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Quattro signori a Parigi vanno

anonimo
Lingua: Italiano


Lista delle versioni e commenti


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Fra il '19, fra l'anno '20
(anonimo)
Canzone della marcia della pace
(Maria Monti)


[1919/20]
interpretata da Maria Monti
Testo di anonimo su musica di Vincenzo Valente (per la canzone "Bambola")

Quattro signori: Da sinistra, il primo ministro del Regno Unito Lloyd George, il presidente del Consiglio italiano Orlando, il presidente del Consiglio francese Clemenceau e il presidente degli Stati Uniti d'America Wilson.
Quattro signori: Da sinistra, il primo ministro del Regno Unito Lloyd George, il presidente del Consiglio italiano Orlando, il presidente del Consiglio francese Clemenceau e il presidente degli Stati Uniti d'America Wilson.


Una canzone, come Fra il '19, fra l'anno '20, proveniente direttamente dal "Biennio rosso" del 1919/1920 che seguì immediatamente la I guerra mondiale prima della reazione fascista. I "quattro signori che vanno a Parigi" sono evidentemente i plenipotenziari delle potenze vincitrici che si recarono a Parigi per il trattato di Versailles. Il testo è ripreso da una delle primissime fonti delle CCG, il sito cantilotta.org. [RV]

*

Testo di autore sconosciuto, che sull’aria della canzone Bambola, con versi di Giulio Di Napoli (Giulio Trevisani) e musica di Vincenzo Valente, del 1919, commenta la Conferenza di pace tenutasi a Parigi nel 1919 dove i Big four (Wilson per gli USA, Clemenceau per la Francia, Lloyd George per l'Inghilterra e Vittorio Emanuele Orlando per l'Italia) avrebbero dovuto gettare le basi per un'equa ricostruzione dell'Europa dopo i disastri della guerra.

Anche questo canto proviene dal laboratorio torinese, raccolto da Jona e Liberovici nel 1960 dalla voce dell'operaia Anna Bertolina (1907) e, quantunque si presenti guasto in qualche punto, appare una lucida analisi della guerra vista come commercio, sordida divisione di bottino, crudele e fallimentare gioco di interessi sulla pelle dei popoli. Le ultime due strofe esprimono con forza le speranze e le illusioni suscitate nel proletariato dalla Rivoluzione dei soviet.

Franco Castelli
Quattro signori a Parigi vanno
a commerciare e a dividere il bottino;
la guerra han fatto, altro più non sanno,
e la vittoria vuoI la pace-inganno.

Il tribunale han confezionato
di giudicare la pace imputata
e la giustizia han dimenticato:
han troppa fame, han voglia di rubar,

Finito giugno, pace non è fatta
in sette mesi e più di discussione;
fan fallimento, tutto il mondo scatta,
gambe per aria par che debba andar,

Evviva dunque la rivoluzione,
la borghesia più non regnerà,
il bolscevismo sta per trionfare:
o dunque, o popolo, unito sta!

La dittatura del proletariato,
dopo la Russia, avremo in tutto il mondo;
viva il Soviet, Lenin glorificato
in un gran simbolo di civiltà!

Evviva dunque la rivoluzione,
la borghesia più non regnerà,
il bolscevismo sta per trionfare:
o dunque, o popolo, unito sta!

inviata da Riccardo Venturi - 5/12/2011 - 10:10


Se andate a vedere nella sezione mp3, vi accorgerete che Giorgio ha proposto questa canzone nell'interpretazione di Maria Monti. Mi sembra abbastanza curioso che un nome che sembra quello di Mario Monti al femminile venga proposto proprio oggi, 5 dicembre 2011, il giorno in cui il presidente del "governo tecnico" ha presentato la sua manovra economica che, vorrei per una volta non usare mezzi termini, ci ridurrà in miseria per "salvare il paese" dai danni provocati dall'ultraliberismo e dall'aver consegnato tutto quanto nelle mani di una finanza che non pagherà niente.

Si avrà purtroppo a parlare molto di questa situazione, anche su questo sito. Nel frattempo, però, colgo l'occasione per una piccola "comunicazione interna". Da quando sono tornato sul sito, ma in pieno accordo con il Webmaster e gli altri amministratori, sono stato letteralmente costretto a fare il "Mario Monti" delle CCG: tagli spietati. Qualcuno mi definisce ormai "Admin Tecnico". Stiamo cercando un'amministratrice che pianga come la Fornero.

Negli ultimi tempi, però, questo sito sta correndo il rischio di diventare ipertrofico. Sono pienamente cosciente che la sua "larghezza di vedute" è la sua principale ricchezza, ma vengono oramai proposte troppe canzoni che davvero non c'entrano nulla nemmeno a pigiarcele. E quindi abbiamo deciso di "sforbiciare" sui nuovi contributi. Il problema è che, prima di tagliare, siamo comunque obbligati a leggere quel che viene proposto (spesso in lingue straniere) e non ce la facciamo letteralmente più. Siamo pochi. La gestione di questo sito avrebbe bisogno oramai di una vera e propria segreteria che vi lavorasse in pianta stabile, non di cinque o sei scalzi e gnudi che non sanno più da che parte rigirarsi.

In linea di massima, ed in un modo assai più sincero della ministra piangente e del suo capo, ci duole assai tagliare delle canzoni, specialmente quelle che sono state munite di introduzioni abbastanza corpose; sappiamo che sono costate tempo e ingegno a chi le ha proposte; ma non possiamo più fare altrimenti, a meno di non cambiare il titolo del sito e di chiamarlo semplicemente "Canzoni", senz'altra specificazione.

Per cortesia, siate più aderenti al "topic" e controllate bene quel che state per inviare. Già l'interno stesso del "topic" consente molta larghezza, che può essere utilizzata a dovere; non andate oltre perché ultimamente, oltre che "perfidi", siamo anche sforbiciatori. Non senza dispiacere, ma assolutamente fermi. Una vera e propria macelleria canora.

Saluti e grazie a tutti.

Riccardo Venturi - 5/12/2011 - 12:15


Chissà cosa ne penserebbe, Riccardo, la Maria (che fu prima compagna di Gaber e, secondo me, di gran lunga migliore dell'Ombretta) del tuo accostamento al tecnocrate della fame in carica. :)) Intanto il suo vero cognome è Monticelli, e quanto al nome, María sembra avere una storia diversa di Mario, etimologicamente parlando..

Ci stanno conciando veramente per le feste, non c'è che dire.. E dire che credevamo che niente fosse peggio del Berlusca!

giorgio - 5/12/2011 - 13:55



Lingua: Italiano

Il testo della canzone originale (1919) da cui questa riprende la melodia

Anche questa è una canzone del tempo di guerra in cui il nemico era descritto con i tratti del barbaro stupratore



Versi di Giulio Di Napoli (Giulio Trevisani)
BAMBOLA

Notte d'ottobre, nuvole nel cielo,
il tenentino sogna la sua sposa,
ti vede o dolce bambola in un velo
nel reggimento stanco che riposa.
Quando ad un tratto fischia la mitraglia,
tuona il cannone nell’oscurità.
Avanti, avanti! Ferve la battaglia
ed il tenente ardito innanzi va!

Notte d'ottobre bambola sognava
e sorrideva d'un sorriso lieve,
nel suo lettuccio bambola sembrava,
un fiorellin che sbuca tra la neve.
A un tratto mille grida in lontananza
si desta e getta un urlo di terrore:
un uomo vede lì nella sua stanza
un uomo armato: il barbaro invasor!

Notte d'ottobre, bambola piccina,
non v'è il tuo amore nella notte oscura
quel soldataccio ride e s’avvicina
ed il tuo sguardo è pieno di paura.
in quella notte tutto fu devastato
perché il nemico infame vi passò,
ma l'indomani all’alba quel soldato
in quella stanza ucciso si trovò!

11/11/2019 - 15:29


Vabbè, ma che c'entra il testo della canzone originale?
E' solo l'aria quella che conta qui...

B.B. - 11/11/2019 - 15:37


Mi sembrava interessante che la parodia fosse fatta a partire da una canzone che parlava di guerra con accenti del tutto opposti

Lorenzo - 11/11/2019 - 15:45


Ah, ecco. Non avevo capito, anche perchè prima l'intro era sgrammaticata...

B.B. - 11/11/2019 - 15:50


La versione cantata è conforme all'originale. Questa canzone la sentivo cantare da mia madre che, nata nel 1910, poté udirla dai soldati che ritornavano alla fine della guerra.

Florestano Neri - 14/12/2020 - 16:56




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