Viviamo in tempi di guerra…di analisi statica.
Atto d'accusa. Mediazione di contesto.
Minaccia o movente politico…dettaglio assimilato!
Mantenere lo status quo attraverso il ricatto politico.
Strategia della tensione. Nuovi fronti eversivi.
Attacco alle istituzioni. Complotto.
E' un'ovvia risonanza concordata. Un affare di Stato.
…eccome! ma dovrei forse stupirmi o continuare a constatarlo? O cosa, dimmi? E quale lingua stiamo parlando adesso? E allora…che c'è veramente?…c'è che viviamo in tempi di guerra…in tempi in cui tutto diventa opportunità, atto d'accusa, mediazione di contesto, minaccia, movente politico. C'è che ogni eroico dovuto dissolve nell'analisi statica delle divergenze di dettaglio, trascinando dissapori ereditati e bandiere. C'è che la ferita pare ancora aperta ma - come spesso accade - assimilata al tacito consenso. C'è che attraverso proclami a sensazione, moniti, allarmismi, congiure e macchinazioni mediatiche viene alimentata una situazione di disagio e di concreta precarietà, finalizzata a destabilizzare i processi di autoconsapevolezza politica per l'acquisizione cosciente del quotidiano, ed a flettere ogni resistenza di scelta che non riconosca il compromesso storico…
Un affare di Stato.
E allora…c'è che non c'è soluzione, perché così conviene. C'è che ogni giorno ammorba l'enfasi, la spinta. C'è che guardandoci negli occhi, con gli indici puntati al cuore. C'è che ogni gesto, ogni parola, ogni labile dovuto mi allontana da compressi emotivi…o che forse sono solo un po' stanco…
C'è che anche furtivamente, per un istante o per un attimo soltanto…
C'è che Nei tuoi occhi, La gioia!
In attesa di riabbracciarti.
Atto d'accusa. Mediazione di contesto.
Minaccia o movente politico…dettaglio assimilato!
Mantenere lo status quo attraverso il ricatto politico.
Strategia della tensione. Nuovi fronti eversivi.
Attacco alle istituzioni. Complotto.
E' un'ovvia risonanza concordata. Un affare di Stato.
…eccome! ma dovrei forse stupirmi o continuare a constatarlo? O cosa, dimmi? E quale lingua stiamo parlando adesso? E allora…che c'è veramente?…c'è che viviamo in tempi di guerra…in tempi in cui tutto diventa opportunità, atto d'accusa, mediazione di contesto, minaccia, movente politico. C'è che ogni eroico dovuto dissolve nell'analisi statica delle divergenze di dettaglio, trascinando dissapori ereditati e bandiere. C'è che la ferita pare ancora aperta ma - come spesso accade - assimilata al tacito consenso. C'è che attraverso proclami a sensazione, moniti, allarmismi, congiure e macchinazioni mediatiche viene alimentata una situazione di disagio e di concreta precarietà, finalizzata a destabilizzare i processi di autoconsapevolezza politica per l'acquisizione cosciente del quotidiano, ed a flettere ogni resistenza di scelta che non riconosca il compromesso storico…
Un affare di Stato.
E allora…c'è che non c'è soluzione, perché così conviene. C'è che ogni giorno ammorba l'enfasi, la spinta. C'è che guardandoci negli occhi, con gli indici puntati al cuore. C'è che ogni gesto, ogni parola, ogni labile dovuto mi allontana da compressi emotivi…o che forse sono solo un po' stanco…
C'è che anche furtivamente, per un istante o per un attimo soltanto…
C'è che Nei tuoi occhi, La gioia!
In attesa di riabbracciarti.
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