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Inno antimilitarista

anonimo
Lingua: Italiano




Sull'aria dell' "Inno dei Lavoratori"

Non è che fossi tentato troppo dal "postare" la "mia" canzone contro la guerra.
Ma ritengo che vada fatta chiarezza su cosa sia il pacifismo, e cosa sia l'antimilitarismo, e come spesso sia solo quest'ultimo, alla fine, a rimanere a farsi carico della "battaglia per la pace". Anche dove gli altri, i pacifisti, ammainate le loro bandiere, non possono arrivare.
Credo che questa canzone riesca a rendere bene l'idea di come si possa essere per la "pace". Laddove si assume che c'è un solo modo per estirpare la guerra, definitivamente.

Francesco Senia (Dalla raccolta primitiva delle CCG).
Ci carpiscono ai ginocchi delle madri affettuose
ci rivoltano negl'occhi una benda di viltà
E poi ci armano la mano che non seppe mai ferir
ci ubriacano e lontano poi ci spingono a pugnar

Cade ognun per lo stendardo che la patria all'aria dà
se vedesse il nostro sguardo tremerebbe di pietà
Ma la mischia fratricida è più atroce nelle piazze
ove il popolo con grida chiede pane e libertà

Son pezzenti scamiciati sono i nostri genitor
che sfruttati ed affamati son costretti a scioperar
I vigliacchi gallonati ci costringono a sparar
son da noi assassinati quei che avremmo a vendicar

Siamo ciechi paladini di color che ci fan servi
siamo schiavi ed assassini pel dominio dei signor
Siamo poveri e incoscienti strumentacci di conquista
siamo sciabole viventi nelle man dell'oppressor

Su soldati alla rivolta! Il Dover deve cascar
ammazziamo questa volta chi c'ingiunge d'ammazzar!
Abbiam noi la forza in mano per poterci liberar
vinceremo se vogliamo le nostr'armi bene oprar.

E strappandoci la benda che ci fece vili e schiavi
la plebea lama tremenda impugnsare noi saprem!
Su avanti o miei fratelli su venite via con me
coi moschetti e coi martelli cadon l'are cadon i re!



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