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Every Bloody Emperor

Van Der Graaf Generator
Lingua: Inglese


Van Der Graaf Generator

Lista delle versioni e commenti


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The Ruin [Wrætlic is þæs wealstan]
(anonimo)
A Place to Survive
(Van Der Graaf Generator)
Arrow
(Van Der Graaf Generator)


[2005]
Entirely written (lyrics and music) by Peter Hammill
Scritta interamente (testo e musica) da Peter Hammill
Album: Present

I Van Der Graaf Generator nel 1971.
I Van Der Graaf Generator nel 1971.


Il brano è tratto dall'album "Present" che, nel 2005, sancì il ritorno di uno dei gruppi più grandi ed amati del rock progressivo britannico. L'autore è sempre l'ispiratissimo Peter Hammill
By this we are all sustained: a belief in human nature
and in justice and parity...all we have is the faith to carry on.

Imperceptible the change as our votes become mere gestures
and our lords and masters determine to cast us
in the roles of serfs and slaves
in the new empire's name.

Yes and every bloody emperor claims that freedom is his cause
as he buffs up on his common touch as a get-out clause.

Unto nations nations speak in the language of the gutter;
trading primetime insults the imperial impulse
extends across the screen.
Truth's been beaten to its knees; the lies embed ad infinitum
till their repetition becomes a dictum
we're traitors to disbelieve.
With what impotence we grieve for the democratic process
as our glorious leaders conspire to feed us
the last dregs of imperious disdain
in the new empire's name.

Yes and every bloody emperor's got his hands up history's skirt
as he poses for posterity over the fresh-dug dirt.
Yes and every bloody emperor with his sickly rictus grin
talks his way out of nearly anything but the lie within
because every bloody emperor thinks his right to rule divine
so he'll go spinning and spinning and spinning into his own decline.

Imperceptible the change as one by one our voices falter
and the double standards of propaganda
still all our righteous rage.

By this we are all sustained: our belief in human nature.
But our faith diminishes - close to the finish,
we're only serfs and slaves
as the empire decays.

inviata da Alessandro - 28/4/2006 - 21:36



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
3 gennaio 2015

vdggpres


Due parole del traduttore. All'inizio del 2015, Peter Hammill venne a ricordarci di che pasta sia fatta veramente la lingua inglese quando viene maneggiata, mettiamo, da un Peter Hammill. Questa canzone degli allora redivivi VDGG è presente nel sito da poco dopo la sua uscita; ve la mise un Bartleby che ancora si firmava ortonimo prima di seguire le orme eteronime di un Fernando Pessoa. Ha dovuto aspettare nove anni per una traduzione, ché in questo sito siamo fatti così. E' una canzone straordinaria, e scritta in un inglese straordinariamente difficile per il quale il traduttore deve sputarsi sulle manacce e accettare il gioco, mettendoci del suo. Notoriamente, quando il gioco vale la candela, non mi tiro mai indietro e mi espongo più che volentieri. Di solito, per la traduzione di un testo del genere metto quintali di note; per una volta voglio fare un esperimento. Non mettercene neanche una. Presentare il testo così come m'è uscito dalla tastiera, oramai semidistrutta, del mio pc. Mentre traducevo, più che all'Impero di Negri e Hardt pensavo ai Barbari di Crisso e Odoteo. Debbo dirlo. Saluti. [RV]
OGNI IMPERATORE DI MERDA

Questo a tutti ci sorregge: credere nella natura umana,
nella giustizia e nell'uguaglianza...tutto ciò che abbiamo per andare avanti, è la fede.

È impercettibile il cambio mentre i nostri voti diventano gesti e basta
e i nostri signori e padroni decidono di affibbiarci
i ruoli di servi, di schiavi
in nome del nuovo impero.

Sì, e ogni imperatore di merda proclama che la sua causa è la libertà
mentre rispolvera il suo parlare terra-terra per sortirne fuori.

Le nazioni parlano alle nazioni in un linguaggio da bassifondi;
scambiandosi insulti in prima serata, l'impulso imperiale
si spande per lo schermo.
La verità pestata e messa in ginocchio; le bugie si radicano all'infinito
finché ripeterle non diventa un assioma,
siamo traditori se non ci crediamo.
Con quanta impotenza ci preoccupiamo del processo democratico
mentre i nostri gloriosi leaders cospirano per darci in pasto
le ultime scorie del disprezzo imperiale
in nome del nuovo impero.

Sì, e ogni imperatore di merda fa la manomorta alla storia
mentre posa per la posterità sopra letame appena smosso.
Sì, e ogni imperatore di merda con il suo ghigno orrendo e spasmodico
parla svicolando da ogni cosa tranne dalla menzogna che ci sta dentro
perché ogni imperatore di merda pensa di regnare per diritto divino
e così gira e si rigira e si contorce e s'incastra nel suo stesso declino.

È impercettibile il cambio mentre le nostre voci balbettano una ad una
e i doppi standard della propaganda
placano tutta la nostra giusta rabbia.

Questo a tutti ci sorregge: credere nella natura umana.
Ma la fede ci sta calando, e sta per terminare.
Siamo solo servi, schiavi
mentre l'impero va in rovina.

3/1/2015 - 01:28


Nota. Ovviamente, da un testo del genere -credo- si capisce ancor meglio perché Peter Hammill sia andato a musicare e a cantare la versione in inglese moderno dell'antichissima The Ruin [Wrætlic is þæs wealstan]. Il tema della "decadenza dell'Impero" si rivela assai importante nella produzione di questo artista.

Riccardo Venturi - 3/1/2015 - 02:12


Non ho capito niente di quello che hai scritto, o meglio, sì, ma francamente non è importante né per me né per chi consulta il sito (eccezion fatta per le giuste tue lodi all'inglese colto del sommo Hammill :) ). Ad ogni modo, un mio blocco notte sul computer, mai più aggiornato, reca ancora un piccolo elenco di ottimi titoli da immettere in "Canzoni contro la guerra", solo che non sono mai riuscito a forzare la mia volontà - le solite scuse: stress, lavoro, impegni - e ho piantato lì, da troppo, ormai. Mea magna culpa, altro che i tuoi "nove anni di ritardo"! Tra l'altro io stesso avrei potuto tradurre e non l'ho fatto per questo brano e tantomeno per quelli che vado ad elencare poco avanti. Se sono ancora in tempo, comunque, e ho il tuo benestare, immetto le nuove canzoni con piacere. Calcola che io sono quello di "Common Ground" degli I.Q., "The Gates Of Delirium" (Yes), "Sequences" (Twelfth Night), "Nudo" del Banco e non mi ricordo cos'altro ancora. Il restante omonimo inseritóre di brani (che forse conosci di persona) non sono io.

Ciao.


Il "Bartleby" ;)

Alessandro - 28/2/2015 - 09:06




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