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Davide Tosches
Lingua: Italiano


Davide Tosches

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Il Lento Disgelo


"Nella copertina c'è la centrale elettrica Edipower di Chivasso, vicino a Torino. È un mostro nato nei primi anni cinquanta, che inquina e uccide, ma sul loro sito dicono che è “patrimonio della storia industriale”. È chiaro che per dichiarare una scemenza simile devi essere completamente pazzo. Il mio rapporto con la natura è strettissimo, non perché io sia un ambientalista o stupidaggini del genere, ma perché la natura è tutto quello che abbiamo, la respiriamo, la mangiamo, la beviamo, siamo noi stessi natura, poi chissà per quale ridicolo motivo, ad un certo punto della storia qualcuno si è inventato questo cretinata che le città e l'uomo sono cose migliori, normali e separate dal resto mentre la natura è un optional, una cosa che ci riguarda solo quando abbiamo tempo, magari in vacanza. La natura non è una vetrina da ammirare, ma è il nostro respiro."

(Davide Tosches, fonte: KULT Underground - Intervista con Davide Tosches)
Sono nato in un mattino di maggio,
nel vuoto orizzonte di fabbriche inutili,
al servizio del tiranno,
che vendeva famiglie in cambio di potere
e oggi sento ancora dire: ha dato lavoro a tanta gente.

E ora grandi ali nere,
coprono il nome sulla sua tomba,
dipingono il buio sulla storia,
sulle parole,
che fino a ieri creavano desideri.

E mio padre diceva: qualsiasi coglione oggi scrive un libro,
governa la nostra nazione e opera al cuore delle persone.

Sono nato e qualcuno mi aveva già imposto ogni legge,
delimitando la mia vita,
i miei confini, le mie paure.

Ma il coraggio di guardare e camminare,
sulla terra,
non è scritto dalle persone ma dal vento,
da alberi e cani,
nel respiro dell’universo,
che non perdona questa chiesa,
che offende,
calpesta,
ogni giorno,
la memoria,
la forza e la visione di quell’uomo morto in croce.

Ma ogni suono di campane,
nasconde un coro di milioni di anime,
ingannate con l’invenzione del paradiso e dell’inferno.

Sono nato in un mattino di maggio e ogni giorno,
ho guardato nel mio specchio,
aspettando di vedere quell’uomo,
che oggi è forte e calpesta, ogni giorno,
la terra di questa nazione,
nel vuoto orizzonte della storia.

inviata da Andrea Marconi - 17/9/2020 - 07:33




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