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Partenza e vita dei Maremmani

anonimo
Lingua: Italiano


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Testo reperito in questa pagina
Un saluto mi parte dal mio cuore
per voi, o gioventù sacrificata,
che andate là nel mezzo allo squallore
in dove ne passate l’invernata
e versate per forza quel sudore:
ditemi che vitaccia strapazzata
e poi di più dopo aver lavorato
il vostro sudor non è ricompensato.

Le meglio gioventù vien consumato
colà nelle Maremme, ah, triste sorte,
ancor vò dir per quei che c’è invecchiato
avrebben preso pria andare alla morte
ormai che in quel pianeto oggi gl’è nato
bisogna partir senza indugiare
questo è il bisogno che ce lo fa fare.
(…)
Bisogna tralasciarla la famiglia
tanto moglie che figli e genitori
andar lontani più di cento miglia
andare a spargere quei sacri sudori
per quel po’ di denaro che si piglia
e ci vuol tutto per i creditori
se un poco avanza ci son altre spesi
quelli che vanno per lacero d’arnesi.

Dopo sofferto otto o nove mesi
dalla fatica e più mangiar polenda
se restiamo leggeri o pur siam pesi
io vorrei qualc’un che se ne intenda
spesse volte dal padron siam presi
guardate un poco che brutta faccenda
e dopo lavorare notte e giorno
solo c’entra mangiar una volta al giorno

inviata da adriana - 17/11/2018 - 17:41


Autore Gianni Pilade

17/11/2018 - 17:49




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