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Nadal 1944

R'Ossi da brodo
Lingua: Italiano (Veneto veronese)


R'Ossi da brodo

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2023

Poesia di Bruno Castelletti Da Orsa

Bruno Castelletti (Bruno da Orsa) è nato nel piccolo paese di Ferrara di Monte Baldo (VR).
Avvocato, prestato alla politica e all'amministrazione della cosa pubblica fino al 1990 ricoprendo, fra l'altro, la carica di Presidente della provincia, continua la sua attività professionale, assieme ai figli Davide e Giuliana, nel suo studio di Verona, città in cui abita, riservando per altro qualche scampolo del suo tempo a lunghe passeggiate sul Garda e sul Baldo e alla coltivazione del suo orto nella natia "contrada Castelletti" che frequenta assiduamente.
Ha pubblicato nel 2010 per il Segno dei Gabrielli Editori la raccolta di poesie in lingua veronese "Stéle da l'Orsa" che è risultata vincitrice per il Veneto del primo concorso nazionale "Premio Quinquennale Città di Bassano del Grappa" per opere edite di poesia nei linguaggi dialettali delle Regioni organizzato dalla "Accademia Aque Slosse" e dall'An. po. S. Di." (Associazione Nazionale Poeti e scrittori Dialettali)


Pantagruel è il nome di battaglia di un partigiano francese che a vent'anni sacrificò la propria vita in val d'Orsa combattendo per la nostra libertà. Scoperto dai fascisti scappò dal rifugio con i compagni così velocemente che non riuscì neppure ad infilarsi le scarpe: camminò a lungo scalzo nella neve finché trovò riparo in un rifugio di fortuna ma i suoi piedi erano ormai irrimediabilmente danneggiati. Ogni giorno al rifugio arrivava Lucia una ragazza che gli portava un po' di cibo ma soprattutto il suo sorriso. A Pantagruel e Lucia sono dedicate la poesia di bruno da Orsa e la relativa canzone. A Natale del 1944 Lucia vide per l'ultima volta Pantagruel che morì di Cancrena qualche tempo dopo
Nadal 1944
En cucio scalcagnà
fato de foie
de soto a 'n baitel
cuertà de tera.
Te pense e te ripense
al giorno maledeto
che t'è dovù scapar
e caminar per ore
descalso ne la neve.

Natale 1944
un du tri
Un giaciglio sgangherato
fatto di foglie
sotto a un rifugio
coperto di terra.
Pensi e ripensi
al giorno maledetto
in cui sei dovuto scappare
e camminare per ore
senza scarpe nella neve.

Te pense a la fameia
to mama, to pupà
lontani, cissandove.
Te pense al to destin
sensa speransa.

Pensi alla famiglia
a tua mamma, a tuo papà
lontani, chissà dove.
Pensi al tuo destino
senza speranza.

Ma eco la Lucia*
che riva co la sporta
e la te ride.

Te varde la Lucia
i oci che ghe te ride
el so vestito novo:
na cotoleta verde
na camiseta bianca
e sora en golfin rosso
de lana petenà.

Ma ecco Lucia
che arriva con la sporta
e ti sorride.

Tu guardi Lucia
i suoi occhi che brillano
il suo vestito nuovo:
una gonnellina verde
una camicetta bianca
e sopra un golfino rosso
di lana pettinata.

Ancò l'è Festa Granda.
Te varde la Lucia
e te gh'è dito a pian
co 'n fil de osse:
mon Dieu, que tu es belle
che bela che te sé!
L'era Nadal
e ti vint'ani apena.

Oggi è Festa grande.
Tu guardi Lucia
e le hai detto sussurrando
con un filo di voce:
mio Dio, come sei bella,
che bella che sei!
Era Natale
e tu appena vent'anni.
* Lucia Prandini
Con la sua famiglia nascose parte delle scorte di viveri della Brigata Avesani e aiutò i partigiani pulendo la loro biancheria, cucinando per loro. In particolare si prese cura del partigiano francese con il nome di battaglia di Pantagruel, rimasto con i piedi congelati e poi in cancrena, a causa di una fuga senza scarpe nella neve. durante un improvviso rastrellamento. Nel breve intervento Lucia ci racconta le vicissitudini di Pantagruel e l'aiuto che lei bambina prestò al giovane partigiano.

inviata da Dq82 - 17/1/2024 - 19:38




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