Τα 18 λιανοτράγουδα της πικρής πατρίδας
Mikis Theodorakis / Mίκης ΘεοδωράκηςGli Environs di Stefano Giaccone e Lalli offrirono una loro versione... | |
Τα 18 λιανοτράγουδα της πικρής πατρίδας I diciotto distici popolari della patria amara 1. Nuovo battesimo Parole povere son battezzate nella tristezza e nel pianto mettono ali e volano come uccelli e gorgheggiano. E quella parola nascosta la parola della libertà invece di ali mette fuori spade e fende i venti. 2. Colloquio con un fiore Cicladico ciclamino nella fessura della roccia dove hai trovato colori e fiorisci dove uno stelo e lievemente vibri ? Dentro la roccia raccoglievo il sangue goccia a goccia ho tessuto un fazzoletto color di rosa e ora raccolgo sole. 3. Attesa Così nell'attesasi dilatarono le notti dove il canto mise radici e si fece alto come un albero. E questi che sono in catene, mamma e quelli lontani in terra straniera cercano di trarre l'amaro "ahimé"e ne escono foglie di pioppo. 4. Popolo E' un piccolo popolo ma combatte senza spade né pallottole per il pane di tutta la gente la luce e il canto Sotto la lingua trattiene i lamenti e gli evviva e come si mette a cantarli si fendono le pietre 5. Commemorazione In un angolo sta il nonno nell'altro dieci nipoti e sulla tavola nove ceri conficcati nella pagnotta Le madri si strappano i capelli e i bambini tacciono e dalla finestra la Libertà osserva e sospira 6. Alba Piena di sole piena di grazia alba di primavera e dove si trovano occhi per vederti per darti il benvenuto ? Due carboni nel turibolo e due grani d'incenso e una croce di nerofumo (*) sull'archivolto della patria. 7. Non basta Grave e taciturno ammirava il creato ma la spada lo folgorò e ruggì come un leone Adesso non gli basta la voce non gli basta l'imprecazione per affermare il giusto gli occorre una carabina 8. Giorno verdeggiante Giorno verdeggiante pieno di sole bel declivio seminato campanacci e belati mirti e papaveri La ragazza tesse il corredo e il ragazzo intreccia panieri e i capri lungo la riva si pascono del bianco sale 9. Messa cantata Sotto i pioppi bianchi tutti insieme uccelli e capitani hanno cominciato la messa cantata col nuovo Maggio Le foglie brillano come ceri nell'aia della patria e dall'alto un falco legge il Vangelo 10. L'acqua Scarsa è l'acqua del macigno santificata dal silenzio dal posatoio dell'uccello dall'ombra dell'oleandro Di soppiatto la beve la banda dei clefti e solleva la gola come fa il passero e benedice la Grecia, nutrice dei poveri 11. Il ciclamino Un uccellino-fiore di rosa legato a un fuscellino sbatte al sole le sue alucce arruffate E se lo guarderai una volta ti sorriderà e se lo guarderai due e tre ti metterai a cantare 12. Esili ragazze Esili ragazzine sulla riva raccolgono il sale tutte piegate, tutte tristi - il mare neppur lo vedono E una vela, bianca vela fa un cenno nell'azzurro e siccome non l'hanno guardata si fa scura dal dispiacere 13. La bianca chiesetta La bianca chiesetta sul declivio di fronte al sole apre il fuoco dalla sua piccola stretta finestra E la campana su in alto legata al platano tutta la notte l'accorda per la festa di San Popolo 14. Epitaffio Il prode che è caduto a testa alta non lo ricopre l'umida terra non lo sfiora il verme Ala è la croce sul suo dorso e s'avventa tutto verso l'alto per unirsi alle grandi aquile e agli angeli d'oro 15. Qui la luce Non s'attacca qui a questi marmi sconcia ruggine né catena al piede del Greco e del vento . Qui la luce qui l'onda marina lingue dorate azzurre sbozzano cervi negli scogli sgretolano le catene 16. La costruzione Questa casa come verrà costruita le porte chi le metterà ché sono esili le braccia e inamovibili le pietre ? Taci: al lavoro le braccia si fanno più grandi e più lunghe e non scordare che per tutta la notte anche i morti danno una mano 17. Lui che è votato Qui tacciono gli uccelli anche le campane tacciono tace il triste Greco insieme coi suoi morti Ma sulla pietra del silenzio affila le unghie solo e senza aiuto votato alla libertà 18. La Grecità non piangerla La Grecità non piangerla là dove va a piegare il capo col pungolo nelle costole e la correggia sul collo Eccola, vola ancora e prende forza e si fa smisurata e trafigge la belva con la fiocina del sole. | GIOCATTOLI 1. rigenerazione parole povere nel pianto si battezzano nell'amarezza si fanno ali - volano, uccelli che cantano e la parola della libertà, quella nascosta spada si fa, non ala, e furiosa taglia i venti 2. luce per questo marmo non c'è ruggine non c'è catena per il vento qui il vento, qui la riva - lingue azzurre e dorate sulle rocce i cervi lottano e masticano i ferri 3. popolo senza armi e forza lotta il popolo per il pane, la luce, il canto del mondo sotto la lingua tiene gioia e dolori e tremano le rocce se prova a cantarli 4. costruzione come tirar su questa dimora, chi metterà le porte le pietre non si alzano le mani non ci sono calma! le mani lavorando fanno paura e seminano e non scordare che fino all'alba lavorano anche i morti |
(*) La notte di Pasqua il papàs, uscendo da dietro l'iconostasi nel buio della chiesa con un cero acceso, annuncia che Χριστὸς ἀνέστη*, Cristo è risorto, e col suo cero accende il cero del fedele più vicino e via via tutti i ceri vengono accesi per propagazione, così che la chiesa ne viene illuminata. Poi ciascuno col suo cero acceso tornerà a casa, difendendolo strada facendo dal vento: chi riuscirà a tenerlo acceso, traccerà col nerofumo una croce sull'archivolto della porta. Avrà un'annata buona. (GPT)
*L'espressione Χριστὸς ἀνέστη, comune nel greco moderno nel giorno di Pasqua, è però pienamente in greco classico (ἀνέστη è l'aoristo atematico del verbo medio ἀνίσταμαι "risorgo", da ἀνίστημι "suscito, faccio risorgere". [RV]