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ביאַליסטאָק, מײַן הײם

Yitskhok Perlov / יצחק פּערלאָװ
Lingua: Yiddish


Yitskhok Perlov / יצחק פּערלאָװ

Lista delle versioni e commenti


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Byalistok, mayn heym
[1939]
Testo di Yitskhok Perlov (1911-1980)
Dalla raccolta di canzoni אונדזער לקױ־חמה, לידער1946-1939
[Undzer like-khame, lider 1939-1946] (“La nostra eclisse, canzoni 1939-1946"), Tashkent 1947
Musica di Elye (Eliyahu) Hirshin (1878-1960)

Lyrics by Yitskhok Perlov (1911-1980)
From the songbook Undzer like-khame, lider 1939-1946 (“Our Eclypse, Songs 1939-1946”), Tashkent 1947
Music by Elye (Eliyahu) Hirshin (1878-1960)

La raccolta di canzoni di Yitskhok Perlov pubblicata a Tashkent nel 1947.
La raccolta di canzoni di Yitskhok Perlov pubblicata a Tashkent nel 1947.


Yitskhok Perlov (1911-1980), poeta e autore di canzoni, è noto soprattutto per essere stato il marito della celebre cantante Lola Folman, per la quale scrisse Dos baytshl kreln. Nativo di Białystok, Yitskhok Perlov (Perlow in grafia polacca) scrisse questa canzone nel 1939 già lontanissimo dalla sua città natale, a Tashkent nell'Uzbekistan: nello stesso anno 1939, a Białystok, aveva fondato assieme alla moglie (che era stata solista e corista nel coro di Moshe Shneur a Varsavia), a Shimon Dzigan e a Israel Shumacher, il Melokhishe Yidishe Miniatur-Teater, con Shuel Berezovski come direttore musicale e tutta una troupe di attori (tra i quali Yule Bregman, Shmuel Goldstein e Mina Bern). Allo scoppio della guerra (1° settembre) tutta la troupe era in tournée a Odessa, dalla quale fu evacuata prima a Harkiv (Charkov) in Ucraina e infine a Tashkent. Il teatro si esibì per qualche tempo a Ashkhabad prima di sciogliersi.

Yitskhok Perlov.
Yitskhok Perlov.
Yitskhok Perlov, nato il 1° febbraio 1911, fu autore di molte canzoni, quasi tutte cantate poi dalla moglie (con la quale si stabilì a New York; Lola Folman è morta nel 1979, Perlov morì solo un anno dopo, il 17 novembre 1980), tra le quali almeno un'altra molto famosa, Exodus. Nel 1948 i due si esibirono anche nel lager di Bergen-Belsen. La canzone qui presentata è un ricordo della città natale di Białystok, che i due non rividero mai più. Città multietnica, multilingue e multiculturale (l'inventore dell'Esperanto, Ludwik Lejzer Zamenhof, era nativo di Białystok), nel settembre 1939 era stata occupata prima dall'esercito hitleriano e poi da quello sovietico (secondo quanto stabilito dal patto Molotov-Ribbentrop), venendo annessa alla Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa (e cambiando nome nella forma russa Belastok). Il 27 giugno 1941 Białystok fu di nuovo occupata dai nazisti, che la saccheggiarono e sterminarono la popolazione non tedesca: gli ebrei furono prima confinati in un ghetto e poi sterminati nell'agosto del 1941. La mattina del 27 giugno, lo stesso giorno dell'occupazione, i nazisti circondarono la piazza della città vicino alla sinagoga (che era la maggiore completamente in legno dell'Europa orientale), costringendo gli abitanti a fuggire in strada; alcuni di questi vennero catturati, messi al muro e fucilati sul posto. Altri, 800 persone circa, compresi donne e bambini, vennero rinchiusi nella sinagoga, che venne poi incendiata. L'attacco nazista in città continuò con il lancio di granate sulle abitazioni vicine e altri spari: le fiamme si espansero agli edifici confinanti, mescolandosi con le esplosioni causate dalle bombe, e l'intera piazza fu inghiottita dalle fiamme. Secondo alcune fonti, solo in quel giorno circa 3 000 ebrei perirono. Già nelle prime settimane di occupazione, nacquero in città alcuni gruppi antifascisti, che riuscirono poi ad organizzare, negli anni successivi, un movimento di resistenza ben strutturato.



L'autore della musica, Elye (Eliyahu) Hirshin (1878-1960) era pure polacco, di Płock (nominata come “Plonck” nella fonte). Diplomato al conservatorio di Varsavia, fu protocantore a Nikolaev, nella Russia meridionale, dove pure insegnò musica alla Scuola Imperiale di Musica. Tornato a Varsavia, fu fino al 1930 cantore presso la sinagoga Nożik e insegnante di canto presso la scuola Hazemir (“Usignolo”). Se ne hanno scarsissime notizie biografiche.

La canzone è stata interpretata nell'originale yiddish dall'attrice e cantante polacca Karolina Cicha, che pure è di Białystok (dove è nata il 20 aprile 1979). L'album-spettacolo in cui ha inserito la canzone ha un titolo significativo: si chiama Wieloma jęzikami / 9 Languages (uscito nel 2013). Otto era il numero delle lingue che venivano parlate nella città di Białystok: il polacco, lo yiddish, il tedesco, il russo, il bielorusso, l'ucraino, il lituano, e l'esperanto, appunto. La nona lingua dell'album è l'inglese. La canzone è stata in origine proposta da Krzysztof Wrona nella sua traduzione polacca, ma è rimasta a lungo in approvazione perché il testo in yiddish non si trovava. Lo ha poi reperito lo stesso Krzysiek a corredo di questo video Youtube. Si tratta di una trascrizione all'ascolto effettuata da un utente, sia in grafia ebraica che latina, ma (con piena e onesta coscienza dell'utente stesso, va detto) in alcuni punti non è corretta, ed in altri non è stata ben compresa. Si è quindi provveduto a una ritrascrizione (con diciannove ascolti della canzone) e a una risistemazione generale che ha investito anche la traduzione polacca. I criteri adottati sono naturalmente quelli dello yiddish standard unificato dello YIVO, sia per il testo in caratteri ebraici che per la trascrizione latina, ma occorre avvertire che Karolina Cicha pronuncia lo yiddish con alcuni polacchismi e seguendo la pronuncia sefardita degli ebraismi (quindi quella dell'ebraico moderno, in grandi linee) al posto di quella ashkenazita. Nella trascrizione si è seguito lo standard ashkenazita: ascoltando la canzone come interpretata dalla Cicha si noterà quindi qualche discrepanza. Da notare che l'introduzione parlata potrebbe essere una registrazione dalla voce di Lola Folman. [RV]
ביאַליסטאָק, ביסט מײַן שענסטער חלום,
ביאַליסטאָק, אַלע מײַנע לידער זײַנען אַצינדער
זײַנען אַצינד געווענדעט צו דיר.


איך האָב די האָפןוןג נישט פאַרלוירן
צו זען די שטאָט וואו כ'בין געבוירן,
צו זען מײַן היים, מײַן ליבע היימ,
פון ברעטלעך, ציגל און פון ליים.

פאַרמאַך איך נאָר אַזוי די וויעס
אױף דיינע גאַסן זע איך תּליות,
חורבֿות, מיסט, ס'האָט דער פאשיסט
מײַן ליבע היימשטאַט דיך פאַרוויסט אוי, אוי ,אוי.

ביאַליסטאָק, כ'געדענק אַ יעדעס געסל און יעדעס הויז,
ביאַליסטאָק, איך בענק ווי עס בענקט אַ קינד נאָכן מאַמעס שויס,
ביאַליסטאָק, ביסט מײַן שענסטער חלום,
ביאַליסטאָק, אַלע מײַנע לידער זײַנען אַצינדער
זײַנען אַצינד געווענדעט צו דיר.

וואָס פאַרלאַנג איך מער?
איך וויל אָפּווישן מײַן מאַמעס הייסע טרער,
דאָס איז מײַן באַגער,
איך וויל אומקערן צו דיר איך שווער.

ביאַליסטאָק, ביסט מײַן שענסטער חלום,
ביאַליסטאָק, אַלע מײַנע לידער זײַנען אַצינדער
זײַנען אַצינד געווענדעט צו דיר.

מיין מאַמעס פּנים איך זע דעם בלאַסן
דורך די פענצטער אויף די גאַסן,
זי וואַרט מײַן טרייסט, זי וואַרט אין ווייס
אַז זי וועט ווערן אויסגעלייזט.

איך זע עס קומט דער טאָג דער פענצטער
מיט נײַע דעכער און פֿענצטער,
דו ווערסט באַפרייט, די ווערסט באַנייט
און שׂימחת וועלן זיין באַגלייט.

ביאַליסטאָק, כ'געדענק אַ יעדעס געסל און יעדעס הויז,
ביאַליסטאָק, איך בענק ווי עס בענקט אַ קינד נאָכן מאַמעס שויס,
ביאַליסטאָק, ביסט מײַן שענסטער חלום,
ביאַליסטאָק, אַלע מײַנע לידער זײַנען אַצינדער
זײַנען אַצינד געווענדעט צו דיר.

וואָס פאַרלאַנג איך מער?
איך וויל אָפּווישן מײַן מאַמעס הייסע טרער,
דאָס איז מײַן באַגער,
איך וויל אומקערן צו דיר איך שווער.

ביאַליסטאָק, ביסט מײַן שענסטער חלום,
ביאַליסטאָק, אַלע מײַנע לידער זײַנען אַצינדער
זײַנען אַצינד געווענדעט צו דיר.

inviata da Krzysiek Wrona + R.V. - 9/3/2017 - 11:08




Lingua: Yiddish

Trascrizione in caratteri latini
(di Riccardo Venturi, 9-3-2017 12:02)


Il video girato per le strade di Białystok da Karolina Cicha accompagnata dal gruppo Spółka e dal violinista Bart Pałyga. Nel video compaiono alcune immagini originali di Yitskhok Perlov e della moglie Lola Folman.
BYALISTOK, MAYN HEYM

...Byalistok, bist mayn shenster kholem
Byalistok, ale mayne lider zaynen atsinder,
zaynen atsind gevendet tsu dir mayn heym.


Ikh hob di hofnung nisht farloyrn
tsu zen di shtot vu kh'bin geboyrn,
tsu zen mayn heym, mayn libe heym,
fun bretlekh, tsigl un fun leym.

Farmakh ikh nor azoy di vies
oyf deyne gasn ze ikh tliyes,
khurves, mist, s'hot der fashist
meyn libe heymshtat dikh farvist oy, oy, oy.

Byalistok, kh' gedenk a yedes gesl un yedes hoyz,
Byalistok, ikh benk vi es benkt a kind nokhn mames shoys,
Byalistok, bist mayn shenster kholem,
Byalistok, ale mayne lider zaynen atsinder
zaynen atsind gevendet tsu dir.

Vos farlang ikh mer?
Ikh vil opvishn meyn mames heyse trer,
dos ikh meyn bager,
ikh vil umkern tsu dir ikh shver.

Byalistok, bist mayn shenster kholem
Byalistok, ale mayne lider zaynen atsinder,
zaynen atsind gevendet tsu dir mayn heym.

Mayn mames ponem ikh ze dem blasn
durkh di fentster oyf di gasn,
zi vart mayn treyst, zi vart in veys
az zi vet vern oysgeleyzt.

Ikh ze es kumt der tog der shenster
mit naye dekher un fentster,
du verst bafreyt, du verst baneyt
un simkhas veln zeyn bagleyt.

Byalistok, kh' gedenk a yedes gesl un yedes hoyz,
Byalistok, ikh benk vi es benkt a kind nokhn mames shoys,
Byalistok, bist mayn shenster kholem,
Byalistok, ale mayne lider zaynen atsinder
zaynen atsind gevendet tsu dir.

Vos farlang ikh mer?
Ikh vil opvishn mayn mames heyse trer,
dos ikh mayn bager,
ikh vil umkern tsu dir ikh shver.

Byalistok, bist mayn shenster kholem
Byalistok, ale mayne lider zaynen atsinder,
zaynen atsind gevendet tsu dir mayn heym.

inviata da Riccardo Venturi - 9/3/2017 - 11:11




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
9-3-2017 12:43

Białystok in rovine dopo la guerra.
Białystok in rovine dopo la guerra.


Due parole del traduttore. La traduzione è stata condotta sul testo yiddish, anche se per qualche termine, durante l'ascolto diretto, la traduzione polacca è stata di aiuto.
BIAŁYSTOK, CASA MIA

...Białystok, sei il mio sogno più bello,
Białystok, tutte le mie canzoni ora sono,
ora sono rivolte a te, casa mia.


Non ho perduto la speranza
di vedere la città dove sono nato,
di vedere casa mia, la mia amata casa
di assicelle, mattoni e argilla.

Così chiudo solo le palpebre,
sulle tue strade vedo capestri,
rovine, merda...il fascista
ti ha devastata, cara mia città natale, ahimè.

Białystok, ripenso a ogni viuzza, a ogni casa,
Białystok, ti bramo come un bambino brama il grembo della mamma,
Białystok, sei il mio sogno più bello,
Białystok, tutte le mie canzoni ora sono,
ora sono rivolte a te.

Che cosa desidero ancora?
Vorrei asciugare le calde lacrime di mia madre,
questo è il mio desiderio,
vorrei tornare da te, vorrei tanto.

Białystok, sei il mio sogno più bello,
Białystok, tutte le mie canzoni ora sono,
ora sono rivolte a te, casa mia.

Vedo la faccia pallida di mia madre
alla finestra sulla strada,
aspetta di confortarmi, aspetta e sa
che sarà liberata.

Vedo che arriva il giorno più bello
con nuovi tetti e finestre,
sarai liberata, sarai rinnovata
e ne proverrà grande gioia. [1]

Białystok, ripenso a ogni viuzza, a ogni casa,
Białystok, ti bramo come un bambino brama il grembo della mamma,
Białystok, sei il mio sogno più bello,
Białystok, tutte le mie canzoni ora sono,
ora sono rivolte a te.

Che cosa desidero ancora?
Vorrei asciugare le calde lacrime di mia madre,
questo è il mio desiderio,
vorrei tornare da te, vorrei tanto.

Białystok, sei il mio sogno più bello,
Białystok, tutte le mie canzoni ora sono,
ora sono rivolte a te, casa mia.
[1] Il termine simkhas indica propriamente la gioia, l'allegria per la festa di Simkhas Toyre.

9/3/2017 - 12:45




Lingua: Polacco

Traduzione polacca di Ewa Wroczyńska
Polskie tłumaczenie Ewy Wroczyńskej

Originariamente contribuita da Krzysiek Wrona. E' stata però risistemata seguendo l'andamento della canzone, con eliminazione di un termine (drzwami, alberi) che nel testo yiddish proprio non c'è. [RV]
BIAŁYSTOK MÓJ DOMU

...Białystok, jesteś moim najpiękniejszym snem,
Białystok, teraz wszystkie moje pieśni są o tobie
Teraz wszystkie moje pieśni są o tobie mój domu.


Mam niezachwianą nadzieję
Zobaczyć miasto, w którym się urodziłem
Zobaczyć mój dom, mój kochany dom.
Z drzewa, cegły i gliny.

Jak tylko zamykam oczy
Widzę na twoich ulicach szubienice,
Ruiny, gnój, faszysta spustoszył ciebie
Moje kochane rodzinne miasto, oj, oj, oj.

Białystok, pamiętam każdą uliczkę i każdy dom.
Białystok, tęsknię za tobą, jak tęskni dziecko za matką,
Białystok, jesteś moim najpiękniejszym snem,
Białystok, teraz wszystkie moje pieśni są o tobie,
Teraz wszystkie moje pieśni są o tobie.

Czego pragnę najbardziej?
Chciałbym otrzeć gorącą łzę mojej matki
To jest moim pragnieniem,
Chciałbym wrócić do niej, przysięgam.

Białystok, jesteś moim najpiękniejszym snem,
Białystok, teraz wszystkie moje pieśni są o tobie
Teraz wszystkie moje pieśni są o tobie mój domu.

Widzę pobladłą twarz mojej matki
Przez okno od ulicy,
Ona czeka mojego pocieszenia, ona czeka i wie,
Że będzie odkupiona.

Widzę, jak nadchodzi najpiękniejszy dzień
Z nowym dachem i oknem.
Zostaniesz wyzwolony, zostaniesz odnowiony
I będą ci towarzyszyć łzy radości.

Białystok, pamiętam każdą uliczkę i każdy dom.
Białystok, tęsknię za tobą, jak tęskni dziecko za matką,
Białystok, jesteś moim najpiękniejszym snem,
Białystok, teraz wszystkie moje pieśni są o tobie,
Teraz wszystkie moje pieśni są o tobie.

Czego pragnę najbardziej?
Chciałbym otrzeć gorącą łzę mojej matki
To jest moim pragnieniem,
Chciałbym wrócić do niej, przysięgam.

Białystok, jesteś moim najpiękniejszym snem,
Białystok, teraz wszystkie moje pieśni są o tobie
Teraz wszystkie moje pieśni są o tobie mój domu.

inviata da Krzysiek Wrona - 9/3/2017 - 12:48


Nemmeno il campo di concentramento ha fermato la musica. Il "violino della Shoa" o "violino del mistero" fu rinvenuto da Carlo Alberto Carutti a Torino, da un liutaio. Aveva intarsiata una stella di David in madreperla e celava al suo interno, in fondo alla cassa armonica, un cartiglio con il pentagramma, le note di una melodia e una breve, incredibile scritta: "Der Musik Macht Frei"......tra queste note c'era poi una serie di cifre, corrispondenti al numero di matricola di Enzo Levy, violinista poco più che ventenne, deportato insieme alla sorella Eva Maria, suicida, lanciatasi contro il filo spinato ad alta tensione. E sopra il pentagramma, è disegnato proprio un filo spinato. Quel violino oggi è al Museo Civico di Cremona. L'anno scorso ad aprile ero a Mantova, al teatro Bibiena, dove il maestro Francesco Lotoro, Ute Lemper, Moni Ovadia e amici hanno messo in scena "Songs for Eternity: Musiche dai lager" e quel violino è tornato a suonare.

Flavio Poltronieri - 9/3/2017 - 12:33


Bisogna anche aggiungere che esiste un'altra canzone con lo stesso titolo, Byalistok mayn heym. E' attribuita a Mordechai Gebirtig, ma è un'incongruenza perché Gebirtig era di Cracovia. Secondo il Freedman Catalogue l'autore è Avrom Shevakh, mentre il compositore è J[oseph] Ciganari. Della canzone esiste un video YouTube con immagini della città prima della guerra e una traduzione inglese nei sottotitoli:



La canzone avrebbe pieno titolo per essere inserita, ma purtroppo il Freedman Catalogue (che è un catalogo, non un sito di testi...) riporta soltanto i primi due versi della canzone; è non sembra esserci altro, da nessuna parte. Si dovrà cercare di procedere all'ascolto, sebbene non sia semplice da una voce tenorile.

Riccardo Venturi - 9/3/2017 - 13:42


Smutno tu :)



Grazie Rick

krzyś - 12/3/2017 - 03:13




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