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Nebbia sospesa

Collettivo Migrado
Lingua: Italiano



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2024
Io non c’ero ma ero lì
Io non c’ero ma ero lì

Nel 2019, in un periodo non molto diverso da questo, in cui il problema dei migranti invadeva le nostre tv e smartphone con attori politici impegnati a spiegarci cosa fare, senza trovare una reale soluzione, ha cominciato a girare tra le nostre mani e davanti al nostri occhi il libro “naufraghi senza volto” di Cristina Cattaneo.
È in questo libro che si parla del famoso bambino con la pagella, che è diventato un simbolo, suscitando pietà collettiva, nonostante la patologa abbia affrontato il tema dei migranti attraverso le autopsie sui corpi recuperati in mare, senza giudizi, solo fatti.

Ci siamo resi conto che osservare i naufragi con metodo scientifico, come se i naufraghi fossero numeri da catalogare, rendeva quei numeri storie.

Forse questa è la giusta modalità per raccontare una tragedia come quella di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e tutte le successive. Tutti sappiamo, tutti vediamo, ma la pietà per le vittime, a tragedia finita, cosa lascia nei sentimenti di noi osservatori privilegiati? Sono anni che sentiamo intorno a questo tema tanta retorica. Anzitutto quella che si riempie di parole come invasione e sicurezza, ma anche accoglienza e umanità. Ovviamente queste ultime sono parole che devono essere scolpite su una pietra, ma non vanno rese parole vuote, non devono servire solo a salvarci l'anima.

Se andiamo per la strada a mostrare l'immagine di un bambino morto su una spiaggia, di un ragazzo annegato con la sabbia nel taschino o di una donna incinta recuperata a riva senza vita, chiunque si commuoverà.

Ma allo stesso tempo, con altre immagini, quelle di gruppi di uomini sul molo, la stessa persona potrebbe indignarsi perché sono "Troppi e ci rubano il lavoro”,
Il tema delle migrazioni si arricchisce sempre di nuovi pareri e opinioni, per questo ci siamo parlati, confrontati, abbiamo fatto letture comuni (da braudel a calasso, da gaiman a graves, fino a erri de luca e alessandro leogrande) e ascoltato storie e musiche.

Poi abbiamo deciso di scrivere delle canzoni che potessero raccontare il viaggio di queste anime in cerca di "Nuova vita”, fin dall'inizio, dalla loro partenza. Insieme alle canzoni, abbiamo pensato potessero essere delle immagini.

Un racconto di suoni e parole che nasce intorno al mediterraneo crocevia antichissimo che ha visto avvicendarsi divinità e leggende ad accompagnare le vite degli abitanti di pianure e montagne, città e deserti. Su questa distesa d'acqua onnipresente si è confuso .
Mito, che ha aiutato gli uomini a sapere dove vivono e a capire come comportarsi. Con il succedersi del tempo, le vicende di questi uomini hanno ceduto il posto ‘ad altre storie, che, unite al dogmi della fede, hanno creato credenze e lasciato spazio alla convinzione che ognuno possa scegliere la propria strada.

In questo modo gli uomini hanno cominciato a viaggiare, muoversi, a migrare, cercando il posto migliore in cui abitare, spesso con le scarpe rotte o addirittura a piedi nudi.

Queste storie prendono vita nelle canzoni e nelle narrazioni attraverso quattro figure trasportate dai venti, come se ci fosse un grande scivolo a congiungere cielo e terra. Maestrale, grecale, libeccio e scirocco confluiscono nello stesso punto: Un ponte nascosto agli occhi umani, sono inviati dalla creatrice, un'entita maternamente divina e lontana, a capire, comprendere e, forse, giudicare. Al centro c'e il libro della storia, a cavallo tra presente, passato e futuro, che prende forma attraverso dei disegni.

Tra una canzone e l'altra, un dialogo e l'altro, il libro cambia pagina e illustra le parole, evoca i ricordi. I quattro leggono ascoltando quello che il libro ha da dire. Poi riflettono, profondamente, intimamente e partecipano al viaggio tra parole e musica.

Di fronte a un olocausto di tale portata, il mondo potrebbe finire. Perché se non salvo l'altro che affoga in mare, chi sono io per meritare di esistere? L'umanità potrebbe scomparire.

Queste quattro figure devono decidere se far tornare un nuovo diluvio universale: Ricominciare da zero oppure concedere all'uomo una nuova opportunità? Troveranno la risposta nel condividere le vicissitudini e le esperienze del viaggio di quattro migranti, quattro storie esemplari che. Vivono nelle pagine del libro che stanno leggendo. Quattro storie che lorenzo menini ha raccolto di persona con interviste fatte a dei rifugiati accolti nel nostro paese. L'unica risposta, alla fine di questo viaggio, è la memoria. Dopo ogni racconto il mondo in qualche modo muta e può modificare l'esistenza di tutti e di tutte, anche nella nostra inconsapevolezza.
Raccontare storie per continuare a far vivere quegli uomini e quelle donne la cui vita si è persa in fondo al mare, raccontare storie perche ogni persona che arriva, che si salva, ha dietro di sé i fantasmi di chi non ce l'ha fatta.
Le storie diventate narrazione e memoria danno forma a questo nostro lavoro, da leggere, guardare e ascoltare.
Collettivo Migrado



Nebbia sospesa sul porto
Voce che arriva dal mare
Respiro ma forse son morto
Non voglio più aspettare
S'e fitta mi offusca la mente
Prima che si svelino le stelle
Nebbia che colma l'abisso che mi circonda

Io me ne andrò e sparirò
Nella nebbia come uno straniero
Io me ne andrò ma non morirò
Fino a quando non sarò dimenticato

Lancia una moneta giù dal ponte
Ad occhi chiusi esprimi un desiderio
È stata intercettata da Caronte
Forse è la fine di un calvario
Torcia che brilla nel buio
Da una riva all'altra del fiume
Nebbia che colma l'abisso che ci circonda

Io me ne andrò e sparirò
Nella nebbia come uno straniero
Io me ne andrò ma non morirò
Fino a quando non sarò dimenticato

Io me ne andrò e sparirò
Nella nebbia come uno straniero
Io me ne andrò ma non morirò
Fino a quando non sarò dimenticato

inviata da Dq82 - 2/3/2024 - 17:05




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