Lingua   

Il partigiano di Oliveto

Corrado Degli Esposti e Marziano Sorzini
Lingua: Italiano



Ti può interessare anche...

Sentieri partigiani
(Paolo Rizzi)
17 Novembre 1944
(Andrea Polini)
Iside
(Gang)


Il Partigiano di Oliveto è un canto "recuperato" da Otello Palmieri (Grizzana, Bologna, 1927), ex partigiano comunista originario del borgo di Oliveto, frazione del comune di Monteveglio (Bologna). È stato composto fra il 1944 e il 1945 da Corrado Degli Esposti e Marziano Sorzini, anche loro partigiani, insieme ad altre persone inquadrate o vicine ai battaglioni «Angelo Artioli» e «Gastone Sozzi» della 63a brigata Garibaldi «Bolero». Le due formazioni furono attive fra i torrenti Lavino e Samoggia, in parte spostatesi a supporto della 5^ armata statunitense oltre la linea Gotica nel dicembre 1944.

La prima bandiera realizzata dalle donne della Brigata con il tessuto di paracadute rosso americano.
La prima bandiera realizzata dalle donne della Brigata con il tessuto di paracadute rosso americano.


La trascrizione qui presentata è tratta, con alcuni lievissimi interventi a correggerne l'ortografia, da una trascrizione conservata nelle carte private di Otello Palmieri, aggiustata con la versione cantata e registrata a Stiore (Monteveglio) il 28 aprile 2019 da Enrico Pontieri e Alfredo Mignini.

Informazioni tratta da Il Deposito.org
Il partigiano questo l'è il mio nome
e gli avversari mi chiamano ribelle
sulle mie labbra c'è d'Italia il nome
ch'io voglio unita con fraterno amor
perché sorga il sol della giustizia
e ci renda tutti fratelli alfin
questo è il motto che ho sulla bandiera
e l'uguaglianza e la fede in ogni cuor

Sui monti fra neve e gelo
oppur nascosti in misere cantine
perché il nemico mio è così vile
cerca il fratello e lo uccide ognora
che importa se vo a morire
quando ci guida l'amor d'ideale
la schiavitù dovrà finire
e deve sorgere l'umana libertà!

Alla mia mamma che sola mi aspetta
forse piangendo per il suo amato figlio
alla morosa sposa mia diletta
dirò che seguo la via del dover
e se muoio portatemi un fiore
il saluto sarà del mio amor
le direte soltanto 'ste parole:
"sparse il sangue per la comunità"

Sui monti fra neve e gelo
oppur nascosti in misere cantine
perché il nemico mio è così vile
cerca il fratello e lo uccide ognora
che importa se vo a morire
se con la morte muore il mio ideale
la schiavitù dovrà finire
e deve sorgere l'umana libertà!

25/4/2022 - 12:08




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org