L’espressione “Il latte nero dell’alba” è misteriosa, ma molto evocativa.
È tratta da una poesia di Paul Celan (1920-1970), uno dei massimi poeti di cultura ebraica del secolo scorso.
Nato in Romania, morto a Parigi, scriveva in tedesco. Come tanti artisti ha cambiato tante patrie, senza mai trovarne una.
I suoi genitori morirono in campo di concentramento, mentre lui si salvò dalla cattura. Paul Celan visse tutta la sua esistenza con l’ossessione di non avere fatto abbastanza per salvare i suoi e, in fondo, con il senso di colpa per essere sopravvissuto, per non essere morto con loro: la memoria dello sterminio dei suoi genitori e del popolo ebraico, la memoria delle violenze della guerra, lo ossessionò al punto tale che, infine, si suicidò, buttandosi nella Senna dal Pont Mirabeau.
Il latte nero dell’alba è quello che bevevano ogni mattino gli ebrei che sapevano... (continua)
La notte beviamo il latte nero dell’alba (continua)
Volevo ringraziare personalmente te e tutti coloro che si occupano del vostro sito per avere incluso la mia "Il latte nero dell'alba". Mi permetto un affettuoso "tu", che nasce dalla mia consuetudine con il vostro sito, davvero un punto di riferimento per me e per tanti altri per le "Canzoni contro la guerra". Il brano mi è molto caro ed è legato anche alla esperienza, che non dimenticherò mai, della visita dei campi di Auschwitz e Birkenau con gli studenti delle scuole superiori. E' avvenuta nel 2012. Dopo la visita, ho dovuto suonare, per gli studenti, a Cracovia: uno dei concerti più difficili della mia vita. Come reagire all'orrore? Quella sera ho aperto e chiusco il concerto con "Il latte nero dell'alba".Grazie
Michele Gazich
PS: il link qua sotto è ad una versione dal vivo della canzone, tratta dal mio BOXSET "Verso Damasco".
Siamo noi a volerti ringraziare, per la canzone e per... (continua)
Parole di Massimo Bubola
Musica di Michele Gazich e Massimo Bubola
Da "Quel lungo treno" (2005)
Il "lungo treno" che dà il titolo all'ultimo album di Massimo Bubola sembrerebbe rimandare ad uno dei tòpos più comuni del folk e del blues americano; si tratta invece di un titolo tutto italiano, tratto da un canto degli alpini.
"Quel lungo treno" è un album dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel novantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, un album concept, come si diceva negli anni '70. Bubola riprende canti della tradizione popolare veneta: alcuni famosi (Era una notte che pioveva e Monte Canino) e altri meno noti: Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, riarrangiati in chiave country o addirittura tex-mex.
Nel libretto, molto curato, tutte le canzoni sono tradotte in inglese da Tim Parks.
- Recensione di Giorgio Maimone su... (continua)
Noi veniam dalle pianure su pei monti a guerreggiar (continua)
L'imperdonabile
L’espressione “Il latte nero dell’alba” è misteriosa, ma molto evocativa.
È tratta da una poesia di Paul Celan (1920-1970), uno dei massimi poeti di cultura ebraica del secolo scorso.
Nato in Romania, morto a Parigi, scriveva in tedesco. Come tanti artisti ha cambiato tante patrie, senza mai trovarne una.
I suoi genitori morirono in campo di concentramento, mentre lui si salvò dalla cattura. Paul Celan visse tutta la sua esistenza con l’ossessione di non avere fatto abbastanza per salvare i suoi e, in fondo, con il senso di colpa per essere sopravvissuto, per non essere morto con loro: la memoria dello sterminio dei suoi genitori e del popolo ebraico, la memoria delle violenze della guerra, lo ossessionò al punto tale che, infine, si suicidò, buttandosi nella Senna dal Pont Mirabeau.
Il latte nero dell’alba è quello che bevevano ogni mattino gli ebrei che sapevano... (continua)