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Autore Cesare Pavese

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E allora noi vili

E allora noi vili
23 novembre 1945]
Versi di Cesare Pavese, nella raccolta “La terra e la morte” (1947), in seguito compresa, dopo la morte del poeta, in “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.
Musica di Anna Jenček, compositrice, cantante, insegnante, autrice nel 2008 del progetto musicale “Terra rossa, terra nera”, nel centenario dalla nascita di Cesare Pavese.

Riprendo da “Cesare Pavese in musica”, un bell'articolo di Flavio Poltronieri di cui consiglio la lettura integrale:

Anna Jencek prende in ordine cronologico tutte le nove liriche racchiuse ne “La terra e la morte” titolando ciascuna canzone con le proprie prime parole e le veste con raffinatezza a tempo di jazz avvalendosi, tra gli altri, del contributo del fisarmonicista Danilo Boggini (che ricordiamo anni fa nella Svizzera italiana in un sentito omaggio a Jacques Brel con l'Accordion Project). Questi versi che sanno di mitologia mediterranea,... (continua)
E allora noi vili
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/9/2017 - 14:07
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D'un tratto gridò

D'un tratto gridò
[1932/1967]
Testo di Franco Fortini, ma si tratta di una rivisitazione dei versi finali della poesia “Fumatori di carta” di Cesare Pavese risalente al 1932 e inclusa nella raccolta “Lavorare stanca”, pubblicata nel 1936.
Musica di Sergio Liberovici, nel suo album del 1967 intitolato “Ogni giorno, tutti i giorni”, pubblicato da I Dischi del Sole.
Interpretata anche da Margot
D’un tratto gridò
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/10/2016 - 22:11
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Sangue sulle colline

Sangue sulle colline
Poesia di Cesare Pavese (1945)
dall'album "Un paese vuol dire - Deidda canta Pavese" (2011)

Vorrei poi proporre una poesia dell'amato Cesare Pavese, composta il 9 novembre del 1945 musicata e interpretata da Mariano Deidda nel cd "Un paese vuol dire" con il titolo di "Sangue sulle colline"

La gloria di una vittoria su un nemico non muta l'approdo finale, nè tantomeno l'onnipotenza di tenere nella mano il destino di qualcun altro, arresta la propria corsa verso la fine: resta solo deserto dove è passato un esercito.
Tu non sai le colline
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 17/6/2014 - 12:45
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La fabbrica illuminata

La fabbrica illuminata
‎[1964]‎
Per voce femminile e nastro magnetico
Testo (trovato sull’Archivio ‎Luigi Nono) del poeta e drammaturgo Giuliano ‎Scabia, salvo il finale costituito da frammento estratto da “Due poesie a T” di Cesare Pavese.‎
Composta nel 1964 per il concerto inaugurale del premio Italia non fu in quell’occasione eseguita, ‎perché censurata dalla direzione della RAI a causa dei testi fortemente politicizzati e ritenuti ‎offensivi nei confronti del Governo.
Prima esecuzione pubblica alla Biennale di Venezia del 1964 (Carla Henius, mezzosoprano e Coro ‎della RAI di Milano diretto da Giulio Bertola, con lo stesso Nono alla regia del suono) e dedicata ‎agli operai della Italsider di Genova, nei cui stabilimenti il maestro si recò di persona per registrarne ‎i rumori sulla base dei quali scrisse la partitura.‎


‎“[…] Allorché la Rai mi chiese una nuova composizione per il concerto ‎inaugurale... (continua)
Fabbrica dei morti la chiamavano
(continua)
inviata da Bartleby 14/11/2011 - 15:15
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L'uomo solo

L'uomo solo
Poesia di Cesare Pavese
Poème de Cesare Pavese
Musica di Léo Ferré
Musique de Léo Ferré

Non è possibile sapere se Léo Ferré e Cesare Pavese si siano mai effettivamente incontrati; ma un « incontro » è qualcosa che va ben al di là della semplice conoscenza personale. In questo senso, il fatto che Léo Ferré abbia deciso di mettere in musica e di cantare, nella lingua originale italiana, questa impressionante poesia di Cesare Pavese è un autentico incontro, e dei più fecondi.

La poesia dell'uomo solo, uscito dal carcere, e che nel carcere aveva lungamente sognato sensazioni, sapori (il pezzo di pane che sa di lepre, l'odore del vino nell'osteria)...in una parola, la vita perduta, quella che gli era stata preclusa dal potere che lo aveva rinchiuso in una cella. Una volta uscito, il recupero di queste sensazioni si rivela semplicemente impossibile: tutte le sensazioni di una volta se le sono... (continua)
L'uomo solo - che è stato in prigione - ritorna in prigione
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 29/7/2008 - 18:15
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La morte

La morte
[1967]
Testo di Fabrizio De André
Musica di Georges Brassens
Album: Volume I

"Sono contento che vi sia sfuggita questa canzone del grande Fabrizio! Così posso mandarvela io. Fa parte del suo primo disco." [Renato Stecca]

Per questo suo classico, De André utilizzò la musica scritta da Georges Brassens per musicare Le verger du Roi Louis di Théodore de Banville, scrivendo però un testo del tutto originale. Nel testo è possibile cogliere un chiaro influsso di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese.
La morte verrà all'improvviso
(continua)
inviata da Renato Stecca 25/11/2007 - 14:39




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