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Prima del 2013-8-31

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The Centurion

The Centurion
‎[1997]‎
Parole e musica di Harvey Andrews
Nell’album intitolato “The Journey”‎

Il secolo in questione è il 900, il “Secolo di Sangue”…‎

“I bombardamenti aerei sulle città sono stati il sonoro del millenovecento… Questo ‎millenovecento è stato un secolo di filo spinato e sbarre” (Erri De Luca)‎
I was born in 1900,
(continua)
inviata da Bernart 28/8/2013 - 14:51
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The Rose of York

The Rose of York
‎[1974?]‎
Scritta da Ken Thompson e Leslie Hale (?)‎
Nell’album con Leon Rosselson intitolato “That's Not the Way It's Got to Be” (1975), in ‎seguito riproposto dalla Paredon Records con il diverso titolo “Songs of Life from a Dying British ‎Empire” (1981).‎





La Rosa della Yorkshire che più non fiorirà è il paese che ha perso gran parte della sua gioventù ‎nelle trincee della Grande Guerra…‎

Il Lord Kitchener citato nell’ultima strofa è Horatio Kitchener, 1st Earl Kitchener (1850-1916), alto ‎ufficiale che combattè in tutte le guerre, da quelle coloniali in Sudan, Sudafrica ed India fino alla ‎prima guerra mondiale, nel corso della quale trovò la morte affondando con la sua nave bersagliata ‎da un sommergibile tedesco… L’immagine di Lord Kitchener corrisponde in Gran Bretagna a ‎quella dello Zio Sam americano: era proprio lui ad apparire sui manifesti di reclutamento inglesi ‎pronunciando “Britons! Lord Kitchener wants you! Join your Country’s Army! God Save The ‎King!”‎

My name it is Mark Bennett, I am a Yorkshire man
(continua)
inviata da Bernart 28/8/2013 - 14:19
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Jack of All Trades

Jack of All Trades
Scopro sul sempre ottimo Mudcat Café che il Boss potrebbe qui aver tratto ‎ispirazione da una ballata ottocentesca inglese intitolata proprio ‎‎Jack of All Trades e della quale esistono numerose ‎versioni con localizzazioni diverse: Londra, Dublino, Birmingham, Nottingham, ecc…‎

Una versione che vorrei qui proporre è quella scritta da John Hasted (1921-2002, un fisico atomico ‎con la passione per le folksong) e incisa da Ewan MacColl con The Critics Group nel loro ‎disco del 1967 intitolato “Sweet Thames Flow Softly”. Poi anche da Leon Rosselson e ‎‎Roy Bailey in “Songs of Life from a Dying British Empire” del 1981. La melodia è quella ‎di una canzone di strada irlandese, “Dublin Jack of All Trades”, per l’appunto.‎

La propongo come contributo “filologico” al brano di Bruce Springsteen e anche per gli ultimi ‎versi: “Sono uno che ha girato dappertutto ed ha imparato ogni mestiere. E se... (continua)
Bernart 28/8/2013 - 13:46
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Vajont: La ballata di Longarone

Vajont: La ballata di Longarone
[1969]

Testo di Beppe Chierici - Musica di Daisy Lumini

Sul Vajont vedi anche I fantasmi di pietra.

Un testo "moderno" su una vicenda "moderna". Longarone è un nome recente e vivo nella coscienza popolare, che ancora una volta ha visto umiliato il suo desiderio di giustizia. Ma in questo appunto la ballata diviene, al pari delle canzoni medievali, un discorso senza tempo, o meglio, di sempre: come di sempre è il lamento del contadino, della tessitrice, del vignaiolo. Di sempre è il desiderio di giustizia: ma è di sempre la prepotenza di chi giustizia nega, perché è il più torte.
Si dice che un giorno
(continua)
inviata da adriana 28/8/2013 - 12:36
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Batte la spola

Batte la spola
‎[1978]‎
Una canzone contenuta nel disco “Un giorno come tanti altri”..‎

La canzone inglese Poverty Knock mi ha ricordato la famosa scena del telaio assassino nel film ‎‎“Madonna, che silenzio c’è stasera” diretto da Maurizio Ponzi nel 1982 e interpretato dall’attore ‎toscano.‎
E’ in quel film che Francesco gira per Prato in cerca di lavoro e, naturalmente, finisce in una ‎fabbrica tessile dove ha uno scontro, per fortuna senza conseguenze, con un telaio lancia-spolette… ‎

Per gli operai tessili veri - nell’Inghilterra di fine 800 o nell’America dei primi del 900 o a Prato in ‎anni molto più recenti - molto spesso bambini o bambine (per via delle mani più piccole ed abili coi ‎fili), perdere dita o mani a causa delle spolette era invece cosa all’ordine del giorno…‎

Batte la spola, batte la spola ‎
(continua)
inviata da Bernart 28/8/2013 - 12:14
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Osposidda

Osposidda
Bellissimo articolo.....come al solito si ragiona all' Italiana...si tende a martirizzare i criminali e a colpevolizzare la Polizia....e poi vi lamentate se l' Italia va avanti cosi???...
Paolo Cinus 28/8/2013 - 11:35
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So soll es sein - So wird es sein

So soll es sein - So wird es sein
Naturalmente se a qualcuno interessa, ho finalmente terminato anche l'introduzione a quest'ultima canzone di Chausseestraße 131. Con questa cosa, il lavoro sull'album di Wolf Biermann è terminato.
Riccardo Venturi 28/8/2013 - 10:59
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Das Barlach-Lied

Das Barlach-Lied
Grazie della traduzione e delle dettagliate e preziose informazioni.
28/8/2013 - 10:18
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Palaces of Gold

Palaces of Gold
‎[1968]‎
Parole e musica di Leon Rosselson‎
Nell’album intitolato “A Laugh, a Song, and a Hand-Grenade”, con Adrian Mitchell.‎

Una canzone ispirata all’autore da The Aberfan Coaltip Tragedy, un terribile disastro minerario avvenuto nel Galles nel ‎‎1966. Non ne furono vittime dei minatori, ma i bambini della scuola della cittadina mineraria di ‎Aberfan investita da una gigantesca frana di detriti di lavorazione del carbone…‎

“Se toccasse ai figli dei banchieri, o dei manager, o dei magistrati di vivere in baracche ‎pidocchiose, o di andare in scuole fatiscenti, o di giocare in strade fangose e luride, o di morire ‎sepolti vivi sotto la frana di una miniera, se toccasse a loro allora le le cose cambierebbero molto in ‎fretta… ma non tocca a loro, che vivono in palazzi dorati, tocca agli altri, ai figli del popolo, dei ‎lavoratori. A loro consiglio di darsi da fare – democraticamente, civilmente, s’intende! - per nascere ‎figli di ricchi e potenti…”
If the sons of company directors,
(continua)
inviata da Bernart 28/8/2013 - 08:58
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Idzie wojna

Idzie wojna
E' un'oltraggio a tutta la umanità, vince di nuovo l'animalesco volto della civiltà europea sulle ragioni del suo ragionevole passato. E' un brutto giorno...sono desolato

https://www.youtube.com/watch?v=U3LcB1NRl5Q

ma quale Europa... de 'sto cazzo!!!!

https://www.youtube.com/watch?v=U3LcB1NRl5Q
Krzysiek Wrona 28/8/2013 - 01:40
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Epitafium dla Brunona Jasieńskiego

Epitafium dla Brunona Jasieńskiego
[1982]
Testo e musica: Jacek Kaczmarski
Lyrics and music: Jacek Kaczmarski
Paroles et musique: Jacek Kaczmarski
Sanat ja sävel: Jacek Kaczmarski

Album / Albumi: Mała Arka Noego

Europa się wędzi niby łosoś królewski
(continua)
inviata da Krzysztof Wrona 28/8/2013 - 00:39
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Alessio Lega: Straniero

Alessio Lega: Straniero
dai cessi del mondo :)
krzyś 28/8/2013 - 00:24
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Libertà mi fa schifo se alleva miseria

Libertà mi fa schifo se alleva miseria
Ecco, siamo arrivati al punto che non ce ne frega niente della cosidetta "libertà". Come siamo ridotti...
Ma la canzone molto bella
krzyś 28/8/2013 - 00:17
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History Lesson

History Lesson
[1965]
Parole e musica di Leon Rosselson
La prima incisione del brano si trova in “Three City Four” album eponimo del gruppo composto da Martin Carthy, Leon Rosselson, Ralph Trainer e Marian McKenzie.
Leon Rosselson lo reincise da solo nell’album intitolato “A Laugh, a Song, and a Hand-Grenade” del 1968.
Testo trovato su Mudcat Café

“According to a note in my first (1966) songbook, this song grew out of memories of history lessons at my school on the edge of Parliament Hill Fields. The tedious recital of facts and dates and great men's deeds is just the sort of history our present rulers would like to reinstate.”

“Secondo quanto mi appuntai nel mio primo libretto di canzoni, risalente al 1966, questa canzone nacque dal ricordo delle lezioni di Storia che si tenevano nella mia scuola nei pressi di Parliament Hill Fields a Londra. La noiosa recitazione mnemonica di date ed imprese di personaggi celebri è proprio il genere di insegnamento della Storia che i nostri governanti vorrebbero ripristinato oggi”
Leon Rosselson
History lesson it's time to remember
(continua)
inviata da Bernart 27/8/2013 - 23:15
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Sun Is Also a Warrior

Sun Is Also a Warrior
The Sun Is Also A Warrior
1986
Two men walked on the beach in the sun.
(continua)
inviata da DoNQuijote82 27/8/2013 - 20:35
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Senza catene

Senza catene
instant song - agosto 2013

Questa canzone l'ho scritta ripensando, ad una frase del papa durante la recente visita fatta a Lampedusa l'8 di luglio scorso. Una domanda che è mi ha colpito nel profondo: "Chi ha pianto per le giovani mamme che portavano i loro bambini?" riferendosi ai 25.000 migranti morti in questi anni nella traversata verso l'Italia. Ho ripensato così alla triste e particolare storia di Samia Yusuf Omar, una ragazza somala di ventuno anni appena compiuti, atleta che aveva partecipato nel 2008 alle Olimpiadi di Pechino nei 200 metri piani. Samia era incinta al quarto mese, ed è morta su un gommone che la portava dalla Libia verso il nostro paese, il 17 marzo del 2012 al largo dell'isola di Lampedusa, dove è stata poi sepolta col suo piccolo.

In particolare mi colpirono di questa vicenda le dichiarazioni dell'anziano medico Giuseppe Saviano che soccorse al largo Samia, ormai... (continua)
Da venti giorni
(continua)
inviata da DoNQuijote82 27/8/2013 - 19:17
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John Wayne Was a Nazi

John Wayne Was a Nazi
‎[1980]‎
Singolo inciso quando la band si chiamava ancora Stains, poi riproposto l’anno seguente come ‎MDC.‎



Canzone sentitamente dedicata alla celeberrima icona dell’ “americanità”, deceduta l’anno ‎precedente…‎

‎“I believe in white supremacy, until the blacks are educated to a point of responsibility. I don't ‎believe giving authority and positions of leadership and judgment to irresponsible people ... I don't ‎feel we did wrong in taking this great country away from [the Native Americans] ... Our so-called ‎stealing of this country from them was just a matter of survival. There were great numbers of people ‎who needed new land, and the Indians were selfishly trying to keep it for themselves.”‎

‎“Credo nella supremazia dell’uomo bianco, almeno fino a quando i neri non avranno acquisito ‎responsabilità. Non credo che si possa dare il potere di guidare la nazione a della gente ‎irresponsabile…... (continua)
John Wayne was a Nazi
(continua)
inviata da Bernart 27/8/2013 - 16:30
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Απλά μαθήματα πολιτικής οικονομίας

Απλά μαθήματα πολιτικής οικονομίας
Ancora grazie, Krzysiek Wrona. Aggiungo una cosa, di cui tener conto: non sempre la mia scelta va a una canzone perché la giudichi particolarmente bella e dica cose con le quali concordo. In tal caso sono molto felice e lo sono ancora di più, se mi dicono di aver fatto una buona traduzione. Ma, per quanto mi è possibile, cerco anche di fare in modo che il nostro "giacimento" greco riesca un poco a documentare - dal versante musicale - diversi periodi, sensibilità, atteggiamenti e stili della vicenda politica, sociale e culturale dei nostri amati vicini.
Gian Piero Testa 27/8/2013 - 16:17
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Till We Meet Again

Till We Meet Again
‎[1918]‎
Parole di Raymond B. Egan (1890-1952), cantautore statunitense.‎
Musica di Richard A. Whiting (1891-1938), compositore statunitense.‎
Numero 1 nelle classifiche americane tra 1918 e 1919 nell’interpretazione del cantante canadese ‎Henry Burr (1882-1941).‎

Canzone che, pur nel suo sentimentalismo, preludeva alla fine della Grande Guerra divoratrice di ‎uomini…‎
There's a song in the land of the lily,
(continua)
inviata da Bernart 27/8/2013 - 15:51
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Çapulcular oldu mu meydanlara doldu mu?

Çapulcular oldu mu meydanlara doldu mu?
27 agosto 2013
ERANO TEPPISTI, RIEMPIVANO LE PIAZZE?
(continua)
27/8/2013 - 14:51

On ne voit ça qu'ici, à Berlin

On ne voit ça qu'ici, à Berlin
On ne voit ça qu'ici, à Berlin

Canzone française – On ne voit ça qu'ici, à Berlin – Marco Valdo M.I. – 2013
Histoires d'Allemagne 94
An de Grass 95

Au travers du kaléidoscope de Günter Grass : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 – l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.

Petite illustration

Comme toutes les précédentes, cette Histoire d'Allemagne raconte un moment et cette fois-ci, un moment berlinois de l'année 1995.C'est en fait la transposition d'un récit en chanson et comme pour chacune des précédentes, on entend un narrateur particulier ; en l'occurrence, ici, cette fois, un journaliste parlé, du genre reporter ou envoyé spécial d'on ne sait quelle radio qui suit une manifestation en direct. Cette manifestation, qui se répète depuis dans presque toutes les villes du... (continua)
Berlin sera toujours Berlin
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/8/2013 - 14:16
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Cecilia

anonimo
Cecilia
POVERA CECIJA
(continua)
inviata da DoNQuijote82 27/8/2013 - 12:48
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La complainte des nazis

La complainte des nazis
À mon sens,cette Complainte des Nazis ne peut avoir été chantée par Charles TRENET, mais plus que certainement par Pierre Dac - à partir de Radio-Londres. Une chanson de résistance (Ora e sempre : Resistenza !). Voici une adresse où la retrouver :

http://www.youtube.com/watch?v=znkNbrajrO8

Cordial
et tous en choeur...

Lucien lane
Lucien Lane 27/8/2013 - 11:02
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Bella Ciao

anonimo
Bella Ciao
1c. La "Bella Ciao delle mondine" tradotta in ungherese da Ferenc Baranyi
1c. The "Bella Ciao of Riceweeders" translated in Hungarian by Ferenc Baranyi
Eljött a hajnal, ébredni kell már,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 26/8/2013 - 23:57
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Bella Ciao

anonimo
24a. Bella ciao (Versione polacca del Krakowski Chór Rewolucyjny "Coro Rivoluzionario di Cracovia")
24a. Bella ciao (Polish version by Krakowski Chór Rewolucyjny "Krakow Revolutionary Choir")


"Bella Ciao z tekstem w języku polskim, w wersji wykonywanej przez Krakowski Chór Rewolucyjny. Nie wiemy, kto jest autorem lub autorką tłumaczenia na język polski." - Czerwony Sztandar

“Bella Ciao” in polacco, nella versione eseguita dal Krakowski Chór Rewolucyjny. L’autore o autrice della versione è sconosciuto/a. Esistono video del KCR che canta la canzone, ma nell’originale italiano; nel video sotto, invece, la versione polacca viene eseguita da Paula Marcinkowska, che naturalmente riporta il testo con le forme verbali al femminile (p.es. zbudziłam al posto di zbudziłem ecc.)



Nel video che segue, invece, Paolla Sofia canta la versione mantendendo le forme verbali al maschile (e facendo riferimento alla "Casa di Carta"):



La versione appare come quella polacca "standard". [RV]
Pewnego ranka, gdy się zbudziłem,
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 26/8/2013 - 20:21
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La Lega (Sebben che siamo donne)

anonimo
La Lega (Sebben che siamo donne)
Ferenc Baranyi magyar fordítása
BÁR NŐK VAGYUNK...
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 26/8/2013 - 19:00
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Fuoco e mitragliatrici e Valzer dei disertori

anonimo
Fuoco e mitragliatrici <i>e</i> Valzer dei disertori
Magyar fordítás a blogról A Nagy Háború írásban és képben

L'articolo di Natasa Gajdarova Két dal a Doberdóról (Due canzoni su Doberdò) contiene anche una traduzione ungherese di Fuoco e mitragliatrici, che qui si riporta. [RV]
TŰZ ÉS GÉPPUSKÁK
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 26/8/2013 - 18:42

Que le sang retombe sur vous

Que le sang retombe sur vous
‎[1910]‎
Versi di gaston Couté pubblicati sul settimanale socialista e antimilitarista “La Guerre Sociale”, ‎fondato nel 1906 e diretta da Gustave Hervé (1871-1944, personaggio contradditorio che fu prima ‎socialista rivoluzionario, poi nazionalista interventista e infine simpatizzante nazifascista).‎
Sull’aria di “Le Midi bouge”, canzone militare rislaente alla guerra franco-prussiana del 1870.‎
Nella raccolta “La chanson d'un gâs qu'a mal tourné”, le opere complete di Gaston Couté pubblicate ‎in cinque volumi dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedite nel 2013 dalle ‎edizioni “La Matière Noire” (“Que le sang retombe sur vous” si trova nel quarto volume).‎

Canzone dedicata a Jean-Jacques Liabeuf (1886-1910), calzolaio con alcuni piccoli precedenti per ‎furto contro il quale la polizia di Parigi si accanì con particolare attenzione. Dopo diversi brevi ‎soggiorni... (continua)
Voilà que Liabeuf dit
(continua)
inviata da Bernart 26/8/2013 - 16:55
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Chanson de moisson

Chanson de moisson
‎[1899]‎
Versi di Gaston Couté pubblicati sul settimanale anarchico “Le Libertaire” fondato a Parigi da ‎Sébastien Faure.‎
Nella raccolta “La chanson d'un gâs qu'a mal tourné”, le opere complete di Gaston Couté pubblicate ‎in cinque volumi dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedite nel 2013 dalle ‎edizioni “La Matière Noire” (“Chanson de moisson” si trova nel quarto volume).‎



Canto in cui i mietitori dalle braccia cotte dal sole pensano, nel gesto del falciare il grano, ai propri ‎padroni sfruttatori… E tra le messi i papaveri sembrano delle bandiere rosse che si muovono al ‎vento della rivolta….‎
Sous l'aube qui blanchit leurs fronts
(continua)
inviata da Bernart 26/8/2013 - 16:01




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