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Prima del 2009-2-12

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Maria nella bottega di un falegname

Maria nella bottega di un falegname
Chiunque voglia correggerla, può farlo.
MARÎA 'NT 'A BUTÈGA D'UN LIGNAMÉ
(continua)
5/2/2009 - 16:28
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Ero povero ma disertore

anonimo
Ero povero ma disertore
"P.C., della provincia di Frosinone, anni 24, soldato del 17° fanteria; condannato alla pena di morte col mezzo della fucilazione nella schiena per diserzione in presenza del nemico.
(Tribunale militare di guerra del XXIII corpo d’armata. Ruda, 4 luglio 1917)

Il prevenuto mentre la sera del 6 giugno c.a. si trovava col proprio reparto nelle trincee di Palickisce in prossimità del nemico e mentre sapeva di dover portarsi colla propria compagnia in altre trincee ancor più avanzate del Velicki, si assentava arbitrariamente e scientemente dalle file del reparto, venendo arrestato il giorno 8 stesso mese dai CC.RR. a Papriano.
Il P. C. è comparso avanti il Tribunale macchiato già di una precedente condanna a venti anni di reclusione riportata nel novembre 1915 per codardia.
La pietà degli uomini, sospendendo la pena per il delitto infame commesso, aveva dato la possibilità a lui di redimersi,... (continua)
Alessandro 5/2/2009 - 15:26
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Parlando del naufragio della London Valour

Parlando del naufragio della London Valour
ehm, nella prima strofa ci sarebbe anche da correggere "un amore", senza apostrofo..
ciao
p.
paolo 5/2/2009 - 15:19
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Poca voglia di fare il soldato

Poca voglia di fare il soldato
"V.A. della provincia di Avellino, anni 26, scultore, possidente, alfabeta, già condannato per reati comuni, sergente nell’82° fanteria; condannato a 6 anni di reclusione ordinaria, lire 2.000 di multa e rimozione dal grado.

Il 27 giugno 1918 spediva dalla zona di guerra una lettera scritta con inchiostro simpatico nella quale così si esprimeva: “Qui la guerra va molto a lungo e non si può sopportare. E’ un macello completo del mio plotone… sono rimasti 5 di 42… non so che santo mi ha salvato in questi giorni… Ho capito che qui si tratta di far macellare la povera gente e per questo si fa la guerra… quando è l’ultimo siamo chiamati stupidi pure che abbiamo fatto tanto, chi l’ha capito si è già dato da fare e chi ha voluto la guerra resta a casa sua, oppure imboscato, i pover stupidi sitrovano qui a combattere…” ecc.; e continua in altro punto: “A me interessa più di tutto la vita… chi è... (continua)
Alessandro 5/2/2009 - 14:12

Fraternité

Fraternité
P.G. della provincia di Agrigento, anni 20, calzolaio, soldato del 140° fanteria: condannato a 5 anni di reclusione militare;
M.G. della provincia di Reggio Emilia, anni 21, contadino, caporale nel 140° fanteria: condannato a 20 anni di reclusione militare;
R.G. della provincia di Marsala, anni 36, contadino, soldato nel 140° fanteria: condannato a 5 anni di reclusione militare;
V.C. della provincia di Caltanisetta, anni 37, contadino, soldato nel 140° fanteria: condannato a 5 anni di reclusione militare.

Durante le giornate del 23 e 24 giugno 1917 militari del 3° battaglione del 140° fanteria si erano messi in contatto con militari nemici, scambiando con essi parole e oggetti (pane, limoni, tabacco), e trattenendosi in cortesi conversazioni.
Venute a conoscenza del fatto le superiori autorità, il comando del reggimento emanava ordini severissimi per impedire in modo assoluto ogni ulteriore... (continua)
Alessandro 5/2/2009 - 13:56
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Christmas 1914

Christmas 1914
D.B. della provincia di Salerno, anni 33, decoratore, coniugato, censurato, caporalmaggiore del 129° fanteria; condannato a 1 anno di reclusione militare; C.M. della provincia di Avellino, anni 24, contadino, censurato, coniugato, caporale del 129° fanteria, condannato a 1 anno e 1 mese di reclusione militare; M.E. della provincia di Arezzo, anni 23, celibe, già condannato per rifiuto di obbedienza, soldato del 129° fanteria, condannato complessivamente a 8 anni di reclusione.

La notte tra il 19 e il 20 dicembre un plotone della sesta compagnia del 129° fanteria rilevava da una trincea di monte Zebio un reparto del 130° fanteria. La neve era così abbondante che aveva coperto le feritoie e impediva di far fuoco. Fu proposto di scavare gradinate sulla neve per poter salire sopra le trincee e costruirvi degli appostamenti per i tiratori. Durante i lavori il caporalmaggiore D.B. ebbe vaghezza... (continua)
Alessandro 5/2/2009 - 13:22
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Chansons de La bande à Bonnot: 02. Les joyeux bouchers

Chansons de <i>La bande à Bonnot</i>:  02. Les joyeux bouchers
“C.A. della provincia di Livorno, anni 23, marinaio, celibe, soldato del 57° artiglieria; condannato a 4 mesi di reclusione.
Nel giugno 1916 spediva un manoscritto dal titolo “S’io fossi mamma – Ai coscritti” che contiene, fra l’altro, le seguenti frasi: “S’io fossi mamma ed avessi un figlio che dovesse andare in guerra ad uccidere esseri umani per i capriccio e l’interesse dei governanti…”, “…hai l’obbligo di rifiutarti di fare l’assassino…”, “…se mio figlio ubbidisse inconsciamente al comando dei macellai di carne umana…”, “… tua madre non ti stillò brutali sentimenti di vendetta nel cuore… non ti viziò il sangue con feroci pregiudizi di superiorità e di oppressione, mai ti inculcò nell’animo canaglieschi sentimenti di patriottismo bellicoso… la guerra è la più feroce esplosione della cagnesca vendetta e della superstiziosa brutalità, l’assassinio legalizzato…”.

Così si legge nella motivazione... (continua)
Alessandro 5/2/2009 - 13:09
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Spartaco

Spartaco
« ... Il y a dix ans le mot « Précaire » était seulement une chose qui concernait les écoles... Dix ans sont passés et le mot précaire représente 80 % des travailleurs italiens.
Comme il me plaît d'appeler les choses par leur nom, j'ai fait une réflexion : peut-être qu' une chose qui ressemble à une vieille usance qu'on appelle l'esclavage, devrait être appelée par son nom.
Et alors, il m'est venu à l'esprit que si la mode de l'esclavage revient, peut être devrait revenir à la mode aussi les anciens libérateurs.
Telle est la réflexion qu'Alessio Lega faisait dans l'introduction (inédite) à sa chanson durant une entrevue à Radio Popolare. »

Ici commence l'avis de Marco Valdo M.I.

Alessio Lega a parfaitement raison dans son approche de la réalité en définissant le travail, lorsqu'il est précaire, comme une forme de servitude et pour tout dire d'esclavage.
Mais une première constatation s'impose... (continua)
SPARTACUS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 5/2/2009 - 12:17
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Le déserteur

Le déserteur
"G. E., di Torino, anni 21, legatore, celibe, incensurato, soldato nel 2° genio; condannato all’ergastolo per tradimento.
Nell’ottobre 1917 e posteriormente facendo tra i militari propaganda per la conclusione della pace, raccogliendo offerte destinate a sovvenire un giornale che notoriamente propugnava la pace a ogni costo, tentava di togliere alle truppe la necessaria forza di resistenza per agire e per difendersi contro il nemico."

Da "Sentenze dei tribunali militari italiani durante la prima guerra mondiale". Documenti dell'archivio centrale dello Stato. Testo a cura di Gioacchino Maviglia. Luciano Manzuoli Editore, Firenze (1972/1973). Collana della Biblioteca del Lavoro, a cura de gruppo sperimentale coordinato da Mario Lodi. (Lire 1.250)
Alessandro 5/2/2009 - 11:19
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Mike Harding: Christmas 1914

Mike Harding: Christmas 1914
“Era Pasqua, era primavera e c’era la guerra: italiani e austriaci si fronteggiavano sul Carso, rintanati nelle opposte trincee, attenti ad ogni mossa del nemico. Tutta la notte l’artiglieria e la fucileria avevano crepitato e ora, alba del giorno di Pasqua, tutto taceva: sembrava che, per un segreto accordo, italiani e austriaci intendessero festeggiare la ricorrenza.
Durante tutta la mattinata durò il silenzio; i soldati avrebbero potuto mettersi a cavalcioni sull’orlo della trincea a fumare le sigaretta, sicuri di arrivare indisturbati fino alla cicca.
In quel silenzio un soldato italiano, Molòn, salì sopra i sacchetti a terra della trincea e incominciò a fare degli strani gesti verso gli austriaci: con le segnalazioni che si fanno a braccia usando l’alfabeto internazionale augurava la Buona Pasqua ai nemici.
Quasi subito uscì dalla trincea austriaca un soldato che si mise a fare gesti... (continua)
Alessandro 5/2/2009 - 11:01
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Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo)

anonimo
Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo)
"Gruppo di 7 giovanissimi contadini della provincia di Belluno, celibi, incensurati; 2 condannati a 5 anni e 7 mesi di reclusione ordinaria, 5 a 2 anni.
Gli accusati la sera del 21 gennaio 1917 si recavano nei pressi dell'accampamento di Bassanese, dove trovavasi a riposo il 2° battaglione del 136° fanteria, ed ivi intonavano ad alta voce una canzone che aveva per ritornello 'prendi il fucile e gettalo a terra, vogliamo la pace e non più la guerra'.
E' rimasto assodato che i prevenuti cantavano quella nefasta canzone, la quale non poteva avere altro scopo che quello di riuscire sediziosamente suggestiva per i soldati, oltre che scandalosa e pericolosa".

Da "Sentenze dei tribunali militari italiani durante la prima guerra mondiale". Documenti dell'archivio centrale dello Stato. Testo a cura di Gioacchino Maviglia. Luciano Manzuoli Editore, Firenze (1972/1973). Collana della Biblioteca del Lavoro, a cura de gruppo sperimentale coordinato da Mario Lodi. (Lire 1.250)
Alessandro 5/2/2009 - 08:16
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Mahmoud Darwish / محمود درويش : Bitaqat Hawiyyah / Identity Card

Mahmoud Darwish / محمود درويش : Bitaqat Hawiyyah / Identity Card
Anche al Polo Nord si è manifestato per Gaza: la manifestazione più a nord del mondo a Longyearbyen, capoluogo delle isole Svalbard

L'articolo tratto dal quotidiano online delle isole Svalbard, Svalbardposten, il quotidiano più a nord del mondo redatto in lingua norvegese, mostra la manifestazione che si è svolta a Longyearbyen il 19 gennaio scorso, durante la notte polare (che nell'arcipelago dura dal 14 novembre al 29 gennaio) ed alle quali hanno preso parte ottanta persone. Si fa presente che la popolazione totale di Longyearbyen ammonta a 2060 persone. La temperatura, secondo lo Svalbard Weather Report, quel giorno ha avuto una massima di -21°C ed una minima di -33°C. Le isole Svalbard sono situate ad una latitudine di circa 81°N.

Riportiamo l'articolo scritto dal giornalista Torill Ustad Stav:

Mellom 70 og 80 personer møtte fram for å vise sin støtte til sivilbefolkningen i Gaza under... (continua)
CCG/AWS Staff 5/2/2009 - 00:16

Signé Vittorugo

Signé Vittorugo
Signé Vittorugo
Chanson française - Signé Vittorugo – Marco Valdo M.I. – 2009
tirée d'un récit de Riccardo Venturi : « Victor Hugo ».

Riccardo Venturi prétend urbi et orbi qu'il est mon camarade et mon ami. Cela me réjouit grandement, j'en augure les meilleures choses et je le remercie publiquement de ces très estimables compliments.
Il m'a fait cadeau de deux photos d'Elbe. Elles ouvrent de sublimes perspectives. Elles me rappellent le couvent abandonné que j'ai failli acheter là-bas au-dessus du Golfe de Gênes. J'ai failli acheter, mais je n'avais pas assez d'argent. On peut toujours rêver, n'est-ce pas. C'était pas cher cependant, mais bien trop cher pour moi. Que faire quand on n'en a pas ? Passer son chemin et continuer en rêvant.
Un vrai potlatch qu'on est en train de faire. Je lui fais , à mon tour, un cadeau, dont j'espère sincèrement qu'il lui chauffera le cœur. C'est une canzone.... (continua)
Un an de plus, un ami en moins
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I 4/2/2009 - 22:58
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Bergen-Belsen moje

Bergen-Belsen moje
Version française – BERGEN-BELSEN – Marco Valdo M.I. – 2009
D'après la version italienne de Riccardo Venturi – 2009

Le camp de Bergen-Belsen ( ou plus communément Belsen) était un camp de concentration nazi situé dans la Basse-Saxe, au sud-est de la ville de Bergen, près de Celle. Entre 1943 et 1945, on estime que 50.000 personnes moururent dans le camp, dont 35.000 de typhus dans les cinq premiers mois de 1945.

Au camp de Bergen-Belsen, entre autres, moururent l'écrivain et peintre Josef Čapek, la jeune Anne Frank et sa sœur Margot.
L'acteur et cinéaste Roberto Benigni est fils d'un ex-déporté du camp de Bergen-Belsen.
BERGEN-BELSEN
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 4/2/2009 - 19:47
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Emigration song

Emigration song
Per DonQuijote 82. Ovviamente la canzone non te la abbiamo potuta approvare...perché c'era già :-) Cogliamo l'occasione per raccomandare a tutti i collaboratori di verificare con un "cerca" approfondito (ad esempio impostando parole chiave) se una data canzone non sia già presente nel sito.
CCG/AWS Staff 4/2/2009 - 19:09
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Welcome in Occident

Welcome in Occident
da "King of Bongo" (1991)
C'mon you little eastern bird
(continua)
inviata da DonQuijote82 4/2/2009 - 17:14
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Red Army Blues

Red Army Blues
London April 1982
On "A Pagan Place" and "The Whole Of The Moon"

Years after this song was released I received a letter from a Russian man who said every word of the song was true except the line "It's not how many Germans you kill that counts, it's how many people you set free"(first verse). He told me "people went to the war to kill Germans". I realize that when I wrote the song I allowed youthful idealism to distort the sense and truth of the song with an out of context pacifist sentiment. I have now changed it. Mike Scott)

Al Stewart's 1974 song "Roads to Moscow" tells a very similar story. Both songs are based upon the book The Diary of Vikenty Angorov.
When I left my home and my family
(continua)
inviata da DonQuijote82 4/2/2009 - 16:35
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#36 (Everyday)

#36 (Everyday)
[1999]
Dal live album "Listener Supported"

Una canzone dedicata a Chris Hani, dirigente di "Umkhonto we Sizwe", l'organizzazione armata dell'ANC sudafricano, assassinato su mandato di un parlamentare segregazionista, Clive John Derby Lewis.
Yeah, yeah I scream...
(continua)
inviata da Alessandro 4/2/2009 - 14:35
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No More War

No More War
Singolo del 1978.

Il musicista e produttore roots reggae giamaicano Prince Far I era certamente uno tosto, uno che cantava le cose chiare e che, seppur politicamente impegnato, disdegnava le battaglie fra partiti e fazioni che alla fine degli anni '70 insanguinavano le strade di Kingston e dell'isola intera... Nel 1983 dedicò il suo ultimo album alla lotta contro l'apartheid in Sudafrica, intitolandolo all'organizzazione di resistenza armata "Umkhonto we Sizwe" (o MK), espressione dell'African National Congress. Ma prima che l'album vedesse la luce, Prince Far I fu trucidato nella sua casa di Portmore da assassini rimasti sconosciuti. Si parlò di una vendetta per un debito non saldato, ma sono molti a pensare che si sia trattato di un omicidio politico...
Demagog rules mean: war
(continua)
inviata da Alessandro 4/2/2009 - 14:19
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Los Macheteros/Spear of A Nation

Los Macheteros/Spear of A Nation
[2009]
Album "Gutter Tactics"

La prima strofa riporta le date delle azioni dei cosiddetti “Macheteros”, i militanti del Boricua Popular Army, organizzazione clandestina armata portoricana, nata sulle ceneri delle FALN (Fuerzas Armadas de Liberación Nacional), che propugna la liberazione di Puerto Rico dalla soggezione statunitense. L’FBI ancora oggi cataloga “Los Macheteros” tra i gruppi terroristi. Il capo storico dell’organizzazione è stato Filiberto Ojeda Ríos, ucciso dagli agenti federali statunitensi nel 2005, citato nella prima parte del coro del brano, insieme ad altri dirigenti dell’organizzazione.

La seconda parte del coro riporta invece i nomi dei dirigenti di “Umkhonto we Sizwe”, “Spear of the Nation” in inglese, il braccio armato dell’African National Congress sudafricano.

La seconda ed ultima strofa si riferisce alle azioni armate condotte dai militanti di Umkhonto we Sizwe e si chiude con la loro sospensione nel 1990, in vista della fine del sistema di apartheid.
December 11th 1974: 336 East 110th Street East Harlem.
(continua)
inviata da Alessandro 4/2/2009 - 13:42
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Who Medgar Evers Was...

Who Medgar Evers Was...
[2009]
Album "Gutter Tactics"
Tell the truth, you never knew who Medgar Evers was...
(continua)
inviata da Alessandro 4/2/2009 - 13:13
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Blessed are They Who Bash Your Children's Heads Against A Rock

Blessed are They Who Bash Your Children's Heads Against A Rock
[2009]
Album "Gutter Tactics"
What Malcolm X said when he got silenced by Elijah Mohammed was in fact true, America’s chickens…are coming home to roost.
(continua)
inviata da Alessandro 4/2/2009 - 13:08
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Opiate the Masses

Opiate the Masses
[2004]
Album "Absence"

Certamente per il percorso "Antiwar Anticlericale"...

"...Blind faith forms fanatical combat..."
"...This Christian Jihad will bleed the poor man..."
"...Genocide from Genesis to last chapter..."
"...Your holy books only increase bloodshed..."
"...The role of religion in the domination and the destruction of African civilization is so shameful..."

... ma soprattutto:

"... Quindi, 'fa 'n culo al vino cattivo ed all'ostia rafferma,
quel pallido hippie nel vostro ritratto non potrà mai essere il mio salvatore..."

Boia dè!
Blasphemous breath remains accurate
(continua)
inviata da Alessandro 4/2/2009 - 09:16

Les pas perdus

Les pas perdus
Les pas perdus

(19 septembre 1943 - Suite en plusieurs tableaux.)
Chanson française - Les Pas Perdus – Marco Valdo M.I. – 2009

Les Pas Perdus est la dixième étape d'un cycle de chansons qui raconte l'histoire d'un jeune Italien qui déserta pour ne pas servir le fascisme; réfugié en France, il fut rendu par les pétainistes aux sbires du régime, emprisonné. Les étapes ultérieures de ce tour d'Italie un peu particulier se prolongent en Allemagne et racontent la suite de l'aventure qui se terminera à Dachau.
Comme on le découvrira ici, ces canzones racontent l'histoire d'un homme, aujourd'hui âgé de 88 ans, mais encore plein de vie, qui habite quelque part loin de l'Italie dans le Limbourg près de la frontière hollandaise, en pays flamand. Il s'appelle encore et toujours Joseph Porcu (en Italie, Giuseppe), il est né en Sardaigne et connut une vie passablement agitée. Il connaît et suit... (continua)
Cinq heures du matin, fin du repos.
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 3/2/2009 - 22:46

Ir merdaiolo

Ir merdaiolo
Testo di Fabio Meini

Il testo della canzone è ripreso da Rime Pisane
Io mi chiamo John Mc Queen
(continua)
inviata da Silva 3/2/2009 - 20:33

La paix

La paix
Versi di Gaston Couté
Musica di Léo Daniderff (nome d’arte di Ferdinand Julien Niquet, 1878-1943), compositore
Conosciuta anche con i titoli alternativi de “Chanson pour les conscrits” e “Grève”
(fonte: “L’Intégrale du Vent du Ch’min”, pubblicazione integrale delle opere di Couté.)

Gaston Couté naît le 23 septembre 1880 à Beaugency, dans la Beauce. Poète dans l'âme, pacifiste et carrément anarchiste, il monte à Paris pour ses dix-huit ans. Venant de Meung – où passèrent deux autres poètes Jehan de Meung et François Villon, il fait métier de chansonnier à Montmartre, où il meurt rongé dans la misère, rongé par la tuberculose et l'absinthe. À trente et un ans, le 28 juin 1911. Il sera porté vers sa dernière demeure par les ouvriers qui font le métro de Paris. La raison en est qu'il servait une chanson par semaine au journal La Guerre Sociale, de ces chansons qui fleurent bon la révolution... (continua)
Des gâteux qu'on dit immortels,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I 3/2/2009 - 19:23
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Bomb Yourself

Bomb Yourself
[2004]
Album "Desperate Youth, Blood Thirsty Babes"

Allmusic says that "Bomb Yourself" is an "antiwar meditation," but I've looked hard for the last hour and I can't find it.

Oh, I'm sure TVotR think war is bad, and I'm sure they're the good guys, but as you grab the words away from the otherworldy harmonies, separate them from the spacy swirl of electronics, all you find is a hint of apocalypse.

Not like the apocalypse you might find in a Metallica song, brought on by Chthulhu or some scimitar-clutching warrior. No, keeping in mind that TV On the Radio were formed in the short aftermath of 9/11, the apocalypse they touch upon is the same one we all worry about, the kinds that New York and Bali and Madrid have seen a share of.

As Dan Aykroyd might say, it's real wrath-of-God type stuff:

Your final fantasy
For your final days
Oh baby it's the infancy

No fucking around, the... (continua)
Bomb your country
(continua)
inviata da Alessandro 3/2/2009 - 11:47
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And When They Ask Us

And When They Ask Us
E QUANDO CI CHIEDERANNO
(continua)
inviata da Kiocciolina 3/2/2009 - 10:49
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Il mondo così non va

Il mondo così non va
Brano beat risalente al 1967.
il testo l'ho trovato su Musica & Memoria.
(Alessandro)
Il mondo così non va
(continua)
inviata da Alessandro 3/2/2009 - 08:18
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On Morecambe Bay

On Morecambe Bay
Dopo quelle di Stefano Giaccone e di Ron Trueman-Border, ecco un'altra canzone dedicata alla strage di Morecambe Bay del febbraio 2004: 21 immigrati irregolari di nazionalità cinese, sfruttati da una gang di loro connazionali ed impiegati nella raccolta dei frutti di mare per i ristoranti di lusso, morirono annegati, sorpresi dalla marea.

La canzone è stata postata su Mudcat dallo stesso Kevin Littlewood, con la seguente introduzione:

[This song] "commemorates the events on the night of 5/6 February 2004 when at least 23 Chinese men and women were killed on the cockle beds of Morecambe Bay. One press report mentioned that some of the workers, and their families at home in China, called the area 'devil bay'; the phrase triggered a childhood memory of warnings that there was 'the devil of a tide' there. I wrote this song in solidarity with those who live and work along this coast.

It's always... (continua)
Out beyond the street lamp's empire
(continua)
inviata da Alessandro 3/2/2009 - 08:07

Les Bombes des quatre saisons

Les Bombes des quatre saisons
Les Bombes des quatre saisons

Chanson française – Les Bombes des quatre saisons – Marco Valdo M.I. – 2009

Comme disait ma grand-mère : à force de jouer avec des allumettes, on finit toujours par se brûler...
Comme disait mon professeur de philosophie, quand on joue au con, on finit toujours par gagner...
Comme il disait encore, si vous voulez jouer au con avec moi... Je suis le plus fort et je vous jure que je gagnerai...
Tout çà mit ensemble et on a le portrait exact du jeu le plus idiot que les cerveaux lents ont inventé : la guerre.
Tant qu'on massacrait de façon artisanale, à la main, les dégâts quoique gênants, restaient limités et on arrivait encore à calmer les belligérants à temps.
Maintenant, avec leurs fusées téléguidées, leurs zinzins industrialisés, les bombes tombent comme des pommes dans les vergers de Normandie. On ne prend même plus la peine de les ramasser... Elles... (continua)
Que faire des pommes tombées
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 3/2/2009 - 00:14
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Fuck Armageddon... This Is Hell!

Fuck Armageddon... This Is Hell!
FANCULO ALL'APOCALISSE, SIAMO GIA' ALL'INFERNO
(continua)
inviata da Fabio 2/2/2009 - 18:52
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Il Pescatore

Il Pescatore
Appello a tutti i galliatesi: se trovate errori di qualunque tipo correggeteli!!!!
I PISCADÔ
(continua)
2/2/2009 - 16:45
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La ballata dell'eroe

La ballata dell'eroe
Se ho commesso qualche errore di scrittura, chi vuole può correggerlo.
A BALÀDA DA L'ERÒE
(continua)
2/2/2009 - 16:04
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Sangre d'Ochobre

Sangre d'Ochobre
Album: "Sangre d´Ochobre" (2004)


(Lletra Pepe Fueyo, música Skanda, canta con nosotros Oti Mendez)

El título del disco hace referencia al nombre de un batallón en Asturias durante la Guerra Civil. La canción homónima fue nominada a la "Mejor Canción en Asturiano" del 2004 en los Premios de la Música que promueve la SGAE. Esa misma canción fue elegida la mejor del 2004 en el diario digital www.asturies.com.

wikipedia

*

Il titolo del disco fa riferimento al nome di un battaglione nelle Asturie durante la guerra civile. Il ritornello è basato su una ninna nanna tradizionale.
Paxiarinos qu'alegre cantais
(continua)
inviata da DonQuijote82 2/2/2009 - 14:26
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La guerra di Piero

La guerra di Piero
GALLIATESE / GALLIATE DIALECT

Una versione de "La guerra di Piero" in galliatese, il dialetto di Galliate (provincia di Novara).
Avendo molti fonemi, il galliatese non è facile da scrivere.
Perciò chiunque più esperto di me può, se vuole, rimaneggiarla e correggerla.
A GUÈRA DI PIDRÎN
(continua)
1/2/2009 - 16:51
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Sur une Nappe de Restaurant

Sur une Nappe de Restaurant
Sur une Nappe de Restaurant

Chanson française de Jacques Dutronc



Si jamais, il fallait refaire de la chanson en langue française...

Il faudrait recommencer à partir de Dutronc et percevoir dès le départ que le fond de Dutronc, qui devînt ainsi son fonds, c'est l'humour. Humour toujours ! Dutronc, c'est le temps de l'humour et de l'aventure... Dutronc aurait dû se faire un instant Luis Mariano et chanter de sa belle voix de ténor aussi :

Plaisir d'humour ne duuuure qu'un moment
Chagrin d'humour duuuure toute la viiiie !

En se tenant les roubignoles, comme il le faisait si bien en présentant dans les soirées de bonnes sœurs, de bonnes mœurs et de bonnes compagnies, son rébus cinématographique: Une salière dans la main droite qu'il agitait au-dessus de ses roubignoles bien tenues dans dans la gauche.
Vous donnez votre langue au chat ? Le saleur de la paire... Sic !
À la consternation... (continua)
Sur une nappe de restaurant
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/2/2009 - 16:04
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Inno bielorusso

Inno bielorusso
Il paradiso è uno,è qui ora
(continua)
inviata da SILVIA 1/2/2009 - 15:34
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Madame l'Existence

Madame l'Existence
Madame l'Existence

Chanson française de Jacques Dutronc (2003)

Si jamais, il fallait refaire de la chanson en langue française...

Il faudrait recommencer à partir de Dutronc et percevoir dès le départ que le fond de Dutronc, qui devînt ainsi son fonds, c'est l'humour. Humour toujours ! Dutronc, c'est le temps de l'humour et de l'aventure... Dutronc aurait dû se faire un instant Luis Mariano et chanter de sa belle voix de ténor aussi :

Plaisir d'humour ne duuuure qu'un moment
Chagrin d'humour duuuure toute la viiiie !

En se tenant les roubignoles, comme il le faisait si bien en présentant dans les soirées de bonnes sœurs, de bonnes mœurs et de bonnes compagnies, son rébus cinématographique: Une salière dans la main droite qu'il agitait au-dessus de ses roubignoles bien tenues dans dans la gauche.
Vous donnez votre langue au chat ? Le saleur de la paire... Sic !
À la consternation... (continua)
Je voudrais m'acheter
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/2/2009 - 15:24
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L'ère de rien

L'ère de rien
L'ÈRE DE RIEN

Chanson française de Jacques Dutronc - 2003

Si jamais, il fallait refaire de la chanson en langue française...

Il faudrait recommencer à partir de Dutronc et percevoir dès le départ que le fond de Dutronc, qui devînt ainsi son fonds, c'est l'humour. Humour toujours ! Dutronc, c'est le temps de l'humour et de l'aventure... Dutronc aurait dû se faire un instant Luis Mariano et chanter de sa belle voix de ténor aussi :

Plaisir d'humour ne duuuure qu'un moment
Chagrin d'humour duuuure toute la viiiie !

En se tenant les roubignoles, comme il le faisait si bien en présentant dans les soirées de bonnes sœurs, de bonnes mœurs et de bonnes compagnies, son rébus cinématographique: Une salière dans la main droite qu'il agitait au-dessus de ses roubignoles bien tenues dans dans la gauche.
Vous donnez votre langue au chat ? Le saleur de la paire... Sic !
À la consternation générale... (continua)
Les patrons sont à la chaîne
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/2/2009 - 15:03
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L'opportuniste

L'opportuniste
L'OPPORTUNISTE

Chanson française de Jacques Dutronc

Si jamais, il fallait refaire de la chanson en langue française...

Il faudrait recommencer à partir de Dutronc et percevoir dès le départ que le fond de Dutronc , qui devînt ainsi son fonds, c'est l'humour. Humour toujours ! Dutronc, c'est le temps de l'humour et de l'aventure... Dutronc aurait dû se faire un instant Luis Mariano et chanter de sa belle voix de ténor aussi :
Plaisir d'humour ne duuuure qu'un moment
Chagrin d'humour duuuure toute le viiiie !

En se tenant les roubignoles, comme il le faisait si bien en présentant dans les soirées de bonnes sœurs, de bonnes mœurs et de bonnes compagnies, son rébus cinématographique: Une salière dans la main droite qu'il agitait au-dessus de ses roubignoles bien tenues dans dans la gauche.
Vous donnez votre langue au chat ? Le saleur de la paire... Sic !
À la consternation générale... (continua)
Je suis pour le communisme
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/2/2009 - 14:51
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Τα 18 λιανοτράγουδα της πικρής πατρίδας

Τα 18 λιανοτράγουδα της πικρής πατρίδας
Dialogo con un fiore e Ciclamino: quando parecchi anni fa tradussi, per me e i pochi amici curiosi della Grecia, le 18 λιανοτράγουδα di Ritsos, non mi capacitavo, io che sono lombardo e prealpino e che i ciclamini li ho sempre visti spuntare dal muschio umido e ombroso dei sottoboschi, non mi capacitavo di cosa ci facesse un ciclamino "nella fessura della roccia" e di come facesse a "prendere il sole". Finché un giorno d'estate, invece di andare a fare il bagno, presi la bicicletta su per una salitaccia e poi, a piedi, mi arrampicai su un βράχο panoramicissimo, in cima al quale da diverse estati mi chiamava una cappella del solito Profeta Elìa, che abita e denomina uno sterminato numero di monti, colli e rupi della Grecia. E lì, nella fessura della roccia mi vennero incontro i ciclamini, proprio quelli di Ritsos. Non sono profumati come i nostri, ma frullano al vento e bevono il sole. Ritsos ne ha fatto un simbolo dei suoi Greci, che si nutrivano di poco in quella terra dura e assolata, ma che bevevano la vita e davano vita al canto.
Gian Piero Testa 1/2/2009 - 13:25
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La médaille

La médaille
Video dell'interpretazione di Alessio Lega e Mokacyclope

adriana 1/2/2009 - 09:37




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