ashes and Diamonds" mi sembra che non ci sia

grazie gianfranco

15/3/2016 - 18:58


Ciao Gianfranco, domani vedo di approfondire ma lì per lì mi sembra di poter dire che Riccardo all'epoca (era il 2009) abbia potuto confondere Sandy Denny con June Tabor... Ad un primo controllo infatti non mi pare che la seconda abbia mai inciso "Banks of the Nile"...
Comunque saprò dirti meglio...
Saluti

B.B. - 16/3/2016 - 00:02


Nell'elenco - che credo abbastanza esaustivo - delle canzoni interpretate da June Tabor presente su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music non si trova "Banks of the Nile"...

Quindi l'interprete femminile a suo tempo ascoltata da Riccardo può essere Sandy Denny all'epoca dei Fotheringay, oppure Heather Wood dei The Young Tradition. Peraltro, nel disco "Galleries" del 1968 in cui il gruppo di Bellamy interpretò "Banks of the Nile" c'era la stessa Sandy Denny al pianoforte...

Saluti

B.B. - 16/3/2016 - 09:47


Assolutamente confermo. Ho fatto delle ricerche pure io; è stato un mio clamoroso abbaglio e, devo dirlo, risale a ben prima del 2009.

Tutto deve essere nato quando ho ascoltato la prima volta questa canzone in questa interpretazione: sarà stato addirittura verso il 1990 (forse addirittura prima, perché l'amico con cui condividevo queste cose, Guido Tamburini, lo conoscevo ben da prima del '90) in una cassetta "piratata" alla bell'e meglio. La cassetta era piena di canzoni effettivamente cantate da June Tabor, quindi automaticamente ho pensato fosse lei che cantasse anche "Banks of the Nile". Erano invece Sandy Denny o Heather Wood. Forse, a mia discolpa sta un po' che perlomeno in quella canzone la voce pare abbastanza simile a quella di June, oppure semplicemente la avevo percepita così.

Fatto sta che non è certo dal 2009 che ero convinto si trattasse di June Tabor: la cosa risale a perlomeno vent'anni prima. Nel 2009 è solo "trasmigrata" in questo sito.

Purtroppo è uno di quei tipici casi "decennali" che risalgono a tempi in cui, specie per un certo tipo di musica, ci si doveva arrangiare con registrazioni che definire di fortuna è poco. Arrivavano cassette sgangherate da amici (e amici degli amici), a volte nemmeno c'erano i titoli delle canzoni scritti a matita, e per i testi era necessario basarsi sull'ascolto e basta (cosa non sempre facile, specie per le canzoni in inglese). Adesso, mi sa, è difficile rendersene conto: con due click e Google si trova tutto in tre secondi. Allora era grassa avere un mangianastri, poi ci si metteva lì a cercare di capire infilando un foglio nella Olivetti Lettera 32, o scrivendo a mano. A volte ho la sensazione che la mia adolescenza e prima gioventù siano state nella preistoria.

Beh, ad ogni modo, come si suole dire...meglio tardi che mai! Ringrazio anzi chi, dopo perlomeno 25 anni, mi ha fatto capire che "Banks of the Nile" la cantavano Sandy Denny o Heather Wood. Sinceramente, fino a ieri ero convinto si trattasse di June Tabor. Forse avrei potuto controllare prima, questo sì. Il bello è che a suo tempo era stato messo qua anche il video dei Fotheringay e Sandy Denny...boh, che dire, devo davvero avere avuto venticinque anni di buio, "Darkness of the Nile".... !

Naturalmente adesso cerco di modificare un po' la pagina. Saluti e grazie a Gianfranco e a Bernart Bartleby che mi hanno evitato di perseguire in questa mia inesattezza. Conoscendo (specie Bernart) quanto io sia usualmente attento e "pignuolo", mi fa piacere non continuare ad affermare una cosa non esatta per una canzone che, ripeto, conosco da tempi lontani. Saluti cari a tutti!

Riccardo Venturi - 16/3/2016 - 11:14


P.S.. Nella pagina ho effettuato la necessaria correzione con la tecnica della "riga di cancellazione" ("strike"), in modo anche un po' da...preservare il mio annosissimo abbaglio a futura memoria. Anzi, a proposito di quanto avevo detto anche qui, evidentemente "Banks of the Nile" si doveva trovare nella stessa cassetta piratata dove c'era Lisbon (quella sì eseguita da June Tabor); insomma, quella cassetta doveva essere una specie di "zuppa". La cassetta, a dire il vero, la ho ancora; ma è defunta da non so quanto. Ho un cimitero di vecchie stereocassette da fare invidia al Père-Lachaise...

Riccardo Venturi - 16/3/2016 - 11:42


grazie "ragazzi" dell'interssamento

a proposito di :

"Ho un cimitero di vecchie stereocassette da fare invidia al Père-Lachaise..."

alcuni mesi fa ho passato qualche settimana a digitalizzare tutte quelle che avevo in casa, e non erano pochissime. La parte piu' difficile e' stata quella di ricordarsi di andare a salvare il file ogni 45-60 minuti. Coi mezzi di adesso e' stato uno scherzo. Invece (circa) 20 anni fa, coi dischi, ci avevo messo un po' piu' di tempo (quasi due anni...)

adesso pero' avrei un'altra domanda - avevo letto/ascoltato qualcuno che riportava la seguente affermazione:
noi dei fairport convention (e affini) non facciamo uso di stupefacenti"
sapete mica dirmi chi era e se l'affermazione rispondeva poi alla verita'?

grazie - gianfranco

ps del resto basta riascoltare streets of paradise di r.t. per rendersi conto...

16/3/2016 - 14:56




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