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Autore Guy Carawan

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That 25¢ (That You Paid)

That 25¢ (That You Paid)
[1960s]
Una canzone scritta da Jim Garland (1905-1978), cantautore del Kentucky, strettamente imparentato con Aunt Molly Jackson e Sarah Ogan Gunning
Trovo questo brano innanzitutto nella raccolta "Come All You Coal Miners" come interpretato da Sarah Ogan. Quindi in "Mountain Songs" di Guy Carawan,1974. Infine nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs", 1984, ancora con la voce della Ogan Gunning.
Testo trovato su LyricWiki
Sad the day when I saw the steam shovels a-comin'
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/9/2019 - 13:37
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Get Your Rights Jack

Get Your Rights Jack
(1961?)

Nuove parole sulla musica della celebre "Hit The Road, Jack" scritta da Percy Mayfield e interpretata da Ray Charles

Testo e illustrazione ripresi da Sing for Freedom - The story of the Civil Rights Movement through its songs, edited and compiled by Guy and Candie Carawan (1990)
Get your rights, Jack
(continua)
22/1/2019 - 23:21
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Been in the Storm So Long

anonimo
Been in the Storm So Long
Uno spiritual afroamericano ottocentesco, che intitola il disco realizzato dalla Smithsonian Folkways nel 1967, dove i brani sono interpretati da un gruppo storico che si rinnova di generazione in generazione, The Moving Star Hall Singers di Johns Island, Charleston County, South Carolina.
La registrazione fu curata da Guy Carawan, celebre musicista e ricercatore folklorico.
I been in the storm so long
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 22:17
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All the Pretty Little Horses (Hush-a-Bye)

anonimo
All the Pretty Little Horses (Hush-a-Bye)
[XIX secolo, o precedente]

Esistono molte versioni di questa celebre lullaby americana, e moltissimi gli interpreti: da Odetta a Pete Seeger, dai Chieftains a Nick Cave, da Peter, Paul and Mary a Víctor Jara... Quella qui di seguito riportata è contenuta nella raccolta “American Ballads and Folk Songs” (1934) curata da John ed Alan Lomax, padre e figlio, grandi etnomusicologi ai quali si deve in buona parte la salvaguardia del patrimonio musicale folklorico, bianco e nero, del sud degli States.

Lo stesso Alan Lomax interpreta il brano nel suo album “Texas Folk Songs”, dove è accompagnato da Guy Carawan alla chitarra e la banjo e da John Cole all'armonica.

“The slave women who worked in the fields and the house not only had to look after their own children, but those of their white mistresses as well. Thus, many Southerners remember being rocked to sleep by their "black mammies." This song,... (continua)
Hush-a-bye, don't you cry
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/9/2016 - 22:19
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Juba

Juba
Un canto degli schiavi neri adattato da Bessie Jones (1902-1984), una cantante afroamericana scoperta da Alan Lomax - l’etnomusicologo ed antropologo cui si deve quasi per intero la conservazione dell’inestimabile patrimonio musicale folk americano - in un suo viaggio di studio nel 1959 in Georgia. Lomax la definì coma la “Madre Coraggio della tradizione afroamericana”.
Nel disco di Candie e Guy Carawan intitolato “Freedom Now - Songs For A New America” publicato nel 1968.





Poi anche nel disco di Bessie Jones “Step It Down: Games For Children By Bessie Jones” del 1979.

“Juba”, o “Pattin’ Juba” (“Djouba” ad Haiti) era prima di tutto una danza di antica origine africana che gli schiavi neri nella Guyana olandese, nei Caraibi e nel sud degli States ripresero ed adattarono forse già nel XVII secolo, quando l’uso di strumenti, in particolare a percussione, era severamente vietato e punito... (continua)
Juba, Juba,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/4/2015 - 21:21
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The Popular Wobbly

La versione di Candie Anderson Carawan, moglie di Guy Carawan, scritta dopo l’arresto per aver partecipato a Nashville nel 1960 ad un sit-in contro la segregazione razziale.
The Popular Wobbly
La propongo come versione de “The Popular Wobbly” perchè fu certamente per l’importanza politica di quel brano, ancora sentita a 40 anni di distanza, che la Anderson Carawan lo fece suo.
Testo trovato su Folk Archive




THEY GO WILD OVER ME
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/4/2015 - 18:33
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Gesang, in Augenblicken Von keinem Hauch bewegt

Gesang, in Augenblicken Von keinem Hauch bewegt
[1956]
Versi di Wolfgang Weyrauch (1904-1980), scrittore, giornalista e attore tedesco (nella sua produzione usò spesso lo pseudonimo di Joseph Scherer). Il titolo originale della poesia è
“Gesang, um nicht zu sterben”, che è anche il titolo della raccolta pubblicata nel 1956.
(Tra parentesi le strofe che Fasia Jansen non canta)

Musica di Fasia Jansen, presente nella raccolta “Die Burg Waldeck Festivals 1964 – 1969”, dedicata ai grandi festival musicali all’aperto che si tennero negli anni 60 nell’Hunsrück, una regione al confine sud orientale tedesco. Vi parteciparono importanti artisti tedeschi e non solo, come Reinhard Mey e Hannes Wader, Odetta, Phil Ochs e Guy Carawan.

Una canzone contro la minaccia dell’Olocausto nucleare…
Gesang, in Augenblicken
(continua)
4/4/2014 - 10:19
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People Get Ready

People Get Ready
da Sing for Freedom - The Story of the Civil Rights Movement through its songs. Edited and compiled by Guy and Candie Carawan.

In addition to Jimmy Collier's songs, the 'End the Slums' movement has adapted many rhythm and blues songs. To the urban Negro of today, many of these songs provide an emotional release from the omnipresent suffering, while stimulating the will to struggle, serving them in much the same manner as the spirituals served their enslaved forefathers.

David Llorens, "New Birth in the Ghetto", Sing Out! July 1966
PEOPLE GET READY
(continua)
5/11/2013 - 22:43
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Never Too Much Love

Never Too Much Love
Words and music by Curtis Mayfield (The Impressions), 1964, (adaptation by the Chicago Movement, 1966)

There's a rock and roll group called The Impressions and we call them 'movement fellows' and we try to sing a lot of their songs. Songs like Keep on Pushing, I Been Trying, I'm So Proud, It's Gonna be a Long Long Winter, People Get Ready, There's a Meeting Over Yonder really speak to the situation a lot of us find ourselves in. One song that has really become kind of a favorite with us especially when we got a lot of mean folks around is 'Never Too Much Love'"

Jimmy Collier

"Now one thing we try to do with this song is to get people to make up verses. You'd be surprised what kind of verses come from people who don't consider themselves songwriters or singers... Some people don't even consider themselves people."

from Sing for Freedom - The Story of the Civil Rights Movement through its songs. Edited and compiled by Guy and Candie Carawan.
Too much love, too much love
(continua)
5/11/2013 - 21:47
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The L&N Don't Stop Here Anymore

The L&N Don't Stop Here Anymore
‎[1963?]‎
Parole e musica di Jean Ritchie, sotto lo pseudonimo di Than Hall.‎
Nell’album intitolato “Time For Singing” pubblicato nel 1966.‎
Interpretata da Guy Carawan, Johnny Cash e Michelle Shocked, tra i ‎tanti.‎

Jean Ritchie, “The Mother of Folk”, cantautrice e virtuosa del dulcimer degli Appalachi, oggi quasi ‎centenaria, tra la fine degli anni 50 e i primi anni 60 scrisse diverse canzoni sul devastazione ‎prodotta dall’estrazione del carbone nelle regioni montuose del Kentucky. Per non subire ritorsioni ‎fu costretta a firmarsi con lo pseudonimo di Than Hall.‎
All’epoca in cui questa canzone fu scritta l’industria mineraria era già in profonda crisi, gran parte ‎delle miniere erano già state chiuse e dietro di sé avevano lasciato solo inquinamento e degrado ‎ambientale. Anche le linee ferroviarie – come la Louisville and Nashville Railroad (L&N) - erano ‎state abbandonate,... (continua)
When I was a curly headed baby
(continua)
inviata da Bernart 2/7/2013 - 11:03
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Tina sizwe

anonimo
Tina sizwe
[1950s?]
Canzone frequentemente cantata ai funerali delle vittime del regime dell’apartheid, specie negli anni 70.

Anche Pete Seeger e Guy Carawan la interpretarono e registrarono in «South African Freedom Songs» pubblicato nel 1960 dalla Smithsonian Folkways Records.

Nel 1965 la stessa Smithsonian Folkways Records incluse il brano in «This Land Is Mine - South Africa Freedom Songs», collezione di canti di lotta in lingua originale raccolti sul posto da Moses Asch.

Si trova pure nella colonna sonora del documentario «Amandla!: A Revolution in Four-Part Harmony» realizzato nel 2002 dal regista Lee Hirsch.
Tina sizwe, tina sizwe esintsundu,
(continua)
inviata da Dead End 8/9/2012 - 12:41
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Ain't No More Cane on the Brazos

Ain't No More Cane on the Brazos
[1933]
Album “The Tin Angel/ Odetta & Larry”, con Larry Mohr (1954)
Raccolta da John e Alan Lomax dalla voce di Ernest Williams, James "Iron Head" Baker e di altri prigionieri della Central State Farm di Sugarland, Texas.
Testo trovato su American Ballads and Folk Songs, trascrizione on-line dell’intero omonimo volume dei fratelli Lomax

Ho attribuito ad Odetta questa prison song texana risalente agli anni 30 perchè, a differenza di quanto comunemente si ritiene, la canzone non fa parte del repertorio di Leadbelly. A parte la registrazione originale, l’incisione più risalente nel tempo mi pare quindi quella di Odetta, seguita poi da molti altri e in molte versioni differenti, da Bernice Reagon a Guy Carawan, da Lonnie Donegan al Chad Mitchell Trio passando per Bob Dylan & The Band, da Ian Gillan ai Son Volt, dai Black Crowes a Lyle Lovett e altri ancora.
Riporto quindi per primo... (continua)
It ain' no mo' cane on de Brazis,
(continua)
inviata da Bartleby 8/11/2010 - 16:40
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The Trail of Tears

The Trail of Tears
[1990]
Album “Tree of Life - Arbol de la Vida”
Written by Pat & Victoria Garvey

Nel 1830 il Congresso USA approvò il cosiddetto “Indian Removal Act”. Si trattava sostanzialmente di concentrare le nazioni indiane dispersa tra Florida (Seminole), Georgia e Alabama (Cherokee e Creek) e Mississippi (Chickasaw e Choctaw) in un’unica grande riserva in Oklahoma, il tutto per far spazio ai sempre più numerosi coloni, richiamati soprattutto dalla scoperta dell’oro nel nord della Georgia.
Nel 1831 i Choctaw furono i primi a mettersi in marcia ed è questo primo esodo che diede il nome a tutta l’operazione proseguita negli anni successivi: “Il cammino delle lacrime”. Il filosofo e storico francese Alexis de Tocqueville ne fu testimone diretto e così lo raccontò nel suo “De la démocratie en Amérique” (1835): “À la fin de l'année 1831, je me trouvais sur la rive gauche du Mississipi, à un lieu... (continua)
The trail of tears went winding weeping into Tennessee
(continua)
inviata da The Lone Ranger 14/5/2010 - 11:43

On The Mountain Tonight

On The Mountain Tonight
[1986]
Album “The Land Knows You're There”
Written by John O'Connor

“One of the many songs now being written in the United States in solidarity with people's struggles in Central America. This is about El Salvador.” (Guy Carawan)
So sing your songs quietly, my compañeros
(continua)
inviata da Alessandro 30/4/2010 - 11:47
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We Shall Overcome

We Shall Overcome
[1947?]
Zilphia Horton, Frank Hamilton, Guy Carawan, Pete Seeger

Una canzone talmente celebre da essere creduta generalmente di autore anonimo: come tale fu erroneamente inserita nelle "CCG primitive", e da qui nel sito in un primo momento. In effetti si tratta a tutti gli effetti, oramai, di una canzone popolare (la cui fama nacque con la sua adozione come "inno" del movimento per i diritti civili di Martin Luther King, nel 1963); ma l'autore è Pete Seeger, che si ispirò a uno spiritual negro del XIX secolo, "No More Auction Block for me" (ovvero qualcosa come: "Non mettetemi più all'asta", un titolo agghiacciante...) per la musica ed al gospel "I'll Overcome Some Day" di Charles Tindley (1900) per le parole. [Riccardo Venturi, 6.11.04]



La canzone deriva forse da una canzone gospel, probabilmente del 1903 del Rev. Charles Tindley di Philadelphia che conteneva il verso ripetuto più volte... (continua)
We shall overcome,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi




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