Romanca o trzech siostrach emigrantkach
Konstanty Ildefons GałczyńskiOriginale | Traduzione italiana letterale di Krzysiek Wrona |
ROMANCA O TRZECH SIOSTRACH EMIGRANTKACH Były ongi trzy siostry jak smętna niesie wieść, trzy dziewice żałobne, co nie miały co jeść: jedna była Amelia, druga była Ofelia, trzecia była Kordelia i wszystkie chciały jeść. Źle było, zimno było, a tu za wszystko płać, wszyscy krzyczą: pieniędzy ! lecz skąd pieniądze brać ? Nie pomagały lekcje, korepetycje różne, ciągle kieszenie siostrzyc były bezdennie próżne. I ciągle nie zapłacone to gaz, to znowu telefon. która dziewicom pomagasz, dopomóż, Genowefo ! Aż raz, pewnego wieczoru, gdy księżyc był taki sam, Ofelia o ustach sennych krzyknęła śmieszni: „Już mam !" „Cóż masz ? - spytały siostrunie - Cóż masz, najdroższa , cóż masz ? My też się chcemy pocieszyć I pofiglować aż". Ofelia podnosi palce i mówi siostrom tak : „Już wiem , jak wszystko naprawić , już wiem , czego nam brak . Musimy wyemigrować do Ameryki czy Wenezueli - słuchajcie najmędrszej siostry , słuchajcie siostry Ofelii!" Jechały długie tygodnie do dalekiej Wenezueli i powiększały się oczy Amelii , Ofelii , Kordelii . Lecz oto zbliża się koniec romancy katastrofalnej : ten dzień był tak szafirowy , srebrzysty i tak upalny . Siostrzyce były białe , ocean zielony jak paw - niestety ! wszystko zakończył najgłupszy w świecie traf . Wybuchła burza .Złotymi siekierami piorunów rąbał Posejdon , ocean nie pawiem , lecz był jak zielona trąba . Marynarze biegali , biegali kapitan krzyczał : „Oh yes!" a siostry patrzyły na wszystko oczami pełnymi łez . Wtem jako gwóźdź złoto-ostry w kadłub statku uderzył piorun i wszystko się zakończyło tego samego wieczoru . Ofelia w chwili ostatniej była tak ładną , tak ładną i z krzykiem : „Puder w kajucie !" jak inne poszła na dno . | LA ROMANZA DI TRE SORELLE EMIGRANTI C’erano una volta tre sorelle di cui si racconta la triste storia, tre prefiche vergini che non avevano da mangiare, una si chiamava Amelia, la seconda invece Ofelia, la terza era Cordelia e tutte volevano mangiare. Amelia ha i capelli neri più ancora della notte, Ofelia ha la bocca assonnata e il signor Kloc si è invaghito di lei, e Cordelia, la terza ha i pensieri pieni di bambini, erano proprio così le sorelle di cui si racconta la triste storia. Si stava male, faceva freddo, e tu devi pagare tutto, tutti gridano: “Dateci soldi!”, Ma da dove prendere il denaro? Così piangeva Amelia, così piangeva Ofelia, e il più forte era il pianto di Cordelia perché non ce la faceva più. Non aiutavano le lezioni, a niente serviva fare le tutrici, le tasche delle buone sorellone erano sempre vuote, come se fossero senza fondo. E sempre non pagate le bollette del gas o del telefono, oh, protettrice delle vergini Santa Genoveffa, aiutale! È successo una di quelle sere quando la luna era uguale e solita che Ofelia che aveva la bocca assonnata ha fatto uno sbraitio ridicolo: “Ecco, ce l’ho!”. “Cosa ce l’hai?” – hanno chiesto le sorelline – “Che ce l’hai, carissima, cosa ce l’hai? Di’, anche noi ci vogliamo consolare e persino divertirci un poco”. Ofelia alza le dita e dice così alle sorelle: “Lo so già come provvedere, come riparare tutto lo so che cosa ci manca. Dobbiamo emigrare in America o in qualch’altra Venezuela – date retta alla sorella più saggia, ascoltate la sorella Ofelia!” E la sera stessa, subito, quando la luna era uguale e solita, il portiere dalla barba roscia portava le valigie delle dame alla stazione. E qua, oh, caro lettore, vorrei avere in te un poeta, le tre sorelle sono partite per Danzica con i biglietti d’ingresso solamente. Ofelia dalla bocca assonnata era sonnolenta un pochino nel viaggio, invece Kloc si riempiva di vodka a Varsavia e diceva: “Eccola, la gehenna!” Si stava male a Danzica, tutto era diverso, ma finalmente sono salite a bordo, la sirena ruggì brutalmente e gli occhi delle sorelle erano umidi e quando la nave si staccò dalla banchina in una notte spaventosa e senza stelle, sulla costa si disperava questo traviato di Kloc. La nave andava, le settimane erano lunghe in quel viaggio verso il lontano Venezuela e diventavano sempre più grandi gli occhi di Amelia, Ofelia, Cordelia. Ma, ecco, si avvicina la fine della romanza catastrofica, era un giorno di un blu zaffiro, così argenteo e così afoso, le sorellone erano bianche, l’oceano smeraldo come un pavone – ma purtroppo è finito tutto per il più stupido puro caso. Si è levata una burrasca, con d’oro scuri di folgori spaccava ogni cosa Poseidone, e l’oceano più un pavone non era, ma come se fosse una verde tromba. I marinai correvano, correvano, il capitano gridava: “Oh, yes!”, mentre le sorelle guardavo tutto questo con gli occhi pieni di lacrime. All’improvviso, come da un chiodo appuntito-aureo lo scafo è stato trafitto da un fulmine e tutto è finito la sera stessa. Ofelia, in quest’ultimi istanti era così bella, così dolce e garbata e con un urlo: “Cipria in cabina!”, come le altre è affondata. |