Una possibile interpretazione del significato del testo di cissiecolpitts9 da un commento al video youtube:
Provo a dare una spiegazione al testo... mi sono stufata chi scrive che sono frasi a caso.
Premetto che:
- solo chi l’ha scritta sa davvero cosa intendesse, e se avesse voluto spiegarsi in modo diverso avrebbe usato parole diverse. Per cui lo faccio con umiltà e intento costruttivo
- ad ogni ascolto capisco qualcosa in più, o di diverso, di nuovo o superfluo, cmq se qualcuno mi aiuta e crea dibattito è benvenuto
- credo che per quanto rabbioso e incazzato (spoiler) porti un messaggio molto positive
La prima parte mi sembra evocare i recenti fatti di attualità legati agli sbarchi dei migranti. Il fatto che usi la prima persona plurale può voler dire che queste cose sono accadute anche a noi (che siamo stati a nostra volta migranti, paragonati a topi), ma sono più propensa... (Continues)
«Ho scritto questa canzone dopo aver visto Storia di Filomena e Antonio, bellissimo documentario di Antonello Branca, del ’76, su una coppia di giovani tossicodipendenti. Il brano narra una storia che mi sono immaginato pensando a Filomena, ma che non parla di lei. Semmai parla di un corpo femminile che non sempre è una casa accogliente, e di droga, di aborto, di ciclo mestruale, di cose di cui non si può parlare a causa di dogmi che qui scardiniamo.
A proposito dell’aborto ci tengo a dire che non è affrontato in quanto questione morale. Ciò che diciamo è che una donna che decide di abortire può essere considerata al pari di Gesù, perché lì c’è un certo tipo di martirio: è una provocazione, ovviamente, e pazienza se qualcuno sentendola s’incazzerà. Poi alla fine sì, si sente la voce di Filomena, donna vessata dai genitori e da un paesino... (Continues)
Di Antonello Branca (1935-2002) ricordo molto bene "L'economia del Pentagono", uno splendido documentario su guerra e tecnologia realizzato all'epoca della prima guerra del Golfo.
[2020]
parole di Appino
musica di The Zen Circus
nell'album "L'ultima casa accogliente"
Vogliamo libertà per tutti i popoli ma i primi siamo noi a non esser liberi...
Chiediamo verità per tutti gli uomini ma i primi siamo noi a dirci bugie orribili...
Io sono nato in una casa fatta di catrame (Continues)
Contributed by B.B. 2020/12/25 - 19:00
beh non sono proprio sicuro che sia una CCG e secondo me è forse la più convenzionale di tutto il nuovo album, per il resto strepitoso, troppo legata a sonorità già sentite anche se la prima strofa a cappella ha un bell'impatto!
Grazie B.B. Finalmente il testo giusto di questo piccolo capolavoro. Notevole anche la traduzione inglese, rendere correttamente "a suon di ganascini" non era facile. Stasera per la prima volta il tradizionale Natale Zen andrà in streaming e non dal vivo causa COVID.
Ci vediamo in diretta streaming il 25 dicembre dalle 21.30 per una mirabolante serata insieme tra chiacchiere virtuali, guanti, gara di ingestione canditi, ricchi premi e cotillon, regali riciclati ed una corale "Canzone di Natale" finale
(2020)
Testo di Appino
Musica di Karim Qqru, Massimiliano “Ufo” Schiavelli & Appino
dal nuovo album "L’ultima casa accogliente"
«Questo è un pezzo ambientato nel futuro, scritto immaginandomi un mondo dopo una catastrofe. Ma non ci interessava fare una canzone sul fatto che gli esseri umani hanno mandato a puttane il mondo e su quanto siamo stronzi: gli Zen non hanno mai voluto insegnare agli altri come bisognerebbe vivere e come no, le nostre canzoni sono racconti. 2050 racconta, dunque, un ipotetico futuro in cui “il Paese festeggia il giorno in cui hanno proclamato gli stati uniti del mondo”, perché probabilmente solo dopo una tremenda catastrofe capiremo che quella è l’unica via per concepire la vita su questo pianeta. E però in quel futuro i grattacieli spenti e le città sommerse potrebbero emergere dal mare, perché se andiamo avanti così…
Non è un brano ecologista, è più una... (Continues)
Hai la faccia di vento e un'età che non aiuta (Continues)