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Fortunate Son

Fortunate Son
dall'album VI del 1987
FORTUNATE SON
(continua)
2/4/2019 - 22:52
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Guerra a la guerra por la guerra

Guerra a la guerra por la guerra
[1939-40]
Una poesia dalla raccolta "Entre el clavel y la espada (1939-1940)", pubblicata a Buenos Aires nel 1941

Musica del compositore siciliano Salvatore Calafato (1933-1988), "per baritono e sei executori", 1967
Più recentemente (2016) nell'album "Sonetos y poemas para la libertad" di Miguel Poveda, grande interprete della tradizione flamenca spagnola.
(Guerra a la guerra por la guerra). Vente.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/4/2019 - 22:19
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Warszawianka 1905 roku [Варшавянка; La Varsovienne; ¡A las barricadas!]

Warszawianka 1905 roku [Варшавянка;  La Varsovienne; ¡A las barricadas!]
1n2. Traduzione italiana della versione greca
1n2. Italian translation of the Greek version


Traduzione italiana / Μετέφρασε στα ιταλικά / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi - Ρικάρντος Βεντούρης, Piacenza / 'Εν Πλακεντίᾳ 02-04-2019 11:48
VÈNTI, PROCELLE
(continua)
2/4/2019 - 11:49
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Lavorare con lentezza

Lavorare con lentezza
Chanson italienne – Lavorare con lentezza – Enzo Del Re – 1974

« Une des figures les plus radicales de l’alternative politico-musicale des années soixante. Utilisant comme instrument une chaise et demandant comme cachet le minimum syndical de la paie d’une journée de travail d’un métallo, Del Re avait coutume de se lancer dans des performances imprévisibles et provocantes, de vrais marathons par lesquels il entendait représenter et dénoncer l’infinie répétitivité du travail en usine. À une époque où le refus du travail avait une valeur morale et idéale, Del Re a représenté l’utopie la plus avancée de la rébellion et de la dénonciation [du travail]. Tout en étant diplômé du Conservatoire de Bari, il avait en fait refusé les instruments classiques pour adopter des matériaux pauvres et de récupération (cartons, objets usuels) avec lesquels il transformait ses chansons en récitatifs monodiques... (continua)
TRAVAILLER AVEC LENTEUR (2019)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 2/4/2019 - 10:24
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Maskerade

Maskerade
MASCHERATA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 2/4/2019 - 06:53
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L'amore al potere

L'amore al potere
(2019)

Testo e musica di Luca Barbarossa
da "Personale"

Un vero e proprio inno alla pace e all'amore in romanesco!
Co' 'n sordo pe ogni lacrima che ho pianto
(continua)
1/4/2019 - 21:58
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Etranges étrangers

Etranges étrangers
Il Prévert di Prévert, cura e traduzione di Ivos Margoni e Franca Madonia, Feltrinelli Economica, 1a ed.1967, p, 143
STRANI STRANIERI
(continua)
1/4/2019 - 19:50
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Hoş geldin bebek

Hoş geldin bebek
(traduzione Flavio Poltronieri)
BENVENUTO ALLA VITA, BAMBINO
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 1/4/2019 - 19:20
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Bulut mu olsam

Bulut mu olsam
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Zülfü Livaneli

nel disco: Atlının Türküsü (1979)

La poesia è stata scritta a Archipo-Osipovka il 15 settembre del 1958.
Denizin üstünde ala bulut
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 1/4/2019 - 18:44
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Rootsman

Rootsman
[2018]
Fuego y corazon
I love the reggae in a militant style
(continua)
inviata da Dq82 1/4/2019 - 17:19
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Benedetto

Benedetto
1977

BARI - «Quando ho saputo quello che era successo sono rimasto arrabbiato e allora ho trasformato la rabbia in note». Con queste parole pronunciate la sera del 28 novembre 2010 sul palco del Kursaal Santa Lucia di Bari, Enzo Del Re, presentò il suo brano dedicato a Benedetto Petrone. Una canzone, quella del cantastorie di Mola, rimasta inedita e che racconta con un ritmo lento e ipnotico la vita e l'assassinio dell'antifascista, ucciso a Bari il 28 novembre del 1977 e della cui scomparsa ricorre oggi il 37esimo anniversario.

‘Tu lottavi per la soluzione, dell'edilizia del tuo rione Benedetto, Benedetto, le case crollano nell'antico ghetto, ma i padroni non prendono alcun provvedimento, non parlano di risanamento”, canta Del Re, che in questo brano tenuto nel cassetto per tanti anni (lo scrisse subito dopo aver saputo dell'omicidio), parla anche della condizione di quartiere-ghetto in... (continua)
Benedetto Benedetto
(continua)
inviata da Dq82 1/4/2019 - 15:51
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Canto d'addio

Canto d'addio
2019
singolo
“Medioevo Digitale“

Un brano politico, di denuncia, come spiega il cantante e autore dei testi, Alberto Visconti: «Siamo in ritardo di vent’anni, ma vent’anni fa avevamo tutti gli strumenti e le possibilità per affrontare i problemi che ci piovono addosso adesso. Per cattiva volontà non è stato fatto, c’era solo la volontà di zittire una generazione, la nostra, che ha comunque trovato il modo per esprimersi».

A corollario delle parole, dure, cantate da Visconti, un campione di Frank Zappa in polemica con il mondo discografico, e di un canto dell’Inferno dantesco recitato da Vittorio Gassman.

Il video è stato registrato a Challand-Saint-Victor, nei pressi della centrale di Isollaz, da Christian Tosi che mette in scena sul finale il rogo in cui morì Giordano Bruno, citato da Visconti.

Rievochiamo la figura di Giordano Bruno, bruciato sul rogo nel 1600 per aver professato... (continua)
Eravamo seduti scuotevamo la testa
(continua)
inviata da Dq82 1/4/2019 - 15:07
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Palestina

Palestina
2016
Oltre il muro - Vol. 0
No non c’è più un rombo e crolla giù
(continua)
inviata da Dq82 1/4/2019 - 14:34
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Canzone arrabbiata

Canzone arrabbiata
Versione dei Tacita

Dq82 1/4/2019 - 14:30
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Ho fatto un disegno

Ho fatto un disegno
[2017]
Una canzone per il Rojava

[2018]
Fuego y corazon

liberamente tratto da una poesia di Abdullah "Apo" Öcalan, leader curdo, fondatore del PKK, in carcere in isolamento dal 2002
Ho fatto un disegno per il mio paese
(continua)
inviata da Dq82 1/4/2019 - 14:12
Percorsi: Dal Kurdistan
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Kaspar

Kaspar
KASPAR
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 1/4/2019 - 14:03
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La nostra poesia è scritta con le lacrime

La nostra poesia è scritta con le lacrime
Una canzone per il Rojava (2017)
Nell’oscurità di anguste celle,
(continua)
inviata da Dq82 1/4/2019 - 13:50
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Diplomatenjagd

Diplomatenjagd
CACCIA DEI DIPLOMATICI
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 31/3/2019 - 20:19
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Vendemmia

Vendemmia
2010
Jacopo Bordoni: muratore, poeta, ribelle

Questa è una bellissima storia. E sono contento di esserci incappato in un primo maggio di sole. Scartare un disco dalla plastica, inserirlo nel lettore e sentire dalle prime note che non è il solito prodotto. Poi iniziano le parole, il canto accorgersi che le parole che si snocciolano morbide non sono di oggi, non sono up-to-date (mano male!), ma hanno una patina di antico, una ingenuità di fondo che si di buono e di campagna e di sentimenti belli. Ma l'italiano è ricercato, per quanto antico, e peraltro si miscela a meraviglia con la musica che, a sua volta, sa di melodie già sentite, perché hanno le radici nella grande pianta della cultura popolare. E' il momento di fermarsi a guardare meglio con cosa abbiamo a che fare. Il titolo del disco sembra già un film di Lina Wertmuller: "Jacopo Bordoni: muratore, poeta, ribelle". Ma ancora meglio... (continua)
Ecco un'altra prosaica licenza
(continua)
inviata da Dq82 31/3/2019 - 18:04
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Von heiligen Kriegen

Von heiligen Kriegen
DI GUERRE SANTE
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 31/3/2019 - 17:54
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Le braconnier

Le braconnier
Nella pagina riguardante “Le petit roi de Sardaigne (Gironfla)” ero arrivato a proporre anche l'ascolto di Marc Robine nell'interpretazione di “Le braconnier” composta dal cantautore del Quebec, Lawrence Lepage che l'incisa nel suo primo disco del 1964.

Inspiegabilmente nel libretto del disco edito da Buda Musique “Dulcimer” non è presente il testo. Forse sarà stata una questione di diritti. Chissà. L'arrangiamento musicale e melodico originale è veramente molto differente da quello di Marc Robine, che ha cambiato completamente la canzone, rendendola, a mio parere, un capolavoro come d'altronde spesso gli succedeva.

Con immutata ammirazione e in sua memoria, mi impegno oggi a trascriverla ad orecchio dalla sua indimenticabile voce, parola per parola, con l'attenzione e l'impegno che merita come fosse un compito il classe di uno studente un po' fuori corso...

Flavio Poltronieri
J’vais vous parler d’un gars de chez nous, d'un braconier comm'y en a plus
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 31/3/2019 - 17:28
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Leg dein Ohr auf die Schiene der Geschichte

Leg dein Ohr auf die Schiene der Geschichte
ammetto la mia anacronistica ignoranza, e non mi avventuro nella traduzione delle parti in inglese, le lascio alla buona volontà di altri
APPOGGIA L’ORECCHIO SULLA ROTAIA DELLA STORIA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 31/3/2019 - 11:10

Le Ventriloque

Le Ventriloque
Lettre de prison 17
4 mai 1934

Dialogue Maïeutique

Le ventriloque est ce monsieur qui parle du ventre ?, demande Lucien l’âne. C’est du moins ce que son nom indique. Comment fait-il ? Pour moi, c’est un mystère.

Oh, dit Marco Valdo M.I., il n’y a là rien de fort mystérieux ; c’est une question de technique et d’entraînement. Ça peut même devenir une habitude. Mais, pur ta gouverne, le ventriloque ne parle pas du ventre ; on dirait plutôt du larynx. En fait, tout comme toi ou moi, il fait vibrer ses cordes vocales. Généralement, le ventriloque exerce son art spectaculaire avec à ses côtés une marionnette, qu’il actionne et avec qui il tient la conversation. C’est un artiste de rue, de foire, de cirque ou de cabaret et par la suite, de théâtre, de cinéma ou de télévision. Mais dans le cas de notre prisonnier, c’est différent. Le Dr. Levi est seul dans sa cellule et dès lors, n’a aucun public... (continua)
Toujours les mêmes interrogatoires,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 30/3/2019 - 21:17
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Auf den Tod eines Fußballspielers

Auf den Tod eines Fußballspielers
SULLA MORTE DI UN CALCIATORE
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 30/3/2019 - 20:16
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Wir sind die Ratten

Wir sind die Ratten
NOI SIAMO I RATTI
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 30/3/2019 - 13:39
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Vaterland

Vaterland
PATRIA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 30/3/2019 - 12:18
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Die letzte Schlacht

Die letzte Schlacht
L’ULTIMA BATTAGLIA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 30/3/2019 - 11:51
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Ο Μπελογιάννης

Ο Μπελογιάννης
d’après la version italienne de Gian-Piero Testa – 2011
d’une chanson grecque – Ο Μπελογιάννης (O Belogiannis) – Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης – 1980

Texte de Yannis Theodorakis
(Original polytonique transcrit en monotonique)
Musique de Mikis Theodorakis

Première interprétation : Margarita Zorbalà – 1980

«Πρέπει να ζήσεις. Για το παιδί, για την εκδίκηση», ήταν τα τελευταία λόγια του Νίκου Μπελογιάννη προς την αγαπημένη του Ελλη Παππά στις φυλακές Καλλιθέας.

"Il faut que tu vives. Pour l’enfant, pour me venger", ont été les dernières paroles de Nikos Beloyannis à sa chère Ellis Pappa dans les prisons de Kallithea (Athènes). Le "pedì", le fils qui porte le nom de son père et qui a confirmé ces derniers mots avec les archives de sa mère, a maintenant soixante ans.

Le 30 mars 1952, lorsque son père fut fusillé avec trois autres camarades de combat, sur ordre de l’ambassade américaine... (continua)
BELOYANNIS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 30/3/2019 - 10:56
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1st World Tragedy

1st World Tragedy
[2017]
Parole e musica di Connie Constance (1995), songwriter londinese
Nell'EP "Boring Connie"

"We're all crying cause we've got mental issues.What a fucking luxury, some people have no food."
Stan Smith's cushioning my pull of gravity, Off White, scuffed up, like the world is mad at me
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/3/2019 - 23:29
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Ellerinde Pankartlar

Ellerinde Pankartlar
10 ottobre 2015
Ellerinde Pankartlar

Abbiamo stampate negli occhi le immagini di donne e uomini che stanno cantando e ballando ad Ankara quando all’improvviso c’è la prima esplosione di questa ennesima strage di Stato in Turchia, di cui una genalogia si può leggere qui.

I manifestanti cantavano e ballavano Ellerinde Pankartlar, del famoso autore Ruhi Su, composta per commemorare le sanguinose celebrazioni del 1 maggio 1977 a Piazza Taksim, quando cecchini appartenenti all’estrema destra turca, in collaborazione con i servizi segreti, iniziarono a sparare sulla folla raccolta nella piazza. Almeno 37 persone vennero uccise ed oltre 200 ferite. Il Primo maggio 1977 fu un bagno di sangue che preannunciava il golpe del 1980.

Leggi il racconto che ne fa Sakine Cansiz – all’epoca incarcerata – nel suo libro Tutta la mia vita è stata una lotta.

Nel video circolato sabato scorso, quando la prima bomba esplode il gruppo sta per pronunciare la famosa strofa “questa piazza, la piazza di sangue”

CON LE BANDIERE IN MANO
(continua)
inviata da B.B. 29/3/2019 - 22:37
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Mio fratello

Mio fratello
Canción de denuncia en contra de cualquier tipo de violencia y abuso de poder, inspirada en la historia de Stefano Cucchi.
MI HERMANO
(continua)
inviata da Vladimir Carrión Mosucha 29/3/2019 - 13:56




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