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Before 2013-7-4

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Canzone dei fiori e del silenzio

Canzone dei fiori e del silenzio
Chanson italienne - Canzone dei fiori e del silenzio – Cantacronache - 1958
Paroles d'Emilio Jona
Musique de Sergio Liberovici

Ah, Lucien l'âne mon ami, je pense bien que tu connais les Cantacronache et que tu aimes comme moi leurs chansons aux Cantacronache. Eh bien, voici leur chanson manifeste, la chanson qui en quelque sorte définit leurs idées sur le monde et sur la chanson elle-même. Une sorte de manifeste artistique. C'est la chanson des fleurs et du silence. Du moins, c'est son titre, car pour ce qui est du contenu, elle n'est pas silencieuse, rassure-toi. Bien au contraire, elle affirme nettement leur refus de la chanson vide et de la chanson remplie d'insignifiances. Le genre chanson d'amour : il part, je reviens, je m'en vais, il reviendra... Les yeux bleus, noirs, verts, roses... Je l'aime, il m'aime, on s'aime... J'aime ses yeux, ses bras si chauds, ses jambes si belles, ses... (Continues)
CHANSON DES FLEURS ET DU SILENCE
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2013/6/28 - 22:24
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Cruz de Luz (Camilo Torres)

Cruz de Luz (Camilo Torres)
La canzone è stata incisa anche da Víctor Jara, ma in realtà è di Daniel Viglietti, e il titolo originale è "Cruz de luz". In questo video, a un certo punto Viglietti stesso parla di quando Víctor Jara, nel '66 gli scrisse per chiedergli il permesso di incidere questa canzone e "A desalambrar" e, abbastanza curiosamente, sembra pensare che di questo permesso non ci fosse neanche bisogno, e che si sia trattato solo della grande delicatezza di Víctor Jara.
Chiara Maltese 2013/6/28 - 18:44
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La ballata di Lea

La ballata di Lea
Lea Garofalo, di Petilia Policastro, provincia di Crotone, era una collaboratrice di giustizia. Testimoniò con grande coraggio sulla faida tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno, per affrancarsi dalla cultura 'ndranghetista e, soprattutto, per dare un futuro migliore a sua figlia Denise. Lea pagò con la vita questa sua ribellione alla 'ndrangheta. Nel 2009 venne infatti uccisa e sciolta nell'acido. Per l'orribile fine di Lea i suoi sei aguzzini sono stati condannati all'ergastolo. Lea, dunque, rimane un simbolo e un'icona della lotta a tutte le mafie.

"La ballata è nata dalla lettura di un articolo sul Quotidiano di Calabria che si intitolava “Sognava l’Australia’, leggendo quell’articolo la storia mi colpì perché quando una donna la si priva della libertà di scelta del come vivere la propria vita, questa è una cosa sconvolgente, perché so di tante donne che vivono nella sofferenza... (Continues)
Ciangiti assema a mia
(Continues)
Contributed by Silva 2013/6/28 - 13:46
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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Je vais revoir ma blonde

Je vais revoir ma blonde
‎[1956]‎
Scritta da Jacques Plante (1920-2003), liricista francese assai prolifico.‎
Sulla melodia della canzone popolare americana “The Yellow Rose of Texas” risalente al 1858.‎
Interpretata da tanti, come Yvette Giraud, Lucien Jeunesse, Charles Gentès e Dario Moreno.‎

La guerra in Algeria era appena iniziata e non è che tutti i coscritti fossero proprio entusiasti di ‎andare a combattere per la “Grandeur de France”, sentimento che trapela chiaramente da questa ‎allegra marcetta…‎
La nuit tombait dans la plaine
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/6/28 - 11:17
Song Itineraries: The Algerian War
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Bombs (End This War)

Bombs (End This War)
- See more at: Golden State
I can’t be sure of this
(Continues)
Contributed by Ronald Matheny 2013/6/28 - 08:44

La nave

La nave
Chanson italienne – La Nave – Alfredo Bandelli

Oh, Marco Valdo M.I., mon ami, j'aime beaucoup cette chanson ; à moi qui ai entendu les chansons d'Homère le grand, l'aède aveugle, l'aède aux multiples histoires, celui-là même qui – il en faut de la patience – attend encore ses musiciens... Elle rappelle les aventures d'Ulysse ; dans ses mots, il y a comme un parfum d'alizés. Il y a là un ton... Une manière de raconter qui m'enchante...

Certes, Lucien l'âne mon ami, mais as-tu remarqué le premier couplet ? Celui où « la tramontane... raconte la longue guerre des damnés de la terre ». On dirait qu'il chante – tel Homère précisément aurait pu le faire, la Guerre de Cent Mille Ans que les riches font aux pauvres afin de leur infliger le joug de la misère et de multiplier par l'exploitation leurs profits, d'accroître leurs pouvoirs, d'étendre leurs richesses... Car c'est la richesse et l'envie... (Continues)
LE BATEAU
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2013/6/27 - 21:00
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Enfants de tout pays

Enfants de tout pays
Per l'attribuzione del "Bollino bleah", si veda Adieu, mon pays. Segnalo che Enrico Macias è anche interprete di una "Malheur à celui qui blesse un enfant" ("Sventura a chi ferisce un bambino", 1975, testo di Jacques Demarny), alla quale si potrebbe rispondere così:

Due delle centinaia di bambini uccisi a Gaza durante gli attacchi israeliani tanto calorosamente sostenuti dal signor Gaston Ghrenassia, o Enrico Macias.
Riccardo Venturi 2013/6/27 - 17:07
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Veteran's Day Poppy

Veteran's Day Poppy
Album: "Trout Mask Replica" (1969)

Da wikipedia:

Il titolo del brano fa riferimento alla pratica tipicamente anglosassone della vendita dei papaveri per beneficenza da parte delle crocerossine nel giorno della memoria dei caduti o veterani di guerra che viene citata anche dai Beatles in Penny Lane. La canzone è un inno antimilitarista, dal punto di vista di una madre che ha perso un figlio in guerra. La donna si rifiuta di compiere un gesto privo di significato come comprare dei papaveri, perché tanto non gli crescerà un altro figlio come invece ricresce un fiore reciso.
I cry but I can't buy
(Continues)
Contributed by Alberto 2013/6/27 - 16:16
Song Itineraries: Poppie: an Antiwar flower?
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Armes de distraction massive

Armes de distraction massive
‎[2003]‎
Parole di Akhenaton, Freeman, Shurik'N ‎
Musica di Shurik'N
Dall’album “Revoir un printemps”‎

Le presunte (e inesistenti) "armi di distruzione di massa" di Saddam Hussein servirono 10 anni fa a "distrarre" l'opinione pubblica occidentale (notoriamente già abbastanza distratta dai "pains et jeux" cui è abituata...) e a scatenare l'ennesima guerra in Medio Oriente...
Et ce sont les mêmes qui payent le prix, la guerre éclate
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/6/27 - 15:34
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Au nom des droits de l'homme

Au nom des droits de l'homme
‎[1993]‎
Parole di Michel Jourdan e Jacques Demarny
Musica di Enrico Macias e Jacques Revaud
Au nom des droits de l'homme
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/6/27 - 14:37
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Aimez-vous les uns les autres

Aimez-vous les uns les autres
‎[1977]‎
Parole di Pierre Delanoë (1918-2006), grande liricista francese autore di tante canzoni presenti su ‎questo sito, da C'est pas ma faute si j'ai pas fait Verdun a Je chante avec toi liberté a L'orange (detto che questa interpretata da Macias forse non è ‎delle sue migliori…)‎
Musica di Enrico Macias
Dall’album “Aimez-vous les uns les autres”‎
Un soir dans mon rêve j´ai vu
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/6/27 - 14:13
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À la face de l'humanité

À la face de l'humanité
‎[1972]‎
Parole di Jacques Lanzmann (1927-2006), scrittore e liricista francese.
Musica di Enrico Macias
Dall’album “À la face de l'humanité”‎
Ils criaient du fond de leur cœur
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/6/27 - 13:46
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Le soldat d'Algérie

Le soldat d'Algérie
Da notare in questa canzone la "sigla" degli autori (Ewen, Delahaye, Favennec): è identica a quella dell'ENEL francese, la EDF (Electricité De France), un preciso riferimento all'elettricità che veniva usata a piene mani per le torture in Algeria...
Riccardo Venturi 2013/6/27 - 12:51
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Gun

Gun
‎[2013]‎
Scritta da Iggy Pop e James Williamson
Nell’album “Ready To Die” di Iggy Pop & The Stooges

Invecchiati – e anche mezzi morti, vista la prematura e solitaria dipartita di Ron Asheton nel 2009 – ‎ma sempre mordaci gli Stooges della immarcescibile “Iguana”… ‎
Everybody’s talking loud,
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/6/27 - 09:32
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Gẫy Đàn Lên Hỡi Người Bạn Mỹ

Oa-sinh-tơn đêm nay lửa tranh đấu đang rực cháy.
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/6/25 - 18:31
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A Batalha

A Batalha
25 giugno 2013
LA BATTAGLIA
(Continues)
2013/6/25 - 17:39
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Abril '74

Abril '74
Carissimi,
due parole su una roba che mi riguarda.

Sono in partenza per Camp Nou, il grande stadio di Barcellona, dove canterò Aprile '74, la mia traduzione di Abril '74 di Lluis Llach, nel grande Concerto per la Libertà che si terrà il 29 giugno prossimo.

Un'occasione straordinaria di condividere la scena coi massimi cantori catalani e alcuni dei più grandi interpreti di tutto il mondo. La lista è impressionante.

Mi fa particolare effetto trovarmi a cantare con Lluis Llach, perché è un piacere nel quale non speravo più, essendosi lui ritirato dalle scene ormai da qualche anno, e interrompendo la sua assenza solo per quest'occasione specialissima. Ma mi emoziona anche reincontrare dopo parecchi anni un altro dei miei miti: Paco Ibanez.

Spero di riuscire a condividere il piacere e l'emozione dell'incontro con gli 80.000 spettatori previsti...

Se ci sarà occasione mi piacerebbe anche... (Continues)
CCG/AWS Staff 2013/6/25 - 16:49

Main dominée par le coeur

Main dominée par le coeur
‎[1942]‎
Poesia di Paul Éluard originariamente intitolata “La main, le cœur, le lion, l’oiseau”, dal ciclo ‎‎“Poésie et vérité”.‎
Musica per soprano e pianoforte scritta del 1947 dal compositore e pianista francese ‎‎Francis Poulenc (1899-1963).‎

‎«En mai 1942, Noël Arnaud prend la ‎responsabilité de publier, aux Éditions de la Main à Plume, sous le titre Poésie et ‎Vérité 1942, La dernière nuit et quelques autres poèmes dont le sens ne peut ‎guère laisser de doutes sur le but poursuivi : retrouver, pour nuire à l’occupant, la liberté ‎d’expression. Et partout en France des voix se répondent, qui chantent pour couvrir le lourd ‎murmure de la bête, pour que les vivants triomphent, pour que la honte disparaisse. Chanter, lutter, ‎crier, se battre et se sauver. […] Mais il fallait bien que la poésie prît le maquis. Elle ne peut trop ‎longtemps jouer sans risque sur les mots. Elle sut tout... (Continues)
Main dominée par le cœur
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/6/25 - 11:13
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Un soir de neige

Un soir de neige
‎[1944]‎
Versi di Paul Éluard

Musica del compositore e pianista francese Francis ‎Poulenc (1899-1963), che ne fece una piccola cantata da camera per 4 o 6 voci a cappella scritta ‎nei giorni di Natale del 1944, il primo inverno dopo la Liberazione.‎

Parigi, inverno del 1944. Forse il più freddo del 900 per la capitale francese, non tanto in senso ‎meteorologico ma storico. Il freddo, il ghiaccio, la desolazione invernale non sono che una metafora ‎dell’occupazione tedesca, che sembrava ancora incrollabile. Ma anche in quell’inverno così feroce ‎la “bonne neige”, la speranza, la fiducia nella Liberazione, andava impercettibilmente depositandosi ‎per le strade, sui marciapiedi, sui tetti delle case… Ad agosto, la libertà.‎
De grandes cuillères de neige

(Continues)
Contributed by Bernart 2013/6/25 - 10:50

Riccardo Venturi: Corkman

Riccardo Venturi: Corkman
25.6.1993
25.6.2013
Andrei per il mondo sempre
(Continues)
2013/6/25 - 04:28
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Déserteur

Déserteur
Sarebbe interessante citare anche l'episodio in cui Renaud, esibendosi a Mosca in un concerto per la giovanile del Partito Comunista sovietico, vede 3000 persone alzarsi contemporaneamente e lasciare gli spalti quando comincia a cantare "quando i russi e gli americani faranno saltare in aria il pianeta". Ovviamente Renaud non crede ai suoi occhi e, finita la canzone, abbandona il palco in preda all'ira. La televisione francese riprende tutto il dietro le quinte, in cui lui si sfoga dicendo di essersi sempre impegnato per la classe operaia francese e di non poter credere ai propri occhi. Racconta poi di essere stato nei giorni precedenti (già abbondantemente seccato dal trattamento da sorvegliato speciale al quale le forze dell'ordine e il governo l'avevano costretto) seduto su una panchina, davanti alla statua di Lenin. Lì aveva notato i pioppi nei pressi della statua e aveva cominciato a scrivere quella che poi sarebbe stata Fatigué.
Valerio 2013/6/25 - 02:24
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L'isola

L'isola
Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.

La rinunzia sarà graduale, iniziando coi meccanismi, che saranno aboliti tutti, dai più complicati ai più semplici, dal calcolatore elettronico allo schiaccianoci.

Tutto ciò che ruota, articola, scivola, incastra, ingrana e sollecita sarà abbandonato.

Poi eviteremo tutte le materie sintetiche, iniziando dalla cosiddetta plastica.

Quindi sarà la volta dei metalli, dalle leghe pesanti e leggere giù giù fino al semplice ferro.

Né scamperà la carta. Eliminati carta e metallo non sarà più possibile la moneta, e con essa l’economia di mercato, per fare posto a un’economia di tipo nuovo, non del baratto, ma del donativo.

Ciascuno sarà ben lieto di donare al suo prossimo tutto quello che ha e cioè – considerando le cose dal punto di vista degli... (Continues)
2013/6/24 - 23:52
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La libertà

La libertà
Chanson italienne – La libertà – Giorgio Gaber – 1973

Je le sais que cette chanson a été moquée plusieurs fois, mais aujourd'hui pendant que j'étais en auto, je la réécoutais (horreur horreur) dans la version d'Emma (de l'album d'hommage à Gaber). Et en la réécoutant, en dépassant la gêne pour « Strillex », j'en ai découvert une nouvelle signification, ou mieux sa signification… Et je crois que ce site peut d'une certaine façon représenter cette liberté dont parle Gaber… La liberté n'est pas de rester à l'écart à faire ce qui nous plaît le plus, n'est pas plus de (j'ajouterais seulement) voter pour ce parti ou quelqu'autre, mais est s'engager pour la collectivité, s'engager chaque jour pour changer notre petit coin de monde. Et alors peut-être vue dans cette optique, elle peut entrer de plein droit parmi CCG....

Oh, mon ami Lucien l'âne aux yeux de braise sauvage, je te le dis, il ne faut... (Continues)
LA LIBERTÉ
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2013/6/24 - 23:40
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Africa Must Be Free by 1983

Africa Must Be Free by 1983
Africa Must Be Free by 1983 (1978)

Parole e musica di Hugh Mundell (1962-1983), cantautore reggae giamaicano, assassinato a Kingston nel 1983.
Il brano che dà il titolo all’album d’esordio di Mundell, realizzato con la collaborazione di due mostri sacri del reggae, Augustus Pablo e Lee Scratch Perry.
Africa, must be free, by the year, 1983.
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/6/24 - 21:18
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Forward Jah, Jah Children

Forward Jah, Jah Children
Tenement Yard (1976)

Parole e musica di Jacob Miller (1952-1980), musicista reaggae giamaicano, prematuramente scomparso nel 1980 in un incidente stradale, poco prima di partire in un tour americano con Bob Marley. Miller fu anche uno dei fondatori della formazione “Inner Circle”
Nell’album intitolato “Tenement Yard”

(B.B.)
Africa must be free, South Africa
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/6/24 - 21:12
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Anti Apartheid

Anti Apartheid
It Don't Bother Me (1965)

A very rare outing into the political field by the British folk singer Bert Jansch, but one of the first to appear on the British music scene against apartheid. "Anti Apartheid":
I listen to the words that whisper in my ear
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/6/24 - 21:05
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Triptych: Prayer-Protest-Peace

Triptych: Prayer-Protest-Peace


"We Insist! Freedom Now", al quale parteciparono musicisti del calibro di Abbey Lincoln, Coleman Hawkins e Olatunji, è un disco seminale, colonna sonora del movimento per i diritti civili degli afro-americani che nel 1960 era nel periodo di massimo fulgore:

"[...] Nel 1960 Roach compose e incise per la Candid 'We Insist! Freedom Now Suite', un lavoro basato sui testi del poeta e cantante Oscar Brown, Jr e scritto in occasione del centenario della "proclamazione di emancipazione" di Abraham Lincoln. Un'operazione così esplicita, per l'epoca (anche per quanto riguarda la copertina del disco, veramente provocatoria), contribuì all'inserimento di Roach nella 'lista nera' dell'industria discografica americana nella seconda metà degli anni Sessanta, e lo costrinse a diradare la sua presenza in studio d'incisione. [...]"
(La citazione in questa introduzione è tratta da it.wikipedia).


We Insist!... (Continues)
Prayer For Peace
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/6/24 - 20:58
Song Itineraries: Anti-War Jazz
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Tears for Johannesburg

Tears for Johannesburg


"We Insist! Freedom Now", al quale parteciparono musicisti del calibro di Abbey Lincoln, Coleman Hawkins e Olatunji, è un disco seminale, colonna sonora del movimento per i diritti civili degli afro-americani che nel 1960 era nel periodo di massimo fulgore:

"[...] Nel 1960 Roach compose e incise per la Candid 'We Insist! Freedom Now Suite', un lavoro basato sui testi del poeta e cantante Oscar Brown, Jr e scritto in occasione del centenario della "proclamazione di emancipazione" di Abraham Lincoln. Un'operazione così esplicita, per l'epoca (anche per quanto riguarda la copertina del disco, veramente provocatoria), contribuì all'inserimento di Roach nella 'lista nera' dell'industria discografica americana nella seconda metà degli anni Sessanta, e lo costrinse a diradare la sua presenza in studio d'incisione. [...]"
(La citazione in questa introduzione è tratta da it.wikipedia).


We Insist!... (Continues)
Even while we sleep, we will find you
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/6/24 - 20:54
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Lily

Lily
davvero emzionanti
2013/6/24 - 11:51




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