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Dead Cities of Syria

Virus
Lingua: Inglese


Virus


[2011]
Parole di Carl-Michael Eide, in arte Czral Michael (e altri vari pseudonimi)
Musica dei Virus (Czral Michael, polistrumentista, ed Einar ‘Einz’ Sjursø, batteria), band avant-garde metal norvegese.
Nell'album “The Agent That Shapes the Desert”

Dead Cities Of Syria


La musica di questo brano – e, credo, dell'intera produzione dei Virus, ma non voglio nemmeno provare ad approfondire – è per me inascoltabile e disturbante. Ma, dal punto di vista testuale, la canzone è significativa e, forzandone l'interpretazione, in qualche modo profetica, visto che nel febbraio del 2011, quando uscì l'album in cui è contenuta, in Siria c'era la “primavera araba” che solo alla fine dell'anno si sarebbe trasformata nel lungo inverno/inferno della guerra cui stiamo ancora oggi assistendo...

Dead Cities Of Syria


In ogni caso i Virus si riferiscono qui agli Antichi villaggi della Siria settentrionale, le cosiddette Città Morte, un gruppo consistente (diverse centinaia) di insediamenti nei dintorni di Aleppo e Idlib, molto importanti dal punto di vista urbanistico, architettonico ed archeologico, che per motivi misteriosi furono completamente abbandonati dai loro abitanti tra l'VIII° e il IX secolo d.C.
Dancing on the surface of my eyes
the acoustics of the sands
The swarming song inside the heat
of the breath of dead sleep
That rocks the empty boats
tied up to the barren shores
and pounded by crumbling forts

I’ve found the dead cities of Syria
lost in the sands
The grains of ghosts
and traces of apocalypses
and of men never born
Smouldered, harassed and bothered
where they stood, angelically,
shoulder to shoulder

In solitary landscapes empty men watches
Delicate pigments of gone silhouettes

There was life here
before the sands swept through the waters
and replaced the rapids
and sung and howled in between the houses

inviata da Bernart Bartleby - 11/4/2017 - 21:17




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