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All Things Are Quite Silent

Steeleye Span
Lingua: Inglese


Steeleye Span

Lista delle versioni e commenti


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[18° secolo?]
Un brano tradizionale, quasi sicuramente di epoca settecentesca, il cui testo compare per la prima volta in una raccolta datata 1904.
Nel primo album degli Steeleye Span, “Hark! The Village Wait” del 1970.
Testo trovato sull’ottimo Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.

Hark! The Village Wait.

Lamento di una donna il cui marito è stato sequestrato da una “press-gang”, costretto con la forza ad arruolarsi nella Royal Navy… Cose che capitavano tra 600 e 700, quando ogni cosa era consentita in nome di Dio, del re e delle loro guerre… L’odiosa pratica terminò solo dopo la sconfitta di napoleone nel 1814.

All things are quite silent, each mortal at rest,
When me and my love got snug in one nest,
When a bold set of ruffians broke into our cave,
And they forced my dear jewel to plough the salt wave.

I begged hard for my darling as I would for my life.
But they'd not listen to me although a fond wife,
Saying: “The king must have sailors, to the seas he must go,”
And they've left me lamenting in sorrow and woe.

Through green fields and meadows we ofttimes have walked,
And the fond recollections together have talked,
Where the lark and the blackbird so sweetly did sing,
And the lovely thrushes' voices made the valleys to ring.

Now although I'm forsaken, I won't be cast down.
Who knows but my my true love some day may return
And will make me amends for my trouble and strife,
And me and my true love might live happy for life.

inviata da Bernart Bartleby - 19/5/2014 - 09:46


Nella versione interpretata da Shirley Collins in The Sweet Primeroses (pubblicato nel 1967 da Topic Records, che l'ha riedito in cd nel 1995) si ascoltano alcune varianti al testo. In particolare nel terzo verso della seconda strofa "seas" è sostituito da "wars". Il verso dice quindi così: "Saying: 'The king must have sailors, to the wars he must go'".

Riccardo - 22/9/2017 - 23:00



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Sergio Paracchini, da Terre Celtiche
TUTTE LE COSE ERANO PIUTTOSTO SILENZIOSE

Tutte le cose erano piuttosto silenziose, ogni mortale a riposo,
mentre io e il mio vero amore giacevamo comodi nel nostro nido,
quando un bieco gruppo di teppisti fece irruzione nell’alcova,
e costrinsero il mio caro tesoro a solcare l’onda salata.

Ho implorato intensamente per l’amor mio come se fosse la mia vita.
Ma non mi ascoltarono benché fossi una moglie affettuosa,
dicevano: “Il re ha bisogno di marinai, deve andare per mare”
e mi hanno lasciato nel lamento per il dolore e la sventura.

Attraverso verdi campi e prati abbiamo spesso camminato,
e abbiamo parlato insieme di affettuosi ricordi
dove cantavano così dolcemente l’allodola e il merlo,
e le belle voci dei tordi che risuonavano nelle valli.

Anche se mi ha abbandonata, non mi lascerò abbattere!
Chissà che il mio vero amore un giorno possa ritornare
per farmi scordare i problemi e le liti
e io e il mio vero amore vivremo felici per tutta la vita.

12/1/2024 - 08:35




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