Testo di Barbara Floreancig
Musica di Franco Giordani
Testo finale in lingua slovena di Margherita Trusgnach
Franco Giordani chitarra acustica, voce e coro
Leo Virgili chitarra elettrica, sinth e trombone
Alessandro Turchet basso
Elvis Fior batteria
Foto e illustrazioni: Ferruccio Clavora e Romeo Pignat "Lacrime nere" (Primalinea 2017), Ferruccio Clavora "Od duoma ... do čarnega paklà" (Unione Emigranti Sloveni del Friuli Venezia Giulia, 1997), Ferruccio Clavora e Riccardo Ruttar "La comunità senza nome" (Unione Emigranti Sloveni del Friuli Venezia Giulia, 1990), archivio fotografico famiglia Giuseppe Floreancig, Gruppo fotografico Recan - Foto Album degli emigranti della Benecia, 1986.
Parlato iniziale tratto dal video “Urbano Ciacci, l’ultimo minatore di Marcinelle“ (Associazione Bellunesi nel Mondo)
Sei partito come altri mille, sei partito e ritornato (Continues)
La battaglia del Cellina è una canzone nata quasi per scherzo lungo l'asse Emilia – Friuli da due amici musicisti di lunga data: "Il Dido" (Domenico di Donna), suonatore di Ghironda membro del gruppo "Me Pek e Barba" e il cantautore friulano Franco Giordani.
E' un brano goliardico ispirato alla recente esercitazione militare di Vivaro durante la quale per errore è stato colpito un allevamento di pollame.
I due si sono sentiti per telefono e hanno pensato: "Perchè non scriverci su una canzone?"
Il ritornello, inserito in un ritmo marziale, recita: "La battaglia del Cellina non fa morti sia ben chiaro. Solo polli e una gallina, è la guerra di Vivaro".
Col suo entusiasmo Dido ha coinvolto musicisti di livello nazionale come il batterista Tommy Graziani (figlio dell'indimenticabile Ivan Graziani che ha collaborato, tra gli altri, con Zucchero Fornaciari), la bassista Elisa Minari (ex Nomadi,... (Continues)
La Battaglia del Cellina non fa morti sia ben chiaro (Continues)
Una filastrocca che canta del vino. Racconta i profumi, racconta i sapori e lo fa con parole che scaldano il cuore, sciolgono la lingua e liberano segreti. Parole che cambiano di città in città, di paese in paese. Cosa c'è di più simile al vino che il dialetto con cui lo si può cantare?
Lingua Sarda Voce: Gigi Sanna (Istentales)
Parte musicale: Davide Guiso
Lingua Friulana Voce: Franco Giordani
Voce Bassa: Enrico Basello
Lingua Salentina Voce: Puccia (Apres la Classe)
Lingua Camuna Voce: Dario Canossi (I Luf)
N.B. testo trascritto ad orecchio, partendo dal testo in italiano
Dedicata al calciatore friulano Revelli Ruggero Grava,
Revelli Ruggero Grava nacque nel 1922 a Claut (PN) e i genitori successivamente decisero di emigrare in Francia. Ruggero si distinse subito nel settore sportivo, soprattutto in quello calcistico. Centravanti dal fisico potentissimo fu ingaggiato da diverse squadre e vinse il campionato francese con l'Olimpique Roubaix Tourcoing. Il grande Torino acquistò Ruggero Grava nel 1948. Ruggero gocò solo 3 partite andando a segno col Bruxelles in quanto all'epoca non si potevano effettuare le sostituzioni. Morì a Superga il 4 maggio 1949 nello schianto aereo che accompagnava la squadra dopo un incontro amichevole giocato a Lisbona. Claut gli ha dedicato il campo sportivo comunale.
Dalla pagina youtube dell'autore
A no l’è una ròba da nùa nàsse tal avrìl del vintidòi (Continues)
Questa è la spiegazione fornita dall'autore del testo, Luigi Maieron : "E' una canzone sulla diversità. La pelle diversa di un venditore ambulante è sfiorata da fiocchi bianchi di neve. Pelle scura che viene dal caldo e che prova la carezza gelida della neve. Una diversità si esprime in modo tanto semplice da sembrare naturale".
Collana Block Nota, 2022
www.francogiordani.com
www.nota.it
Testo di Barbara Floreancig
Musica di Franco Giordani
Testo finale in lingua slovena di Margherita Trusgnach
Leo Virgili chitarra elettrica, sinth e trombone
Alessandro Turchet basso
Elvis Fior batteria
Foto e illustrazioni: Ferruccio Clavora e Romeo Pignat "Lacrime nere" (Primalinea 2017), Ferruccio Clavora "Od duoma ... do čarnega paklà" (Unione Emigranti Sloveni del Friuli Venezia Giulia, 1997), Ferruccio Clavora e Riccardo Ruttar "La comunità senza nome" (Unione Emigranti Sloveni del Friuli Venezia Giulia, 1990), archivio fotografico famiglia Giuseppe Floreancig, Gruppo fotografico Recan - Foto Album degli emigranti della Benecia, 1986.
Parlato iniziale tratto dal video “Urbano Ciacci, l’ultimo minatore di Marcinelle“ (Associazione Bellunesi nel Mondo)