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Autore Steve Earle

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Lone Pine Hill

Lone Pine Hill
2021
JT

"J.T." non è un album come gli altri, e non potrebbe esserlo. Si dice che un genitore non dovrebbe mai morire prima di un figlio. Ecco. Justin Townes Earle è morto lo scorso 20 agosto all'età di 38 anni, Steve Earle che di anni ne ha 65 è ancora in vita.

La causa della sua morte pare sia da ricercare in una overdose del combinato cocaina/fentanil. Purtroppo l'accaduto non sorprende, Justin ha iniziato molto presto con la droga, non era neppure un teenager. Una lungo idillio che l'ha portato prematuramente alla fine della corsa. Tra le difficoltose problematiche che Justin ha dovuto affrontare nella sua esistenza, sin da subito quella di avere un padre parecchio ingombrante. Un musicista con un ego particolarmente sviluppato, non uno stinco di santo. Il rapporto tra i due quando non era assente, era a dir poco tumultuoso. In più Justin ha scelto di ripercorrere le orme del padre... (continua)
Dq82 7/2/2021 - 11:39
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They Killed John Henry

They Killed John Henry
2021
JT

"J.T." non è un album come gli altri, e non potrebbe esserlo. Si dice che un figlio non dovrebbe mai morire prima di un genitore. Ecco. Justin Townes Earle è morto lo scorso 20 agosto all'età di 38 anni, Steve Earle che di anni ne ha 65 è ancora in vita.

La causa della sua morte pare sia da ricercare in una overdose del combinato cocaina/fentanil. Purtroppo l'accaduto non sorprende, Justin ha iniziato molto presto con la droga, non era neppure un teenager. Una lungo idillio che l'ha portato prematuramente alla fine della corsa. Tra le difficoltose problematiche che Justin ha dovuto affrontare nella sua esistenza, sin da subito quella di avere un padre parecchio ingombrante. Un musicista con un ego particolarmente sviluppato, non uno stinco di santo. Il rapporto tra i due quando non era assente, era a dir poco tumultuoso. In più Justin ha scelto di ripercorrere le orme del padre... (continua)
Dq82 7/2/2021 - 11:36
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It’s About Blood

It’s About Blood
[2020]
Nell'album “Ghosts of West Virginia", con la band The Dukes
Testo da Genius

Tutte le canzoni dell'album furono originariamente composte per uno spettacolo teatrale intitolato "Coal Country" ed incentrato sulla vita dei minatori del carbone in West Virginia ed, in particolare, sulla tragedia dell'Upper Big Branch Mine di Raleigh dove, il 5 aprile 2010, una trentina di minatori rimase intrappolata da un'esplosione a 300 metri di profondità. Morirono quasi tutti, 29 su 31. L'inchiesta successiva appurò che la compagnia proprietaria, la Massey Energy, aveva eluso le più elementari regole di sicurezza. L'ammontare dei risarcimenti per il disastro superò i 200 milioni di dollari.

Don Blankenship, amministratore delegato della compagnia al momento del disastro, venne condannato per gravi omissioni nella sicurezza dell'impianto. Si fece un solo anno di galera. Oggi Blankenship è in politica... (continua)
Look me in the eye when you're talkin' to me
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/6/2020 - 19:06
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Union, God and Country

Union, God and Country
[2020]
Nell'album “Ghosts of West Virginia", con la band The Dukes
Testo da Genius

Tutte le canzoni dell'album furono originariamente composte per uno spettacolo teatrale intitolato "Coal Country" ed incentrato sulla vita dei minatori del carbone in West Virginia ed, in particolare, sulla tragedia dell'Upper Big Branch Mine di Raleigh dove, il 5 aprile 2010, una trentina di minatori rimase intrappolata da un'esplosione a 300 metri di profondità. Morirono quasi tutti, 29 su 31. L'inchiesta successiva appurò che la compagnia proprietaria, la Massey Energy, aveva eluso le più elementari regole di sicurezza. L'ammontare dei risarcimenti per il disastro superò i 200 milioni di dollari.
My daddy was a miner, my daddy's daddy, too
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/6/2020 - 18:38
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Devil Put the Coal in the Ground

Devil Put the Coal in the Ground
[2020]
Nell'album “Ghosts of West Virginia", con la band The Dukes
Testo da Genius

Tutte le canzoni dell'album furono originariamente composte per uno spettacolo teatrale intitolato "Coal Country" ed incentrato sulla vita dei minatori del carbone in West Virginia ed, in particolare, sulla tragedia dell'Upper Big Branch Mine di Raleigh dove, il 5 aprile 2010, una trentina di minatori rimase intrappolata da un'esplosione a 300 metri di profondità. Morirono quasi tutti, 29 su 31. L'inchiesta successiva appurò che la compagnia proprietaria, la Massey Energy, aveva eluso le più elementari regole di sicurezza. L'ammontare dei risarcimenti per il disastro superò i 200 milioni di dollari.
Well the Devil put the coal in the ground
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/6/2020 - 14:12
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Srinivas

Srinivas
2018
Songs Of Resistance 1942-2018

feat. Steve Earle e Tift Merritt

Il 23 febbraio 2017 Srinivas Kuchibhotla, ingegnere di 32 anni originario dell'Andhra Pradesh, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco all'interno di un bar di Kansas City. Secondo le ricostruzioni, Kuchibhotla e un amico di origini indiane - sopravvissuto all'attacco - stavano bevendo all'interno del locale quando un veterano della marina statunitense in pensione, Adam Purinton, ha iniziato a insultarli scambiandoli per «mediorientali», urlando che dovevano «tornarsene al loro paese» prima di aprire il fuoco. Fuggito a piedi dalla scena del crimine, Purinton è stato arrestato nemmeno un'ora dopo mentre stava bevendo seduto in un altro bar. Nello scontro un cittadino americano, e testimone chiave per risalire a Purinton, ha tentato di salvare i due indiani, prendendosi due proiettili in una mano e al petto.
/eastwest.eu
Dark was the night
(continua)
inviata da Dq82 13/9/2018 - 15:08
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Mississippi, It's Time

Mississippi, It's Time
(2015)


"I grew up in the South and lived there until I was 50," Earle says in a statement, "and I know that I'm not the only Southerner who never believed for one second that the Confederate battle flag is symbolic of anything but racism in anything like a modern context. [This song] is about giving those southerners a voice."
Steve Earle
Come on, Mississippi
(continua)
5/11/2017 - 00:03
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Elvis Presley: Jailhouse Rock

Elvis Presley: Jailhouse Rock
[1957]
Scritta dal mitico duo Jerry Leiber (liricista) e Mike Stoller (compositore), autori di tantissime hits negli anni 50 e 60.
Registrata da Elvis Presley il 30 aprile 1957 ad Hollywood. Il singolo uscì il successivo 24 settembre... e fu il delirio, tanto che se ne fece pure un film.

Per il percorso “Dalle galere del mondo”... Serve aggiungere altro?

Ah, sì... “Jailhouse Rock” è il titolo e la sigla di una bella trasmissione radiofonica che ho scoperto stasera ascoltando Radio Flash di Torino (97.6 FM). I conduttori - Patrizio Gonnella e Susanna Marietti – sono dell'Associazione Antigone ed il sottotitolo della loro trasmissione è Suoni, suonatori e suonati dal mondo delle prigioni... Pensate che la puntata di stasera era dedicata integralmente a Steve Earle, chiusa con un suo splendido spoken blues intitolato “Tennessee Kid”, dall'ultimo album con The Dukes, “Terraplane” (il diavolo, l'uomo all'incrocio, l'anima, la musica, Robert Johnson, Terraplane Blues, 1936, ecc. ecc.)
The warden threw a party in the county jail.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2016 - 22:16
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Questa casa non la mollerò

Questa casa non la mollerò
[1975]

45 gg - La Poiana Dischi di parte LPS 001 [1978] insieme a Liberiamo

Testo di Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi
Musica tratta dal country/rock "Six Days On the Road" (Carl Montgomery / Earl Green), reinterpretata anche da Steve Earle (1987)

Eseguita dal vivo al Parco Lambro 26-29 giugno 1976

I Gang stanno preparando un nuovo disco di cover di canzoni degli anni 70 (titolo Calibro77), tra quelle che compariranno c'è questa. Che qui mancava e rimanda alle lotte sulla casa. Valida allora come oggi
Son qui per buttarci fuori di città
(continua)
inviata da Dq82 11/7/2016 - 18:14
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Time Has Come Today

Time Has Come Today
[1966]
Scritta da Joseph e Willie Chambers.
Singolo poi incluso nell’album “The Time Has Come” del 1967.
Del brano gli autori diedero numerose versioni. Quella estesa supera gli 11 minuti di durata.
Anche le cover sono numerose. Celebri quelle offerte dai Ramones, da Joan Jett e da Steve Earle.

“This song spoke to the younger generation that was fighting for civil rights, social justice and an end to the Vietnam War. The lyrics are somewhat ambiguous, but the constant repetition of the word "Time!" makes it clear that the song is a call to action.” (Songfacts)
Time has come today
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/9/2014 - 10:31
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21st Century Blues

21st Century Blues
2013
The Low Highway
Here I am in the 21st century
(continua)
inviata da DonQuijote82 16/5/2013 - 10:14
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The Low Highway

The Low Highway
‎[2013]‎
La canzone che dà il titolo all’ultimo album di Steve Earle & The Dukes (& Duchesses).‎
Travelin’ now ‎
(continua)
inviata da Bernart 2/5/2013 - 11:15
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Walking Down Death Row

Walking Down Death Row
‎[1966]‎
Album “Dangerous Songs!?”‎
Nell’interpretazione di Steve Earle in “If I Had a Song: The Songs of Pete Seeger, Vol. 2”, ‎Appleseed Recordings 2001
Walking down death row,
(continua)
inviata da Dead End 21/9/2012 - 11:39
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The Truth

The Truth
‎[2002]‎
Album “Jerusalem”‎

‎“…Ha scritto Robert Christgau che Steve Earle “si ‎identifica con ogni malcapitato stronzo che ha fatto una scelta sbagliata” (vedi, per esempio ‎‎John Walker's Blues). Fra le scelte sbagliate, per Steve Earle, non c’è solo quella del condannato ma anche ‎quella del carceriere, e dell’ordine sociale di cui è delegato. In “The Truth” il secondino non riesce ‎a staccarsi dal carcerato, “come se avesse bisogno di ricordarsi che sono io quello che non è ‎libero” e non vede che “è carcerato quanto me anche se tiene la chiave – e Dio lo ‎protegga se mai mi volta le spalle”‎


Per ogni muro che erigete
mille cose più cupe nascono qui dentro
e si nutrono del disprezzo per tutto quello che amate
In verità non conta quello che fai
finchè non ti guardi nello specchio con occhi sinceri
ed ammetti che quello che ti spaventa in me sei tu.”


‎(Alessandro Portelli, da “Note Americane. Musica e culture negli Stati Uniti”, Shake/Acoma ‎edizioni, 2011)‎
In the blue of the evenin' when the sun is low
(continua)
inviata da Dead End 21/9/2012 - 10:54
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Conspiracy Theory

Conspiracy Theory
‎[2002]‎
Album “Jerusalem”‎



Il Vietnam e i suoi 50.000 soldatini americani morti (1 su 10), gli assassinii di Kennedy e di Martin ‎Luther King… “Una volta che avrai messo insieme tutte le piccole menzogne che ti hanno ‎raccontato, scoprirai finalmente che la verità è stata sempre davanti ai tuoi occhi…”
What if I told you it was done with mirrors
(continua)
inviata da Dead End 21/9/2012 - 10:35
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Ashes to Ashes

Ashes to Ashes
‎[2002]‎
Album “Jerusalem”‎



Non semplicemente una canzone biblica. ‎
‎“Jerusalem” uscì ad un anno quasi esatto dall’11 Settembre. ‎
Cenere alla cenere e polvere alla polvere.‎


“Dio è con noi”, disse, e s’incoronò da solo. Oggi nessuno ricorda il suo nome. Ma ciò che ha ‎seminato fa bella mostra di sé dappertutto. Sangue sulle loro mani e flagelli sulla terra. Sulla sabbia ‎segnarono una linea di confine invalicabile e poi dissero: “Dio ci ha fatto a sua immagine e ‎somiglianza e noi crediamo in Lui”… Ma se chiedevi loro perché avessero ammazzato tanti uomini ‎con le loro mani, essi rispondevano: “Cenere alla cenere e polvere alla polvere”…‎
Ma viene il giorno in cui anche le torri più possenti e più alte cadono crollano riducendosi in cenere ‎e polvere…
Ashes to ashes, dust to dust
(continua)
inviata da Dead End 21/9/2012 - 10:17
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Amerika v. 6.0 (the Best We Can Do)

Amerika v. 6.0 (the Best We Can Do)
‎[2002]‎
Album “Jerusalem”‎



Una canzone su come è stato ridotto il “sogno americano” (compreso quello di una società libera e ‎giusta coltivato negli anni 60 e 70), tradito dal consumismo, dall’egoismo, dalla finanza, dalla ‎concentrazione della ricchezza e dalla diffusione della povertà, dalla repressione che colpisce i ‎diseredati e gli immiseriti con la scusa di difendere la proprietà (“possono costruire un muro ‎altissimo intorno al country club per tenere la marmaglia fuori finchè la crisi sia passata” ) e ‎di combattere la “war on drugs”, la santa crociata contro le droghe e la corruzione dei costumi…
Look at ya
(continua)
inviata da Dead End 21/9/2012 - 09:58
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Leroy's Dustbowl Blues

Leroy's Dustbowl Blues
‎[1998]
Album “The Mountain”, con la Del McCoury Band



Una canzone che non può non essere un tributo al “menestrello dell’Oklahoma” e alle sue ‎‎“Dust Bowl Ballads”…‎
Leroy was a farmer and an honest man
(continua)
inviata da Dead End 21/9/2012 - 09:13
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Snake Oil

Snake Oil
‎[1988]‎
Album "Copperhead Road"‎



‎Una canzone dedicata Ronald Reagan, visto come un venditore di “snake oil”, ‎l’intruglio miracoloso, il personaggio dell’imbonitore truffatore presente in tanti film western, uno ‎su tutti, “Little Big Man”, “Il piccolo grande uomo” diretto da Arthur Penn nel 1970, con il ‎bravissimo Dustin Hoffman… ‎

‎“Bene, hai perso la tua fattoria così ti sei trasferito in città, hai trovato un lavoro, loro hanno ‎chiuso la fabbrica e tu sei di nuovo sulla strada, triste e sconsolato… Quello di cui hai bisogno è la ‎mia pozione miracolosa che guarisce tutti i mali, rimette in piedi gli zoppi e ridà la vista ai ‎ciechi…”‎

Nell’ultima strofa un breve riferimento ad un paio di “miracoli” reaganiani in politica estera: ‎

l’invasione di Grenada del 1983 dopo qualche anno di governo marxista…‎

‎ La casa di Gheddafi bombardata dai jet americani. Poi lui ci fece ‎costruire... (continua)
Ladies and gentlemen, attention please
(continua)
inviata da Dead End 21/9/2012 - 08:41
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Justice in Ontario

Justice in Ontario
‎[1997]‎
Album “The Hard Way”‎

‎In questa canzone Steve Earle intreccia due storie tragiche ed emblematiche di ‎antica e moderna ingiustizia, quella risalente alla seconda metà del’800 che vide protagonista e ‎vittima un’intera famiglia di irlandesi emigrati in Ontario e quella relativa all’omicidio di un uomo ‎avvenuto a Port Hope, sempre in Ontario, nel 1979.‎

La famiglia Donnelly era arrivata in Canada dalla County Tippery intorno al 1845. Nel 1847 James ‎Donnelly, il padre, senza un soldo in tasca, decise di installarsi sulle terre di un “absentee landlord” ‎nei pressi della cittadina di Biddulph in Ontario. Dieci anni dopo, un nuovo acquirente giunto ‎dall’Irlanda, Patrick Farrell, scoprì l’occupazione abusiva dei terreni appena acquistati e citò in ‎giudizio i Donnelly. Il giudice costrinse le parti ad un accordo in virtù del quale i Donnelly ‎sarebbero potuti restare sui 25 acri... (continua)
Oh you who hail from Ontario
(continua)
inviata da Dead End 20/9/2012 - 16:58
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Over Yonder (Jonathan's Song)‎

Over Yonder (Jonathan's Song)‎
‎[2000]‎
Album “Transcendental Blues”‎

Steve Earle corrispose per molto tempo con Jonathan Wayne Nobles, un detenuto condannato a ‎morte per il duplice, efferato omicidio di due giovani ragazze (Mitzi Nalley e Kelly Farquhar, ‎vittime dimenticate come tante, impossibile reperire una loro foto nella Rete…) commesso nel 1986 ‎mentre si trovava sotto l’effetto di droghe (Nobles risultava essere tossicodipendente dall’età di 8 ‎anni!). Earle conobbe di persona il suo amico di penna solo un mese prima dell’esecuzione, e ‎assistette anche a quest’ultima, avvenuta il 7 ottobre del 1998 in un carcere texano.‎

Il racconto completo di quella giornata potete leggerlo ‎‎qui… ‎
Traggo invece da Songfacts questo stralcio di ‎un’intervista pubblicata su Mojo nel 2008 in cui Earle, riferendosi ancora una volta alla fine di ‎Nobles, spiega l’origine del suo impegno contro la pena di morte, impegno che... (continua)
The warden said he'd mail my letter
(continua)
inviata da Dead End 2/7/2012 - 14:21
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The Gulf of Mexico

The Gulf of Mexico
I'll Never Get Out of This World Alive (2011)
Come and gather 'round me people
(continua)
inviata da DonQuijote82 17/5/2011 - 09:45
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Harlan Man

Harlan Man
[1998]
Album “The Mountain”, con la Del McCoury Band

Su Harlan County, “The Bloody Harlan”, e le lotte dei minatori americani si vedano – tra le tante - Lawrence Jones, Which Side Are You On? e Dreadful Memories.
I'm a Harlan Man
(continua)
inviata da Bartleby 10/5/2011 - 15:52
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The Mountain

The Mountain
[1998]
Album “The Mountain”, con la Del McCoury Band
Trovata su Raymond’s Folk Song Page

“Sono nato su questa montagna, questa montagna è la mia casa… Bene, quelli prima hanno abbattuto tutti gli alberi, poi ci hanno fatto scavare il carbone, si sono presi tutto quel che c’era e se ne sono andati… Ho passato tutta la mia vita in miniera e ora sono vecchio e morirò su questa montagna, perché è la mia casa, ne conosco ogni galleria, ogni dannato buco… Ce n’è uno così scuro e profondo che solo Dio sa i segreti che rinchiude, che solo i minatori possono avvertire quel freddo che c’è nell’aria, i fantasmi che si aggirano in quei tunnel che la compagnia ha chiuso per sempre…”
I was born on this mountain a long time ago
(continua)
inviata da Bartleby 10/5/2011 - 15:04
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Copperhead Road

Copperhead Road
[1988]
Lyrics & Music by Steve Earle
Album: Copperhead Road

"John Lee Pettimore is, of course, a fictitious character: he is the son and grandson of moonshiners who goes off to Vietnam and, upon his return, becomes a marijuana cultivator and salesman..."
Well, my name's John Lee Pettimore
(continua)
inviata da giorgio 7/3/2010 - 11:38
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Ellis Unit One

Ellis Unit One
A song against capital punishment.
I was fresh out of the service
(continua)
inviata da Marcia 14/7/2008 - 16:32
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Bring Them Home (If You Love Your Uncle Sam)

Bring Them Home (If You Love Your Uncle Sam)
[1966]
Testo e musica di Pete Seeger
Lyrics and music by Pete Seeger

Scritta da Pete Seeger nel 1966, al tempo della guerra del Vietnam. Un invito a sostenere il movimento per il ritiro delle truppe americane. Recentemente, a guerra in Iraq già in corso, Pete Seeger la ha reinterpretata assieme a Steve Earle, Ani DiFranco e Billy Bragg.

Composed by Pete Seeger in 1966 during Vietnam war, the song was an invitation to support the move for US troops withdrawal. Pete Seeger has sung it again together with Steve Earle, Ani DiFranco and Billy Bragg to support anti-Iraqi war move.

La canzone (in una nuova versione) fa parte del tour di Bruce Springsteen & The Seeger Session Band: semplicemente due miti assieme, e non credo che ci sia bisogno di nessun altro commento. Questi sono due nomi che hanno in sé già tutto. [RV]
If you love your Uncle Sam,
(continua)
inviata da Piersante Sestini




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