Lingua   

Il pescatore del 2100

Beppe Chierici
Lingua: Italiano


Beppe Chierici


Lento ed assorto il pescatore
asciuga il proprio viso dal sudore
col fazzoletto che ha sulla fronte
mentre il tramonto infuoca l’orizzonte.

Respira il pescatore quel suo mare
e cala giù le reti per pescare
pesci d’opale, giada e di seta
pesci caduti da una coda di cometa.

Lenta dai flutti si alza la luna
e il pescatore diventa d’argento,
la barca dondola come una cuna
sotto i dolci sussurri del vento.

La placida notte stende una rete
di stelle su quel mare addormentato,
sonnecchia il pescatore nella quiete
di quel mare possente e smisurato.

Ignora il Pescatore che sul fondo,
sotto quella barca che lo culla
morì annegato un angolo di mondo
e che una civiltà finì nel nulla.

Lui non lo sa che sotto quelle onde
riposano città, lidi marini
baie, arenili, porti e sponde
di un popolo dai tragici destini.

Vivevano laggiù dei pescatori,
figli come lui del grande mare,
ignari che diabolici untori
potessero il pianeta avvelenare.

Si ribellò il clima, la natura,
si sciolsero gli iceberg e il mare
s’ingigantì e sommerse a dismisura
nazioni, civiltà e sacre are.

L’oceano si scosse da milioni
di sacrilegi e di sfregi dolorosi
e i suoi marosi simili a dragoni
spietati si abbatterono rabbiosi.

Il mare scatenò ogni sua furia,
non distinse colpevoli e innocenti,
volle vendicarsi dell’ingiuria
di società avide e dementi.

Il pescatore cala le sue reti
e crede che il racconto di quel mare
che un giorno si è voluto vendicare
sia solo una leggenda dei poeti.

Poi lento, come assorto il pescatore
si asciuga il sudore dalla fronte
e tira su le reti nel chiarore
del sole che risorge all’orizzonte.



Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org