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Autore Riccardo Marasco

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Dal ciel venne messo novello

anonimo
Dal ciel venne messo novello
[XIII Secolo / 13th Century]
Da / From: Laudario di Cortona, Cort.7
Riccardo Marasco - I Musici di Acanto:
Pace e non più guerra, 1997

Il Santo Natale dell'anno di grazia e disgrazia 2020 mi porta in regalo, finalmente, la rassegnazione. Non si può nulla contro il Natale. Gli “Antinatale”, quelli veri, non esistono; oppure, sono talmente pochi da essere assolutamente trascurabili. Per una volta che, per cause di forza maggiore, il Natale praticamente salta, è una tragedia di proporzioni incalcolabili, e non solo economiche.

Chi scrive è stato, lo riconosco, un Antinatale ferreo e talebano. Uno che, il giorno di Natale, è arrivato a partire di casa alle undici di mattina, e andare alla stazione centrale a mangiare due panini facendosi poi una lunga passeggiata, da solo, per la città semideserta mentre le famiglie sedevano giojose al desco scambiandosi i regali e abbuffandosi come porcelli.... (continua)
Dal ciel venne messo novello,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 17/12/2020 - 13:35

I' vìrusse, ovvero L' Alluvione adattata alle esigenze di' momento

I' vìrusse, <i>ovvero</i> L' Alluvione adattata alle esigenze di' momento
[14-03-2020]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Anonimo Toscano del XXI Secolo
Musica / Music / Musique / Sävel: L'Alluvione


L'originale.


Pochi non fiorentini conosceranno L'Alluvione, la canzone che Riccardo Marasco dedicò, appunto, alla rovinosa inondazione del 4 novembre 1966. Per questo propongo l'originale in video. A Firenze, va da sé, la canzone è però famosissima; e mi sono quindi deciso a farne una versione aggiornata agli avvenimenti in corso, certo che, ora come ora, i fiorentini (e non solo loro) si beccherebbero volentieri non una, ma due alluvioni piuttosto della mortifera epidemia. Alla mia età, ho però il privilegio (si fa per dire) di essermi beccato sia l'alluvione che la pandemia, anche se nel 1966 ero piccolo.

A pensarci bene, questo rifacimento dell' “Alluvione” maraschiana sarebbe potuto essere un commento perfetto al Vicolo del Panico, il reportage fotografico... (continua)
Recitato:
(continua)
14/3/2020 - 09:39
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Canzone per Italo Meschi, l'ultimo trovatore italiano

Canzone per Italo Meschi, l'ultimo trovatore italiano
La "chitarra-lyra" di Italo Meschi, quella che si vede nel video, passò poi, come è noto, a Riccardo Marasco. La stessa foto si trova nel volume-album "Chi cerca trova", ed. Birba Firenze 1977; se ben mi ricordo (andò a controllare nel volume), Marasco raccontò la storia di quella chitarra e di come la aveva avuta dal Meschi. Grazie per questo contributo, Joe.
Riccardo Venturi 5/3/2020 - 22:03
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Rondinella pellegrina

Rondinella pellegrina
[1834]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Tommaso Grossi
Musica / Music / Musique / Sävel: Alessandro D'Ancona

Rondinella pellegrina è una romanza di Tommaso Grossi inserita nel cap. XXVI della sua opera Marco Visconti, pubblicata del 1834; nel testo è indicata come Rondinella o Il lamento della prigioniera. La romanza è descritta da Tommaso Grossi come «una canzone che correva a quei tempi sul lago di Como, e dicevasi composta nel castello di Rezzonico da una principessa che v'era stata confinata a morir d'inedia dalla brutale gelosia del marito». Fu particolarmente nota e diffusa nel XIX secolo. Fu ripresa da Enrico Mayer nel 1840 scritta mentre era incarcerato a Castel Sant'Angelo a Roma per sospetto di propaganda rivoluzionaria, col titolo de "La Rondinella (messaggera)" e musicata da Alessandro D'Ancona. Nel 1849 l'aria de La Rondinella fu ripresa per una strofetta livornese.

Nel... (continua)
Rondinella pellegrina
(continua)
inviata da Dq82 17/12/2018 - 11:45
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Phil Ochs: The Floods of Florence

Phil Ochs: The Floods of Florence
[1968]
Lyrics and Music by Phil Ochs
Testo e musica di Phil Ochs
Album: Tape from California

Come forse saprete, questo sito è gestito anche da un paio di fiorentini. Uno è il webmaster, Lorenzo Masetti; l'altro, sono io. Però a me spetta, per questioni anagrafiche, il non graditissimo privilegio di essere un autentico superstite dell'Alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, di cui oggi ricorre il cinquantesimo anniversario. Superstite lo sono però a tutti gli effetti, anche se quel giorno avevo poco più di tre anni (sono nato il 25 settembre 1963) e, fortunatamente, abitavo allora con la mia famiglia in un quartiere che fu solo sfiorato dal cataclisma: l'acqua si fermò a cinquecento metri. Più che ricordi, ho quindi una specie di nebbiosi “flash”, di melassa cerebrale infantile: la corrente e il telefono che non c'erano, le urla che venivano dalle case vicine ("Arriva! Arriva!"), robaccia... (continua)
Picasso leans out of the window, looks out on the ghetto
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 4/11/2016 - 00:46
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La Badoglieide

La Badoglieide
Da notare che la canzone popolare "E non vedi che sono toscano" sulla cui aria sono cantate le strofe della Badoglieide non è altro che la canzoncina che poi Riccardo Marasco ha riadattato nella sua celebre "La lallera".

Se ne trovano alcune strofe in Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia

E non vedi che sono toscano
e mi piace la carne cruda
io vorrei baciarti nuda
sulla sponda del sofà

E non vedi che l'albero pende
e le foglie che cadono giù
e per contentare le donne
qui ci vuole la gioventù...

Sono stato sulle alte montagne
a vedere gli uccelli a volare
per le vie, le piazze e le strade
quanti uccelli in quantità
CCG Staff 11/3/2015 - 21:34
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Quant'è bella la libertà [Quell'augello che vola]

anonimo
Quant'è bella la libertà [Quell'augello che vola]
[Inizi del XVII secolo]
[Beginning of the 17th Century]
Tradizionale toscano
A Traditional Folksong from Tuscany
Trascrizione: 1790
Transcription: 1790

Nel 1790, un frate fiorentino che preferì restare anonimo (come si confaceva alla veste che indossava) compilò, a mano, una Raccolta di canzoni popolari dalla quale risulta che al suo tempo era ancora in voga un canto di quasi due secoli prima (si ritiene che risalga ai primi del '600) che parlava di libertà. Un canto ironico, che fa ben cogliere quanto nell'animo della gente, anche in epoche oramai molto lontane dalla nostra, la libertà dell'individuo fosse un tema assai sentito. Di questa introvabile canzone diede notizia, cantandola, Riccardo Marasco, folklorista e chansonnier fiorentino, nel suo oramai altrettanto introvabile volume/album Chi cerca trova; dal volume in questione, che ho la fortuna di possedere, traggo il testo di... (continua)
Quell'augello che vola d'intorno
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/4/2010 - 13:21
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Riccardo Marasco: Vita, morte e miracoli di Luca Cava

Riccardo Marasco: Vita, morte e miracoli di Luca Cava
[1974]
Testo e musica di Riccardo Marasco
Album: "L'Ammucchiata"


"Re, imperatore, papa, filosofo, poeta, operaio, contadino: l'uomo nelle sue funzioni. Non ridete: pensate a voi stessi".

Così recita una curiosa epigrafe, dettata dall'uomo di spettacolo senese Silvio Gigli, che sovrasta un'ancor più curiosa statuetta sita nell'antico borgo chiantigiano di San Gusmè. E' la statuetta di Luca Cava, uno degli autentici eroi leggendari toscani, ed ancor più perché incarna due capisaldi della cultura popolare toscana: l'uguaglianza e la merda. La strada che ha portato all'Inno del corpo sciolto di Benigni è lunga di secoli: sul vaso siamo tutti uguali.

Ma qual è la storia della statuetta? La riprendiamo da L'Informatore, la pagina online per i soci della Coop.

“A San Gusmè si è inventata una festa, nata a sua volta da un episodio che ha del leggendario, di cui è difficile trovare l'uguale... (continua)
Questa è la storia del famoso Cava
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/4/2009 - 00:19
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Attenti, giovinotti!

anonimo
Attenti, giovinotti!
[1901]
Strofe popolari fiorentine
(Sull'aria degli "Stornelli fiorentini" - molto simile a Italia bella mostrati gentile)
Interpretazione di Riccardo Marasco
In "Chi cerca trova" (1977)


RICCARDO MARASCO: CHI CERCA TROVA
Vita e canti di Toscana
Edizioni Birba, Firenze, 1977
Con allegata stereocassetta


1977-2019: L'oramai introvabile "Chi cerca trova" di Riccardo Marasco accanto alla pagina aperta di "Addio Firenze" sulle CCG.



01. Attenti, giovinotti! 00'00"
04. Il sedici di agosto 08'07"
05. Già allo sguardo 12'21"
09. Colombo che sul poggio 26'28"
10. Presso una chiesa 28'32"
14. Quell'augello che vola 38'35"
15. Partirò, partirò 40'35"
17. Addio Firenze 46'41"
20. Rondinella pellegrina 52'00"




Queste strofe, il popolo di Firenze le cantava nel 1901, quando c'era la crisi; Riccardo Marasco, però, disse d'averle sentite a Campagnatico (GR) da un'anziana donna, la "zia... (continua)
Attenti, giovinotti, tutti quanti!
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 31/3/2009 - 17:12
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Io me ne volli andà per i' Mugello

anonimo
Io me ne volli andà per i' Mugello
Stornelli mugellani.

Nel Mugello gli stornelli sono tra le tradizioni ancora più vive, tanto che, addirittura nella città di Firenze, quando si parla di stornelli si intendono “tout court” gli stornelli mugellani (si dice “mugellani”, non “mugellesi”). E gli stornelli mugellani riflettono spesso quelle terre di matti e fieri montanari che hanno visto sia l'anarchismo che la chiesa di Barbiana, la Resistenza e la storia del cane Fido. E allora, in omaggio al Mugello e alle sue genti, ecco questa terrificante stornellata che mi cantava mio nonno, Venturi Bruno, la cui moglie, mia nonna Aldrovandi Ede, era peraltro mugellana di Sant'Agata. Me la cantava con mucho gusto, da ferroviere anarchico anticlericale qual era, e con altrettanto gusto (seppur con qualche parola diversa) me la ritrovai cantata da Riccardo Marasco. C'è di tutto: belle ragazze discinte che sgobbano per il sor padrone, tre... (continua)
Io me ne volli andà per i' Mugello
(continua)
inviata da Riccardo Scocciante 12/1/2009 - 23:45
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Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio, o Aria di Caserio, o Il sedici di agosto

Pietro Cini
Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio, <i>o</i> Aria di Caserio, <i>o</i> Il sedici di agosto
[1894]
Sestine di Piet[r]o Cini, anarchico toscano
Foglio volante stampato dalla Tipografia Campi di Foligno
Lyrics by Piet[r]o Cini, a Tuscan anarchist.
Broadside printed by Tipografia Campi, Foligno

"Lione 3 agosto 1894
Cara madre, vi scrivo queste poche righe per farvi
sapere che la mia condanna è la pena di morte.
Non pensate male o mia cara madre di me?
Ma pensate che se io comessi questo fatto non è
che sono divenuto un delinquente e pure molto
vi dirano che sono un assassino un malfattore.
No, perché voi conosciete il mio buon quore, la mia dolcezza,
che avevo quando mi trovavo presso di voi?
Ebbene anche oggi è il medesimo quore:
se ò comesso questo mio fatto è precisamente
perché ero stanco di vedere un mondo così infame.
Ringrassio il signor Alessandro che è venuto a
rovarmi ma io non voglio confessarmi.
Addio cara mamma e abbiate un buon ricordo
del vostro... (continua)
Il sedici di agosto
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/5/2007 - 22:06

Gildo dei Fantardi: I Miniassegni

Gildo dei Fantardi: I Miniassegni
Testo di Gildo dei Fantardi
Musica ripresa da La Capannuccia di Riccardo Marasco

Questa canzone l'ho composta alla fine degli anni '70, però attualmente non ho nessuna annotazione del giorno e anno, ma comunque si può risalire facilmente al periodo, perchè sicuramente esistono negli archivi gli articoli dei giornali su questa vicenda. Si tratta del periodo in cui mancava la moneta spicciola e gli esercenti al posto dei soldi, davano per resto delle caramelle o cioccolatini. Ad un certo punto, dopo un lungo periodo di disagi e proteste, il governo autorizzò le banche ad emettere dei miniassegni per sopperire al disagio della popolazione. Tutto bene da quel momento. Però.........sorpresa!!! Le banche emettevano i titoli, però non accettavano poi di convertirli in moneta e dunque ancora proteste, disagi e tanta confusione.
Questa canzone la composi di getto utilizzando la melodia della... (continua)
Ora vi raccontiamo un fatto alquanto strano
(continua)
inviata da Luciano Filippi (alias Gildo dei Fantardi) 5/1/2007 - 19:35

Se volé che mi vegna

Se volé che mi vegna
[1628]
Testo ripreso da Chi cerca trova di Riccardo Marasco
Edizioni Birba, Firenze, 1977
pp. 108-111

Da quell'inesauribile fonte di ogni testo rarissimo e dimenticato che è l'oramai introvabile volume Chi cerca trova di Riccardo Marasco, lo chansonnier e folklorista fiorentino, riprendiamo questa composizione di Francesco Gabrielli datata 1628, che va a fare sicuramente coppia con una delle primissime CCG, anch'essa tratta dal medesimo volume, Sia maledetto chi ha trovato la spada.

Francesco Gabrielli fu un personaggio del tutto ragguardevole nella cultura popolare del XVII secolo. Poeta e musicista (fu lui che contribuì decisivamente alla diffusione in Europa della "chitarra alla spagnola", l'antesignana della moderna chitarra, ed ha quindi un suo ben preciso posto nella storia della musica). Sapeva suonare, si dice, una quarantina di strumenti con maestria, molti dei quali di sua... (continua)
- Me ne vado alla guerra,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/12/2006 - 14:45
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Addio Firenze

anonimo
Addio Firenze
[ca. 1848]
Canzone popolare fiorentina / A folksong from Florence / Chanson populaire florentine /
Firenzen kansanlaulu
Interpretata da / Performed by / Chante / Laulaa:
Riccardo Marasco, "Chi cerca trova" [1977]


RICCARDO MARASCO: CHI CERCA TROVA
Vita e canti di Toscana
Edizioni Birba, Firenze, 1977
Con allegata stereocassetta


1977-2019: L'oramai introvabile "Chi cerca trova" di Riccardo Marasco accanto alla pagina aperta di "Addio Firenze" sulle CCG.



01. Attenti, giovinotti! 00'00"
04. Il sedici di agosto 08'07"
05. Già allo sguardo 12'21"
09. Colombo che sul poggio 26'28"
10. Presso una chiesa 28'32"
14. Quell'augello che vola 38'35"
15. Partirò, partirò 40'35"
17. Addio Firenze 46'41"
20. Rondinella pellegrina 52'00"






La classica canzone popolare del giovane marinaio che va a imbarcarsi al porto militare di Livorno sulle navi della marina di quello che ancora... (continua)
Addio Firenze,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 12/7/2006 - 14:24

A una dea [O patata leopolina]

L'avv. Stazzi di Milano era prigioniero nel campo di concentramento di Leopoli, in Ucraina (Lwów in polacco, Лвів in ucraino) il 20 novembre 1943. Qui scrisse quella che nel sito Sussurri e grida-Poesie dal fronte è considerata una "poesia", ma che in realtà è la chiarissima parodia della notissima ballata romantica Rondinella pellegrina di Tommaso Grossi (1790-1853), tratta dal suo romanzo storico Marco Visconti (1834). La poesia del Grossi fu messa in musica divenendo ben presto una vera e propria canzone popolare, specialmente nella tradizione toscana (la si può ascoltare, tra gli altri, nell'interpretazione di Riccardo Marasco). E sulla medesima aria può essere cantata la parodia dell'avv. Stazzi, un'amara parodia che parla di fame per una patata.


Avvertenza: Nella canzone originale gli ultimi due versi di ogni strofa sono ripetuti.
O Patata leopolina
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/3/2006 - 02:18
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Il ritorno di un esiliato, o Già allo sguardo

Il ritorno di un esiliato, <i>o</i> Già allo sguardo
[1895/6]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Carlo Vita (1862-1917)
Musica / Music / Musique / Sävel: Ugo Titta

Attribuito da molti (falsamente, ma comprensibilmente) a Pietro Gori, se ne doveva comunque conoscere bene il reale autore, dato che è noto anche -almeno a Livorno- come Canto del Vita "tout court" (Carlo Vita era un anarchico livornese nato nel 1862 e morto nel 1917; fu autore anche di altre canzoni musicate da Ugo Titta, ma questa è praticamente l'unica che si ricorda, avendo praticamente "oscurato" tutte le altre). Si diffuse principalmente attraverso fogli volanti, in tutta la Toscana e altrove. Questo celebre (e oggettivamente splendido) canto è stato alcuni anni fa riproposto in un suo album dal poliedrico chansonnier e folklorista fiorentino Riccardo Marasco; ma già era stato inserito dal Canzoniere Internazionale nel disco "Gli Anarchici 1864-1969" (vol. 15/16), cantato... (continua)
Già allo sguardo,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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Canto dei coscritti, o Partirò, partirò

Canto dei coscritti, <i>o</i> Partirò, partirò
[ca. 1808]
Composto sulla stessa aria della canzone popolare "Maremma amara"

Canto toscano dell'epoca delle guerre napoleoniche, nato probabilmente quando l'Imperatore istituì la leva obbligatoria anche nelle terre italiane conquistate, sull'esempio di quel che era accaduto in Francia con la rivoluzione.
Sebbene abbia un autore ben preciso, un celebre cantastorie che compose il testo sul motivo della famosa canzone popolare toscana "Maremma amara" ("Tutti mi dicon Maremma, Maremma...") servendosi anche chiaramente della sua struttura testuale (cosa particolarmente evidente nel ritornello), divenne ben presto un canto di guerra e popolare; per primo lo ha raccolto Caterina Bueno; è stato interpretato anche da Riccardo Marasco (nell'album "Chi cerca trova", 1977; ma in una versione abbreviata), ma altri interpreti storici sono stati Fausto Amodei (nell' LP "Il povero soldato"), la stessa... (continua)
Partirò partirò, partir bisogna
(continua)

Sia maledetto chi ha trovato la spada

Sia maledetto chi ha trovato la spada
[1644]
Testo tratto da Chi cerca trova di Riccardo Marasco
Edizioni Birba, Firenze, 1977
pp. 128-131

Canzone composta nel 1644 dal fiorentino Piero Salvetti; la musica è di autore ignoto (probabilmente, come accadeva spesso all'epoca ed ancora in tempi molto più recenti, doveva essere cantata sull'aria di qualche canzone popolare conosciuta; ma se ne è persa la memoria).

Nel 1999 ne postai il testo sul newsgroup it.fan.musica.guccini riprendendolo dall'oramai introvabile volume "Chi cerca trova" (1976, accompagnato dall'omonima cassetta di canti popolari toscani) del grande chansonnier e folklorista fiorentino Riccardo Marasco. Da allora, ancor prima di essere inserito tra le primissime "Canzoni contro la guerra" (tra le quasi 5400 a tutt'oggi, 25 marzo 2007, è la numero 6), ha conosciuto in rete una fortuna meritata e straordinaria, di cui vado particolarmente fiero, essendo stato ripreso... (continua)
Oh! Che sia maledetto chi ha trovato la spada
(continua)




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