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Federica

Leoncarlo Settimelli
Lingua: Italiano



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Canzone dedicata a Federica Taglialatela vittima della "strage di Natale" sul rapido 904 Napoli-Milano il 23 dicembre 1984 (17 morti, 250 feriti).

Si veda Il sogno spezzato di Federica.

Leoncarlo Settimelli.
Leoncarlo Settimelli.



IL RAPIDO 904
da Reti Invisibili

S. Benedetto Val di Sambro (BO), 23 dicembre 1984. La "strage di Natale" del rapido 904 Lecce-Milano.
S. Benedetto Val di Sambro (BO), 23 dicembre 1984. La "strage di Natale" del rapido 904 Lecce-Milano.

Il 23 Dicembre 1984 il rapido “904” proveniente da Napoli e diretto a Milano era strapieno di viaggiatori. La maggior parte di essi andava a trovare i loro cari per le feste di Natale.

Quel treno non giunse a destinazione. Nella galleria di S. Benedetto Val di Sambro una volontà criminale, politico mafiosa, eversiva delle Istituzioni, volle un massacro di cittadini innocenti. Tutto fu predisposto per provocare il maggior numero possibile di vittime: l’occasione del Natale, la potenza dell’esplosivo, il “timer” regolato per fare esplodere la bomba sotto la galleria, in coincidenza del transito, sul binario opposto, di un altro convoglio. Solo il tempismo del conducente che prontamente bloccò la linea evitò una strage maggiore.

In quella galleria sono rimasti i corpi di 15 persone e centinaia ne sono usciti feriti in maniera anche gravissima, alcuni morendone a distanza di anni.

Elenco delle Vittime

Giovanbattista Altobelli
Anna Maria Brandi
Angela Calvanese
in De Simone
Anna De Simone
Giovanni De Simone
Nicola De Simone
Susanna Cavalli
Lucia Cerrato
Pier Francesco Leoni
Luisella Matarazzo
Carmine Moccia
Valeria Moratello
Maria Luigia Morini
Federica Tagliatatela
Abramo Vastarella

In seguito al trauma riportato:
Gioacchino Taglialatela
Giovanni Calabrò


RAPIDO 904: LA MANCATA VERITA’

ZEZI TEATRO
di Patrizia Tramma

Non vogliamo dimenticare: certo mai più si placherà il dolore scolpito nelle anime.

Allora per dare un senso alle morti dobbiamo ricostituire la “Memoria storica” che è consapevolezza sulle ragioni e sugli scenari che hanno prodotto la Strage e sull’atteggiamento delle Istituzioni.

Dopo il sangue, il terrore, il vuoto, i familiari delle vittime hanno affrontato la vicenda processuale.

In primo e in secondo grado la magistratura, in base alle risultanze raccolte dagli inquirenti, condanna all’ergastolo Pippò Calò, esponente di primo piano della Mafia, ed i suoi uomini per l’esecuzione materiale del reato di Strage, mentre un’accertata fattiva collaborazione di elementi di spicco della camorra quali Giuseppe Misso, porta nei suoi confronti, ed in quelli dei suoi uomini, a pesanti condanne detentive.

La Cassazione ribalta queste decisioni ignorando tutto il castello accusatorio sostenuto dalle prove raccolte dagli inquirenti e per mano di Corrado Carnevale annulla la sentenza nei confronti di Calò e Misso rinviando il giudizio ad altra sezione della Corte di Assise di Appello di Firenze.

La Corte, riformando parzialmente la sentenza, condanna per strage Calò, ma ne assolve Misso condannandolo per detenzione abusiva di esplosivo e riducendone la pena a soli tre anni.

Alla fine di questo giudizio di rinvio, stranamente due figure chiave del processo, Galeota, braccio destro di Misso, e sua moglie, sono uccisi in un agguato.

In un secondo giudizio di rinvio, a seguito di stralcio, il noto esponente missino Abbatangelo, già condannato in primo grado per strage alla pena dell’ergastolo, viene assolto da tale accusa per non aver commesso il fatto, e condannato per porto e detenzione abusiva di esplosivi.

La Corte di Cassazione rigetta, successivamente, i ricorsi proposti dai familiari delle vittime contro la sentenza di secondo grado nei confronti di Abbatangelo, e li condanna al pagamento delle spese processuali.

Dalla vicenda processuale del “Rapido 904” andata avanti per 5 lunghissimi giudizi, emerge un quadro inquietante in cui, alla strategia eversiva di destra, si lega la manovalanza mafiosa e camorristica che organizza e porta a termine con agghiacciante “professionalità” il compimento della strage.

La Commissione parlamentare Stragi, presieduta dal Senatore Gualtieri, nel 1994 ha evidenziato un chiaro contesto in cui sono maturate le azioni terroristiche riportabili alla strategia della tensione, senza riuscire in alcuni casi, come questo del “Rapido 904”, ad individuare un più ampio ambito di responsabilità, avvertendo che restano non pienamente chiariti i contesti diversi e i più ampi disegni strategici cui le stragi sono state funzionali.

Il lavoro della Commissione Parlamentare ha puntato il dito sulla distrazione e assenza dei servizi Sismi e Sisde che avrebbero dovute cogliere e segnalare ogni attività di tipo terroristico; ha illuminato il contrasto e le sue ragioni tra giudicati di diverso grado operato dalla Cassazione, ha evidenziato la possibilità e l’attualità della reiterazione di atti criminali alla scopo di turbare e condizionare lo svolgimento della vita democratica del Paese, mettendo in luce come nel caso dei più recenti attentati del 1993, vi sia stata un’opera sistematica di disinformazione della “falange armata” che si è avvalsa di un supporto informativo e logistico non disponibile sul semplice mercato criminale.

La ricostruzione del quadro processuale, come emerge dal lavoro delle Commissioni Parlamentari (v. anche le relazioni della Commissione presieduta dal Sen. Pellegrino) colpisce la evidente distrazione e in alcuni casi volontà di settori delle Istituzioni, di non fare piena luce sulle vicende di stragismo.

Noi non vogliamo dimenticare che invece dietro a questi orrori c’è stato un disegno preciso, volto a generare terrore, a condizionare la libera determinazione dei cittadini nell’esprimere la loro volontà politica, usando il sangue invece del confronto politico.

Non vogliamo dimenticare che la Giustizia alla fine ha condannato i Familiari delle Vittime al pagamento delle spese processuali, permettendo che personaggi implicati in vicende di tale gravità, facciano ancora parte della vita politica del paese.

Non vogliamo dimenticare che le Autorità territoriali non ci sono state vicine per mantenere la “Memoria Storica” di questa vicenda, testimoniando che solo attraverso la consapevolezza la cultura civile può contrastare la reiterazione di tali strategie che, purtroppo, oggi ritornano a turbare la vita del nostro Paese.

Non vogliamo dimenticare che solamente facendo luce su questa ed altre stragi, altri innocenti forse saranno risparmiati e che il silenzio della morte risuonerà di voci di Verità e di Giustizia.

***

La Costituzione della Associazione è avvenuta nel 1985. Come riportato nello statuto, essa non ha scopo di lucro e "si prefigge di ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta, nonchè l'integrale risarcimento dei danni morali e materiali subiti". Mira inoltre alla "formazione di una coscienza collettiva".





Federica Taglialatela, foto dal sito della Scuola Media Statale "Giovanni Scotti" di Ischia.
Federica Taglialatela, foto dal sito della Scuola Media Statale "Giovanni Scotti" di Ischia.



(B.B.)
Federica dagli occhi di mare
che lascia il suo porto
e ha voglia di andare.
Federica che come un gabbiano
attraversa il suo mare
diretta a Milano;
prende un treno che è pieno di gente
che si sposta per fare Natale;
mille storie di cui non sa niente
di gente già stanca che scende e che sale.
Lei però coi suoi dodici anni
sa che vuole andare a vedere
come è fatta la neve
e perché può dal cielo cadere.

Federica dagli occhi di mare
Che vede stazioni veloci passare;
suona a Roma una vecchia zampogna
poi viene Firenze ,si va per Bologna.
Come sale veloce quel treno che si tuffa nelle gallerie,
come fanno i delfini nei giorni d’agosto
seguendo chissà quali vie.
Ma di colpo è un mare di fuoco,
la tempesta si schianta d’intorno.
Il biglietto era solo d’andata e non c’è ritorno.

Federica dagli occhi di mare,
su quella montagna ti han fatto fermare;
hanno rotto le ali al gabbiano
e tu non hai visto la neve a Milano.

12/2/2006 - 19:21




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