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Antifascista

Antifascista
Herz für die Sache (2013)

Antifascista è un appello a bloccare il neonazismo e a opporsi all’ideologia di destra e alle manifestazioni della estrema destra.

La canzone fa parte del progetto Kein Bock auf Nazis, avviato da ZSK e alcune altre band tedesche. Si tratta di un’“iniziativa contro il neonazismo, la politica di destra e il razzismo”.
Es ist unsere Stadt, merkt euch das
(Continues)
Contributed by ZugNachPankow 2014/11/28 - 17:19
This is the saddest news we possibly can give, but we have to do it anyway.
Gian Piero Testa, an historical collaborator of our website and the “soul” of the Greek Section with dozens of masterly translations, has passed away last night for a serious and sudden illness.
All those who have known him will keep thousands of memories; those who have not known him will keep his work, to which this website will give on its right importance, merit and value.
For Gian Piero, so deeply fond of Greece, its culture and its language, let the cry resound: ΑΘΑΝΑΤΟΣ !

Αυτά είναι τα θλιβερότατα νέα που μπορούμε να δώσουμε, αλλά, δυστυχώς, πρέπει να το κάνουμε.
Ο Τζαν Πιέρο Τέστα, ιστορικός συνεργάτης αυτής της ιστοσελίδας και ψυχή του “Ελληνικού Τμήματος” με δεκάδες εξαιρετικών μεταφράσεων, μας άφησε χρόνους απόψε λόγω μιας βαριάς και ξαφνικής ασθένειας.
Γι' όλους αυτούς που τον έχουν γνωρίσει μένουν μυριάδες θυμήσεων. Γι' αυτούς που δεν τον έχουν γνωρίσει, μένει το έργο του, που η ιστοσελίδα αυτή θα μελετάει να του δίνει την αξία και την προβολή που αξίζει.
Για τον Τζαν Πιέρο, ερωτευμένο με την Ελλάδα, την κουλτούρα και τη γλώσσα της, ας ηχήσει η φωνή· ΑΘΑΝΑΤΟΣ !
Riccardo Venturi 2014/11/28 - 15:35
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Fa' o Signore

Fa' o Signore
"Sono il numero A 5384 di Auschwitz-Birkenau" Così iniziava le sue "lezioni" la testimone sopravvissuta agli orrori dell'inferno.

Seduta sul divano della sua abitazione genovese, l'ex maestra di Langasco racconta, con la sua voce calma e pacata, al microfono dell'intervistatrice uno dei tanti simpatici episodi che avevano allietato il suo ritorno dal campo femminile di Auschwitz-Birkenau.
"Andavo alle poste a ritirare la pensione e una volta ho, incautamente, appoggiato il braccio sul piano del banco. L'impiegato, incuriosito dal tatuaggio rimasto in vista mi ha chiesto che cosa era. Gli ho spiegato che era quello che mi avevano fatto al campo di sterminio. E lui mi ha risposto, ma se vi hanno sterminati, come mai siete così tanti?" (Forse si riferiva ai superstiti degli oltre duemila genovesi deportati nei campi di concentramento)
Oltre all'inferno tedesco, anche quello, imprevisto, trovato... (Continues)
Fa' o Signore
(Continues)
Contributed by gianfranco 2014/11/28 - 15:30
Song Itineraries: Extermination camps
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Supper's Ready

Supper's Ready
E' bello sapere quante persone, anche molto giovani, sono ancora in grado di apprezzare un gruppo che ha lasciato un segno così profondo nella storia della Musica.
Ero a Firenze il 19 a vedere i bravi Musical Box: grandi interpreti, meritano il costo non piccolo del biglietto.
Supper's ready è ancora sconvolgente. Grazie per la bella traduzione: un bel passo avanti rispetto a quello letto finora.
gianni 2014/11/28 - 13:42

Le soleil rouge

Le soleil rouge
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay

Interpretata già nel 1910 nientepopòdimeno che da Émile Combes (1835-1921), uomo politico francese di primo piano all’inizio del secolo scorso, esponente radicale e fiero anticlericale.
Nella raccolta “Chansons de Frances. Chansons révolutionnaires et sociales”

Si dice che all’epoca questa canzone fosse amata e cantata quanto L'Internationale
Vers la Cité de l’Avenir
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/28 - 13:23

Les pissenlits

Les pissenlits
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Hélène Delavault nel disco “La Républicaine”, Le Chant du Monde, 1988.

Il “piscialetto”, o “dente di leone”, è il nome popolare dato in Francia al Tarassaco, da noi chiamato anche dente di cane, soffione (con riferimento all'infruttescenza), cicoria selvatica, ingrassaporci, ecc. Più genericamente con “pissenlits” ci si riferisce alle erbe selvatiche, raccolte in passato... (Continues)
« Des pissenlits ! des pissenlits ! »
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/28 - 11:18

Les ventres

Les ventres
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Anne Cuvelier e Denis Cacheux (Compagnie Tant Qu’à Faire) nel disco intitolato “Moi, j’m'en fous!” pubblicato nel 1999.

“Il grasso ventre dei commendatori…”, 80 anni prima di Rino Gaetano
Chantons le ventre des bourgeois
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/28 - 10:49

La citée rouge

La citée rouge
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Anne Cuvelier e Denis Cacheux (Compagnie Tant Qu’à Faire) nel disco intitolato “Moi, j’m'en fous!” pubblicato nel 1999.

La miseria, la fame, lo sfruttamento, l’emarginazione delle classi più povere nella grande città, la “Ville Lumière” (si veda al proposito la bellissima Embrasse-moi di Prévert/Oswald), non determina automaticamente la protesta organizzata contro gli affamatori, ma prima di tutto la guerra e la violenza tra gli stessi diseredati.
Una canzone di oltre un secolo fa che parla del nostro presente.
Le cuir rongé de vermine,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/28 - 10:26
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La chanson de l’aiguille

La chanson de l’aiguille
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Chantal Grimm in un disco della serie “Anthologie de la Chanson Française” (“Chansons de métiers. Travaux des villes et travaux des champs”)

“Complainte des petites mains”, lamento delle giovani, spesso giovanissime, operaie che nell’industria tessile di fine 800 erano impiegate nelle cuciture a mano. Qui una giovane sarta, costretta a cucire giorno e notte, lamenta che il lavoro le ha sottratto la salute e, di fatto, la vita.
«Cours, mon aiguille, dans la laine !»
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/28 - 09:47

La chanson du rémouleur

La chanson du rémouleur
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Hélène Delavault nel disco “La Républicaine”, Le Chant du Monde, 1988.

Un pamphlet contro la guerra e contro la pena di morte.
Jadis, en la paix des familles,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/28 - 09:18
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To Hell With the Devil

Stryper
To Hell With the Devil
Well, speak of the devil
(Continues)
Contributed by Anonymous 2014/11/27 - 23:27
Song Itineraries: The Devil
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Monte Canino

Anonymous
Monte Canino
Bravi. teniamo vivo il ricordo di quei giovani che sono morti o hanno sofferto "le pene dell'inferno" per una patria che magari non conoscevano e che forse non li considerava che "carne da macello". eppure, si sono sentiti sempre fieri di aver dato i loro migliori anni e le loro forze per questa Italia che poi li ha dimenticati in fretta. i miei nonni, montanari come me, erano uno sul grappa ed uno sull'Ortigara ed io sono cresciuto sulle loro ginocchia e con queste canzoni. complimenti a voi.
GIORGIO CAVAGNA 2014/11/27 - 15:21
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Canto della Cichero

Anonymous
Canto della Cichero

I canti della resistenza di Paolo Castagnino "Saetta"

Il canto partigiano è profondamente diverso dai canti nati durante le guerre precedenti e dagli inni ufficiali.
Nei canti della resistenza è espressa una nuova consapevolezza, la fierezza del combattente che lotta in una guerra liberamente scelta con la certezza di essere dalla parte giusta.
Nelle formazioni partigiane si cantava spesso, nei momenti di tregua, tra un'azione e l'altra, tra un rastrellamento e l'altro. Durante l'inverno i distaccamenti si riunivano nei casoni presso il fuoco, con le armi vicine, nella buona stagione all'aperto e il canto si alzava lento e suggestivo nella notte, tra i castagni frondosi.
Cantavano i partigiani quando partivano per l'azione e la colonna si snodava sugli aspri sentieri delle nostre montagne, mentre i contadini salutavano commossi e trepidanti per la sorte di questi giovani.
Il canto... (Continues)
gianfranco 2014/11/27 - 14:40
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Avanti ragazzi di Budapest

Avanti ragazzi di Budapest
Sgarbi direbbe che siete ignoranti come delle capre, gbturchi ha pienamente ragione, andate ad informarvi prima di commentare. È inutile , ogni volta che qualche organizzazione di destra sale al potere, dire che si tratta di nazisti, razzisti , che non c'è libertà di parola ecc. Orbán sta facendo un ottimo lavoro, punto.
2014/11/27 - 13:23
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Dalle belle città (Siamo i ribelli della montagna)

Dalle belle città (Siamo i ribelli della montagna)

La Benedicta

Una massiccia operazione di rastrellamento da parte dei comandi germanici si ebbe il 6 Aprile del 1944. I nazifascisti intimarono il coprifuoco in tutti i paesi della zona, compresa tra il basso alessandrino e la zona dei Laghi Gorzente, tra le 18 e le 5 del mattino, nei giorni precedenti si erano concentrate tutte le popolazioni maschili delle classi comprese tra il 1914 e il 1925 nei campi di concentramento di Novi e Masone.
All'alba del 6 aprile mossero due colonne una da Voltaggio e l'altra da Piani di Praglia, nello stesso tempo tutte le rotabili della zona venivano bloccate. Le colonne convergevano verso il centro della zona occupata dalla III Brigata Liguria, l'area della Benedicta.
Lungo il torrente Rovemo, nel territorio di Bosio, le sentinelle della Brigata Autonoma Alessandria avvistavano la colonna proveniente da Voltaggio. Il comandante Odino fece ripiegare... (Continues)
gianfranco 2014/11/27 - 11:33
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Ode to Billy Joe

Ode to Billy Joe
What the hell did Billie Joe McAllister throw off the Tallahatchee Bridge?

Over thirty-five years after the release of Bobbie Gentry’s “Ode to Billie Joe,” questions linger about her haunting southern-gothic ballad. Decades from now, will anyone still wonder who let the dogs out? Gentry’s #1 single tells the story of a family dinner where the narrator finds out that her boyfriend, Billie Joe McCallister, has jumped off the Tallahatchee Bridge; the day before, people spotted her and Billie Joe throwing an unidentified object off the same bridge. “Everybody has a different guess about what was thrown off the bridge: flowers, a ring, even a baby,” Gentry has said. “What was thrown off the bridge really isn’t that important. The message of the song, if there must be a message, revolves around the nonchalant way the family talks about the suicide. The song is a study in unconscious cruelty.”... (Continues)
It was the third of June
(Continues)
Contributed by John Doe 2014/11/27 - 06:00
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El pueblo unido jamás será vencido

El pueblo unido jamás será vencido
Nonostante la presente versione russa sia pienamente cantabile (lo slogan si traduce: “Finché saremo uniti, saremo invincibili!”), non è stato possibile reperirne l'autore, né risulta che sia mai stata incisa. La versione è accompagnata da una trascrizione in caratteri latini. [RV]
Объединённый народ
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2014/11/26 - 23:07
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Fischia il vento

Fischia il vento

Maria Baiardo, la mamma d'U Megu

Come riportato dalla storiografia del canto partigiano, la mamma di Felice Cascione è stata la fedele custode della memoria del figlio e del canto partigiano per eccellenza "Fischia il Vento" dai vari tentativi di sfruttamento commerciale del dopoguerra delle numerose versioni del canto, che dalla zona di origine, si era rapidamente propagato in tutte le formazioni partigiane dell'alta Italia.
E in ogni formazione le parole della canzone avevano subito qualche modifica, per motivi non sempre "politici". Un motivo poteva essere, ad esempio il passaggio orale non necessariamente fedele, anche per evidenti ragioni, tipo la scomoda presenza di varie divisioni militari tedesche che erano poco propense ad agevolare le canzoni ed altre attività partigiane, per non parlare delle bande nere.
Nel suo libro del 2014, sotto citato, Donatella Alfonso cita la versione... (Continues)
gianfranco 2014/11/26 - 22:23
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Pus d’ patrons!

Pus d’ patrons!
[1890]
Parole e musica di Aristide Bruant, nella raccolta “Dans la rue” pubblicata tra il 1889 ed il 1895.

Interpretata dallo stesso autore in “Le Paris de Bruant. Enregistrements historiques”

Ripresa da molti artisti, per esempio da Marc Ogeret ‎nel suo “Chansons Contre” del 1968.

Canzone “dans la rue”, in stretto argot - anche se il testo viene spesso mal trascritto, a cominciare dal titolo che non è “Plus de patrons” - fieramente anarchica, anche se si conclude con un interrogativo che è quello che attanaglia da sempre l’utopia libertaria: “E quando non ci sarà più nemmeno un padrone, chi darà la paga al sabato?”, cioè a dire, ma gli esseri umani saranno mai pronti per una società di liberi ed eguali?

Personalmente non lo credo proprio, infatti sono un anarchico nichilista convintamente “estinzionista” (quelle tristesse!)…
J’suis républicain socialisse,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/26 - 11:23
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Casseur de gueules

Casseur de gueules
[1888]
Parole (e musica?) di Aristide Bruant, nella raccolta “Dans la rue” pubblicata tra il 1889 ed il 1895.
Testo trovato su Histoire de France en Chansons

Brano incluso nella compilation intitolata “L’esprit anarchiste de la Commune à Mai 68. Chansons anarchistes et pacifistes, 1820-1990”, a cura di Jean Buzelin e Christian Marcadet.

Nel 1886, dopo un sontuoso ricevimento in occasione del fidanzamento della principessa Amélie d’Orléans, percepito dai Repubblicani come un affronto, il Parlamento aveva votato una legge che vietava a tutti gli appartenenti alla famiglia reale di soggiornare sul suolo francese… Ma all’anarchico Aristide Bruant “L’Expulsion” evidentemente non bastava… Per prìncipi, preti e ricchi non c’è che una cura: “Il faut leur casser la gueule”, bisogna spaccargli la faccia.
I's ont la gueule et la vi' dures
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/26 - 10:20
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Salut Commune!

Salut Commune!
[1881]
Versi di Clovis Hugues (1851-1907), poeta, romanziere, comunardo a Marsiglia e militante socialista (poi in vecchiaia – come spesso accade - diventato nazionalista boulangista)
Musica di Pierre Letorey (1867-1948), compositore
Testo trovato su Histoire de France en Chansons
Brano incluso nella compilation intitolata “L’esprit anarchiste de la Commune à Mai 68. Chansons anarchistes et pacifistes, 1820-1990”, a cura di Jean Buzelin e Christian Marcadet.
Salut Commune! Quand tu vins,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/26 - 09:25
Song Itineraries: The Paris Commune, 1871
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Todesfuge

Todesfuge
ITALIANO / ITALIAN / ITALIEN / ITALIA [2]

Paul Celan, Poesie, a cura di M. Kanan e M. Bagnasco, Mondadori, Milano 1976, p. 46
FUGA DI MORTE
(Continues)
Contributed by Donquijote82 +Gianfranco 2014/11/25 - 21:21
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La Commune de Paris [Versaillais! Versaillais!]

Jean-Edouard
La Commune de Paris [Versaillais! Versaillais!]
La canzone (con qualche lieve modifica nel testo) si può ascoltare anche nel doppio 45 giri "Les Barricadiers ‎(“Commune de Paris 1871 - Commune de Mai 68”, 1968)edita in Francia dalla "Collection Expression Spontanée" di Parigi. Sul retro della copertina (che per esempio, si può vedere nel sito cliccando su "Le Père Duchesne (ou L'Bon Dieu dans la merde)" scrivevano: l'"Expression Spontanée" è una produzione e diffusione di dischi che non trova posto nel sistema di produzione capitalista attuale e ha la sua diffisione al di fuori dei circuiti commerciali tradizionali che sono basati unicamente sul profitto e sull'abbruttimento dell'individuo.

L'elenco completo dei titoli presenti in questo doppio 45 giri, interpretato da questi non meglio identificati Barricadiers, è:
- La Semaine Sanglante
- Le Père Duchesne
- Le Drapeau Rouge
- La Canaille
- Je Vote
- Carmela
- Versaillais
- Des Canons
Flavio Poltronieri 2014/11/25 - 18:46
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Le Père Duchesne (ou L'Bon Dieu dans la merde)

Anonymous
Le Père Duchesne (<em>ou</em> L'Bon Dieu dans la merde)
[1792]
Canzone degli “Enragés”, radicali della Rivoluzione francese.
Le Père Duchesne, nome dato ad un quotidiano rivoluzionario ripreso poi anche nell’800 e 900, è un personaggio fittizio che denuncia abusi, soprusi ed ingiustizie.

Esattamente 100 anni dopo, l’11 luglio 1892, la canzone fu intonata da Ravachol, bandito anarchico, salendo sulla ghigliottina nella prigione di Montbrison. Pare che la lama lo interruppe alla fine della penultima strofa, per questo “Le Père Duchesne” è conosciuta anche con il titolo alternativo de “L'Bon Dieu dans la merde”.

Interpretata da molti artisti e in numerose compilation di area anarchica, per esempio da Les Barricadiers ‎(“Commune de Paris 1871 - Commune de Mai 68”, 1968), da Les Quatre Barbus ‎(“Chansons Anarchistes”, 1969) e da Marc Ogeret ‎(“Chansons Contre”, 1988). E in "Pour en finir avec le travail" (1968).


Né en nonante-deux Nom De Dieu
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/25 - 15:36
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Το ξημέρωμα της 17ης

Το ξημέρωμα της 17ης
25 novembre 2014
L'ALBA DEL 17
(Continues)
2014/11/25 - 13:25
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Que demande le peuple?

Que demande le peuple?
[1935]
Parole di Lucien Boyer (1876-1942), poeta, compositore, chansonnier e goguettier.
Musica di Maurice Yvain (1861-1965), compositore
Testo trovato su Histoire de France en Chansons
Nel film “Jérôme Perreau, le héros des barricades”, diretto da Abel Gance, con Georges Milton nella parte del protagonista.

Film e canzone che descrivono l’epoca della “Fronde” (dalla fionde che il popolo di Parigi usava contro le finestre degli appartamenti del potente primo ministro dell’epoca, il cardinale Mazarino, successore di Richelieu), il movimento di protesta sorto in Francia a metà del 600 a causa della crisi economica e contro le tasse feroci, imposte per finanziare la partecipazione del regno alla Guerra dei Trent’anni, l’assolutismo monarchico e la limitazione dei poteri parlamentari. Chi vinse? Non di certo il popolo… Ci vuole altro che le fionde!
Que demande le peuple?
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/25 - 13:14
Song Itineraries: Thirty Years' war




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