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Telefono Azzurro (051/222525)

Fabio Concato
Lingua: Italiano


Fabio Concato

Lista delle versioni e commenti


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Se solo capissero che le colpe e i dispiaceri di un genitore non devono essere scaricati sui figli...ci sarebbe un mondo migliore, un mondo di bambini sani, adolescenti felice e uomini maturi...
Un brano commovente sulla denuncia di "persone" disumane contro creature fragili e indifesi.

Scritta nel 1989 e pensata come sostegno per l'associazione Telefono Azzurro, dedita alla tutela dei minori, "051/222525" - è il numero telefonico della stessa - esce inizialmente come 45 giri, ottenendo un gran successo e scalando le classifiche di vendita. In seguito, il brano entra a far parte di "Giannutri" (1990) - uno degli album più riusciti del nostro - tra la suggestiva "Speriamo che piova", le rockeggianti "Dancing Blu" ed "Entertainment", l'intensa "Senza far rumore". Di forte impegno sociale, "051/222525" descrive gli abusi compiuti sull'infanzia con la consueta grazia poetica, ma senza evitare la crudezza laddove essa sia necessaria ("babbo smettila di bere e non mi picchiare un'altra volta che ogni volta ho più paura e quando cerco di scappare non arrivo mai alla porta"), infine aprendosi a cupissimi e desolati scenari ("giuro che quando sarà grande mi voglio vendicare"), figliati pure dall'indifferenza di chi sa e tace ("basta chiudere la porta, in fondo a noi cos'è che importa"). Più volte riproposto da Concato, il brano viene interpretato in coppia con Lucio Dalla nel disco dal vivo "Voilà Concato live" (2003).

Francesco Troiano
E tutti fermi in fila ad aspettare
che scatti quel semaforo
avessi almeno la mia radiolina
che sentirla e' uno spettacolo
e guarda che ti ho visto
con le mani dentro il naso: sei romantico
e poi la stessa mano
te la passi tra i capelli: sei fantastico.
Ma quanti manifesti colorati
cosi' grandi non li ho visti mai
che gambe deliziose... Son le calze un po' velate,
tu non le compri mai
biscotti per l'infanzia, poveretta,
carte igieniche lunghissime
sentissi come e' morbida
e ogni volta viene voglia di "cosare".
E all' improvviso arrivi tu,
un manifesto in mezzo agli altri
su quel faccino quanti pugni, quante botte
ma lo sai che ti potevano ammazzare?
Su babbo smettila di bere
non mi picchiare un'altra volta
che ogni volta ho piu' paura
e quando cerco dl scappare
non arrivo mai alla porta
mi raggiungi e sei una furia
non c'entro niente coi tuoi guai,
non c'entro con i dispiaceri,
non ti ricordi, ieri, che mi portavi al mare?
E siamo ancora fermi ad aspettare
che scatti quel semaforo
avessi almeno la mia radiolina
che a sentirla e' uno spettacolo
e guardo il mio vicino è lì tranquillo
tramortito dal suo stereo
e arrivano frequenze cosi' basse
che divento tachicardico.
Ma quanti manifesti colorati
cosi grandi non li ho visti mai
c'e' un brandy un po' speciale per un fico eccezionale,
non me lo compri mai...
E detersivi cosi' intelligenti
che gli manca solo di parlare
e macchine potenti e prestigiose che se non puoi...
Le puoi rubare.
E all'improvviso torni tu,
un manifesto in mezzo agli altri,
e hai un faccino cosi' triste
che a guardarti dentro agli occhi
ci si potrebbe vergognare.
"ma babbo non ho fatto niente.
Non mi picchiare un 'altra volta
che ogni volta ho piu' paura,
e ho paura ormai di tutto,
di pensare e di parlare,
ho anche paura di dormire,
ma, giuro, quando saro' grande mi voglio vendicare:
non mi ricordero' mai piu' che mi portavi al mare".
E finalmente ci muoviamo tutti,
con te che mi vuoi stringere...
Io sto pensando ancora a quel faccino,
passa, se vuoi passare...
Ma quanti sono quei faccini
e quanto sono disperati
li senti piangere ogni notte
e non c'e' mai nessuno che li aiuti
e tutti a dire: "che vergogna!"
Ma tutti a chiudere la porta
"in fondo a noi cos'e' che importa,
il nostro bimbo e' qui che sogna"
ma per dio di la' c'e' un altro bimbo uguale
che ha bisogno di sognare
magari un padre un po' diverso
che lo porti un'altra volta al mare

inviata da Mione Daniele - 19/10/2011 - 16:22


Mah! Mione Daniele, perché non la scrivevi ogni parola un rigo ??
Così ti veniva ancora più lunga :)
(Alessandra)

E' toccato all'eroico staff di correggere...

20/10/2011 - 15:49


Una canzone violentissima, schierata, scritta probabilmente su commissione che contribuisce a distorcere la nostra cultura e a diseducare le persone.
Un grave infortunio artistico del Sig. Concato, secondo me.

Stefano - 26/11/2015 - 08:35


Come lasciare solo quei due commenti vergognosi probabilmente scritti da "persone" cresciute con il sedere nella bambagia.
Sono un testimone diretto di bambini miei coetanei massacrati da padri padroni col vizio del bere.
A distanza di più cinquant'anni si portano ancora con loro le ferite di quell'esperienza terribile.
Tutti e ribadisco tutti e tre sono finiti ai margini della società, ricalcando le orme dei loro padri per ciò che concerne il vizio del bere ma hanno evitato di avere figli, coscientemente e per una scelta lucida.
Prima di esprimere pareri o peggio ancora giudizi, pregasi connettere il cervello, se ne possedete uno.
Grazie per lo spazio, Gianluca

Erostrato - 25/11/2018 - 19:00


Io sono una persona che di abusi ne ha subiti, e mio padre non beveva e nemmeno mia madre e ogni volta che ascolto questa canzone piango... Io ho avuto figli e a differenza dei miei genitori guai a chi me li tocca... Quando ho avuto il primo pensavo a come si potesse far del male a un essere così piccolo e indifeso e cercavo di capire come avevano potuto fare del male a me i miei genitori... Poi a un certo punto ci ho rinunciato... Non potrò mai capirli perché io NON SONO COME LORO... e ne sono orgogliosa... Questa canzone è bellissima e struggente e fa capire alle persone che cosa è sbagliato... Concato è un grandissimo artista e un favoloso poeta... È riuscito a trasformare in musica una delle esperienze più brutte che una persona possa mai fare nella vita...

Sonia - 30/4/2020 - 04:24




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