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Pourquoi ces canons

Antoine
Lingua: Francese


Antoine

Lista delle versioni e commenti


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Touchez pas à la mer
(Antoine)
Ce monde existe
(Antoine)
Moi je veux faire la guerre
(Antoine)


Una canzone di domande e risposte fra un bambino e il suo babbo, incisa nel 1966. Cantata da Antoine anche in una versione italiana di Herbert Pagani, intitolata "La felicità"

Pourquoi ces canons
Pourquoi, pourquoi ces canons, au bruit étonnant
Pourquoi, pourquoi ces canons, pour faire la guerre, mon enfant

Pourquoi, pourquoi plus souvent, qu'on ne l'imagine
Faisons-nous la guerre aux gens ça fait marcher les usines

Pourquoi, pourquoi ces usines, qui n'ont rien qui vaille
Pourquoi, pourquoi ces usines ça donne aux gens du travail

Pourquoi, pourquoi ce travail, dur et fatigant
Pourquoi, pourquoi ce travail c'est pour gagner de l'argent

Pourquoi, pourquoi cet argent est-il donc si bon
Pourquoi, pourquoi cet argent pour acheter des canons

Pourquoi, pourquoi ces canons, qui nous coûtent tant
Pourquoi, pourquoi ces canons pour faire la guerre, mon enfant

inviata da Piersante Sestini




Lingua: Italiano

Traduzione italiana
"Perché, Perché quei cannoni dal rumore tuonante?
Perché, Perché quei cannoni?"
"Per fare la guerra bambino mio!"

"Perché, Perché più spesso che ci si immagini
facciamo la guerra ad (altre) genti?"
"Questo fa andare le officine!"

"Perché, Perché questo lavoro, duro stancante?
Perché, Perché questo lavoro?"
"E' per guadagnare del denaro!"

"Perché, Perché questo denaro è dunque cosi' buono?
Perché, Perché questo denaro?"
"Per acquistare dei cannoni!"

"Perché, Perché questi cannoni che ci costano tanto?
Perché, Perché questi cannoni?"
"Per fare la guerra, bambino mio!"



Lingua: Italiano

La versione italiana "travisata" da Herbert Pagani

Ancora un esempio di traduzione volutamente travisata, sempre negli anni d'oro delle cover: una canzone destinata ad essere un lato B del primo grande successo del cantautore francese Antoine, famoso anche per essere stato l'"inventore" delle camicie a fiori per uomini. Antoine all'inizio era stato un cantante quasi di protesta, negli anni del beat, '66, '67, prima di essere omologato dal sistema discografico italiano come cantante bizzarro e spiritoso, fino ai vertici di “Ti chiamerò Cannella” e “Lei ha una voglia di fragola”, e poi al progressivo e veloce oblio, mitigato dal suo nuovo lavoro di organizzatore turistico nelle isole dei Mari del Sud.
I primi passi, con Elucubrations d'Antoine, L'alienation, e, appunto Pourquoi ces canons, li fece con canzoni che volevano fare riflettere, in contrasto con il look estroso.

"Pourquoi ces canons" era il lato B di Elucubrations e venne usata anche per il lato B del primo successo italiano del cantante, Pietre. Antoine infatti dopo il grande riscontro internazionale era stato condotto verso il ricco mercato italiano e presentato, come si usava, come ospite straniero al Festival di San Remo. Il Festival in questione era il famoso n.17 del 1967, quello nel quale Luigi Tenco si sparò per la frustrazione di non riuscire a ottenere il successo che riteneva di meritare, mentre in finale andavano La rivoluzione di Gianni Pettenati, Io tu e le rose della malcapitata “cueriaghina” Orietta Berti (citata a futura e imperitura memoria nella lettera di addio di Tenco) e, appunto, Pietre. Antoine era in coppia con un produttore ed autore, Gian Pieretti, che tentò proprio in quella occasione, con qualche successo, il lancio in grande stile, prendendo come base una canzone di Bob Dylan dell’anno prima, Rainy Day Women 12 & 35, dalla quale riprese il testo e lo schema del pezzo.


Nel lato B, visto che bisognava metterci qualcosa, inserirono Pourquoi, ribattezzata "La Felicità", e ampiamente travisata. La forma canzone era la stessa, a domanda e risposta, ispirata quindi alla tradizione popolare e in particolare al celeberrimo brano di Pete Seeger dal titolo evocativo Where Have All The Flowers Gone?, in questo caso diventa un dialogo tra padre e figlio, ma stavolta su temi generali ed innocui, a differenza del modello francese, che usava parole sconvenienti come "cannoni" o, peggio, "fabbriche".

Musica e Memoria


LA FELICITÀ

Dimmi, babbo, che cos'è la felicità
Figlio mio è frutto che mangi solo in libertà

Dimmi, babbo, dove sta questa libertà
Sta di casa in un paese che si chiama verità

Dimmi, babbo, alla mia età, posso andarci anch'io
Se ti porti la bontà per pagare figlio mio

Dimmi, babbo, la bontà quanto peserà
Pesa quanto il mondo ma
Dà coraggio a chi ce l'ha

Mai il coraggio babbo mio a che servirà
Lo vedrai nel tuo cammino verso la felicità

Dimmi babbo che cos'è la felicità
Figlio mio è frutto che mangi solo in libertà.

10/4/2012 - 22:04




Lingua: Italiano

Versione italiana di Beppe Chierici e Daisy Lumini in "La cattiva erba" del 1970.

La cattiva erba



La Cattiva Erba (Contro la guerra e le armi) è un album del 1970 di Beppe Chierici e Daisy Lumini che raccoglie 15 canzoni in italiano frutto di traduzioni e reinterpretazioni di poesie e canzoni che vanno da Archiloco e Lao Tsu ad Antoine attraverso più di 2500 anni di storia. Credo che il titolo piacesse particolarmente a Beppe Chierici, visto che lo ha riutilizzato recentemente per un album su Brassens.
Il tema della guerra, della sua inutilità, del dolore delle madri o delle mogli che attendono il ritorno è ricorrente, essendo alcuni brani molto antichi, non possiamo però attenderci invettive contro la guerra.

Il disco è purtroppo introvabile, se non fosse stato per Flavio Poltronieri che ce ne ha fornito una copia, con tanto di fruscii del vinile inclusi nei brani, perchè in vinile uscì l'LP nel 1970, non saremmo mai riusciti a trovarlo. L'edizione era assai scarna, quindi priva dei testi che abbiamo dovuto pertanto sbobinare all'ascolto. Per quanto riguarda invece i testi originali, alcuni erano già presenti, altri li abbiamo trovati e inseriti.
Adesso l'album è interamente ascoltabile

la cattiva erba tracklist chierici lumini 001


Perchè quei cannoni? (Antoine) - Nenia (dalla guerra dei trent'anni) - Eravamo tre compagni - Compianto popolare - Il soldato morto in terra straniera - Alla guerra chi ci va - Il soldato dormiente (Rimbaud) - La guerra è truccata (Boris Vian) - Contro la guerra e le armi (Lao Tsu) - Lo scudo perduto (Archiloco) - Non avremo mai la pace, fratello? (Oliver De Magny) - Il condannato a morte - Testamento (Lermontov) - Il malcontento del soldato - Torna da in guerra un soldato



PERCHÈ QUEI CANNONI?

"Perché, perché quei cannoni che fanno tanto rumore?
Perché, perché quei cannoni?"
"Per fare la guerra bambino!"

"Perché, perché quelle guerre così numerose?
Perché, perché quelle guerre"
"Per far marciare le officine!"

"Perché, perché quelle officine che non servono a niente?
Perché, perché quelle officine?"
"Per dar lavoro alla gente"

"Perché, perché quel lavoro, duro e faticoso?
Perché, perché quel lavoro?"
"Per guadagnare danaro!"

"Perché, perché quel danaro è così importante?
Perché, perché quel danaro"
"Per comperare i cannoni!"

"Perché, perché quei cannoni che ci costan tanto?
Perché, perché quei cannoni?"
"Per fare la guerra, bambino!"

inviata da Dq82 - 18/5/2017 - 08:33


Comunque, la versione di Herbert Pagani, sia pure evidentemente "edulcorata" di temi scomodi (ma non poi tanto: le canzoni di protesta all'epoca vendevano), non il risultato non mi pare poi così male e soprattutto tutt'altro che superficiale. Nelle cover di quegli anni si trova assai di peggio. E a me pare più ispirata d uno schema di filastrocca tradizionale che non in particolare a "where are all the flowers gone".

Piersante Sestini - 24/8/2023 - 11:26




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