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Gwerz Via Mariti

Anonimo Toscano del XXI secolo
Lingua: Italiano (Toscano Fiorentino)



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[20-2-2024]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Anonimo Toscano del XXI Secolo

gwerzviamariti


Torna l’Anonimo Toscano del XXI in quella che, storicamente, è la sua specialità principale: l’Ottava in rima. Questa volta ci parla della tragedia avvenuta a Firenze il 16 febbraio 2024, e ne parla quando ormai l’eco di quei fatti si sta già affievolendo. Sono passati, infatti, ben quattro giorni! Ne parla con una specie di esperimento, ovvero quello di confondere un po’ la tradizione toscana dell’Ottava in rima con il gwerz, la “canzone giornalistica” bretone. Come di consueto, si avverte che l’ottava in rima dovrebbe essere recitata, o cantillata, su una particolare nenia che è sempre la stessa. Ma ognuno, se vuole e se la trova, può adattarci qualsiasi melodia.
Vi voglio raccontare questi fatti
In dell’ottava, sì, l’antica lagna
Ma ‘un sono fatti: piuttosto, misfatti
In forma quasi d’un gwerz di Bretagna.
Un nòvo gwerz gli è pronto e preparato
Su quel che accadde in un grosso cantiere,
Si costruiva un supermercato
Con i’ progetto d’un grande ingegnere.

Accadde una mattina di febbrajo
Che c’era i’sole e parea primavera,
C’era a i’lavoro più d’un operajo
Colla gru, la ruspa e la betoniera.
Un trave di sostegno s’è spezzato
E a un tratto unn’ha più nulla sostenuto,
E in capo agli operai egli è cascato,
Silenzio e morte, un destino fottuto.

In cinque so’ restati là stiacciàti
Ridotti a una poltiglia sanguinosa,
Degli altri, certo, si sono salvati
Ma è stata una tragedia rovinosa.
La solita tragedia su’ i’ lavoro
Che non è più lavoro, ma servaggio!
Coi subappalti scorre i’ sangue e l’oro
Ma ci vorrebbe sì un bei’ boicottaggio.

Sulla pellaccia dei lavoratori,
Che sian nostrani oppure immigrati
Si fa profitto, e poi tu t’addolori
Se sotto a un trave restano stiacciàti.
E compra e vendi, merci a profusione,
Consuma, spendi, crepa e non pensare,
E intanto fanno la speculazione
Pagando de’ salari da affamare.

E impiegano operai sovente a i’ nero,
Qualcuno gli è un ragazzo, ed altri vecchi,
Basta sgobbare, e se ‘un rimani intero,
Pazienza! Esseri umani a i’ robivecchi.
E gli è accaduto qui a Firenze bella,
Gli è tanto bella sì, ma bella un corno:
Si va a i’ lavoro e si crepa e sbudella
E questo in tutto i’ mondo ed ogni giorno.

E poi si frigna con gran commozione
E c’è l’autorità co i’ su’ cordoglio,
La stessa che ubbidisce a i’ sor padrone
Se tira fori gonfio i’ portafoglio.
E’ quello che è accaduto in via Mariti,
In via Mariti ora ci son le mogli
Di que’ cinque che sono già periti
E che gni fa una sega que’ cordogli.

Di centri commerciali ‘e ce n’è tanti,
Ogni dugento metri ce n’è uno,
C’è più supermercati che abitanti,
E pe’ comprà icché, ‘un lo sa nessuno.
‘E ci dovevan fare un giardino
Co’ i’ prato, le fontane e gli uccellini,
E invece c’è un padrone assassino
Che ammazza e rende orfani i bambini.

E poi ti fa lo spot della carota
Co’ buoni sentimenti, una finzione
Che garba tanto a i’ povero italiota
Che compra, mangia e la pancia si svuota.
Ci mèttan la canzon dell’Uguaglianza,
Domani sarà tutto già scordato,
Fino alla prossima autoambulanza
Che porta via quarcuno ch’è cascato.

Cascato sessantenne o adolescente,
Venuto da qui accanto o da i’ Marocco,
Da i’ Bangladesc’ pe’ un salario da niente,
E della morte si sente i’ rintocco.
E scavano tuttora in via Mariti
Perché uno ancora ‘un s’è trovato:
Verrà qui’ giorno, e siete già avvertiti
Che la fossa a’ padroni avrà scavato.

20/2/2024 - 20:43




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