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Before 2013-3-17

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Se il papa è andato via

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Se il papa è andato via

POPE FRANCIS: QUESTIONS REMAIN OVER HIS ROLE ‎DURING ARGENTINA'S DICTATORSHIP

Jorge Bergoglio was head of the Jesuit order in the 1970s when the church backed military ‎government and called for patriotism‎

Uki Goni and Jonathan Watts ‎
‎The ‎Guardian, Thursday 14 March 2013 ‎

Despite the joyful celebrations outside the Municipal Cathedral in Buenos Aires yesterday, the news ‎of Latin America's first pope was clouded by lingering concerns about the role of the church – and ‎its new head – during Argentina's brutal military dictatorship.‎
‎The Catholic church and Pope Francis have been accused of a complicit silence and worse ‎during the "dirty war" of murders and abductions carried out by the junta that ruled Argentina from ‎‎1976 to 1983.‎
The evidence is sketchy and contested. Documents have been destroyed and many of those who ‎were victims or perpetrators have died in the years... (Continues)
Dead End 2013/3/14 - 08:36
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La memoria

La memoria

Le oscure relazioni del nuovo papa con la dittatura militare argentina

Jorge Mario Bergoglio, ex arcivescovo di Buenos Aires, eletto papa con il nome di Francesco I, è un gesuita nato nella capitale argentina il 17 dicembre 1936 ed ha dedicato buona parte della vita all'insegnamento.

Bergoglio ha un passato oscuro in Argentina per le accuse che gli furono rivolte anni fa circa la tortura e la sparizione di un laico e due sacerdoti ai tempi della dittatura militare che cominciò nel 1976. Nonostante non si sia raggiunta una sentenza sul caso, cinque testimoni hanno confermato il coinvolgimento del nuovo papa con queste sparizioni. Il giornalista Horacio Verbitsky è stato il ricercatore più attivo nel portare alla luce le prove che potessero dimostrare il coinvolgimento di Bergoglio con questi episodi della "guerra sporca" in Argentina.

Ma le relazioni di Bergoglio con la dittatura non... (Continues)
2013/3/13 - 23:25
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Sott'à lu ponte

Sott'à lu ponte
Sul sito del Coro Castellani della Valle di Crevalcore, Bologna, viene riportata una storia curiosa a proposito di questo canto (che fa parte del loro repertorio):
La canzone sarebbe stata "armonizzata" da un certo Mauro Camisa il quale, prigioniero durante la seconda guerra mondiale in Corsica, la sentì cantare da un compagno rinchiuso nella cella vicina ...
Dead End 2013/3/13 - 17:48

L’auge

L’auge
‎[1871]‎
Versi di Eugène Pottier, da i suoi “Chants révolutionnaires” (prima edizione, 1887; seconda ‎edizione accresciuta, 1908)‎
Con dedica “À J.-B. Clément, membre de la Commune”, proprio lui, l’autore ‎de La semaine sanglante, de Le temps des cerises e di tanti altri “chants révolutionnaires”… ‎
Pottier e Clément sapevano bene entrambi che “l’ordine borghese è un’enorme mangiatoia ‎dove i ricchi sgrufolano ma non è con l’acqua fresca che questi grossi porci s’ingrassano” ‎bensì col sangue dei lavoratori e della povera gente.‎

‎“Et dans ce livre, que l’amicale initiative de son collègue de la Commune de Paris, le citoyen ‎Goupil, est parvenue à répandre et à populariser, le barde vigoureux, le militant sans peur ni ‎reproche que fut Pottier, dresse ses protestations hardies contre la Trinité criminelle qui constitue la ‎plus formidable oppression dont les êtres humains aient eu à souffrir... (Continues)
L’ordre bourgeois, c’est l’auge immense
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 17:06

L’anthropophage

L’anthropophage
Versi di Eugène Pottier, da i suoi “Chants révolutionnaires” (prima edizione, 1887; seconda ‎edizione accresciuta, 1908)‎
Dedicata “Au comte Albert de Neuville”, che ignoro chi fosse...‎


Chi è il “vecchio cannibale” che si aggira tra campi di battaglia, bordelli, galere e fabbriche, ‎ovunque dove gli esseri umani pagano il loro tributo di sangue al Potere? E’ il Potere stesso, un ‎mostro bifronte: su di un faccia la Famiglia, sull’altra la Proprietà.‎


Eugène Pottier fu frequentatore di circoli rivoluzionari repubblicani già dal 1832 per poi approdare a quelli socialisti e fourieristi nel 1848, anno in cui partecipò alle rivoluzioni di gennaio e giugno: fu in questo periodo, frequentando anche i locali dove venivano declamate poesie e canzoni, che inizia a comporre canti di propaganda a sfondo politico-sociale stampati e diffusi su fogli volanti.

Tra i tanti testi è degno di nota... (Continues)
As-tu le cœur bardé de fer ?
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 14:50
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Liberi tutti

Liberi tutti
[2011]
Testo e musica di Roberta Gulisano
Pianoforte: Angelo di Leonforte

"Dovremmo imparare dai bambini che, se non vengono (ancora) condizionati, non si curano affatto del colore della pelle o d'altro: loro amano col cuore non col cervello..".
Un po' Quando saremo fratelli uniti.. (e liberi!), e un po' All You Need Is Love, la canzone è stata inserita come colonna sonora dell'omonimo cortometraggio del regista Benedetto Pace, finalista al Giffoni Film Festival, ed. 2012.
Sono qui, nulla da dichiarare
(Continues)
Contributed by giorgio 2013/3/13 - 14:18

Guillaume et Paris

Guillaume et Paris
‎[Novembre 1870]‎
Versi di Eugène Pottier, da i suoi “Chants révolutionnaires” (prima edizione, 1887; seconda ‎edizione accresciuta, 1908)‎
Pubblicata sul giornale “Le Combat” fondato da Félix Aimé Pyat (1810-1889), giornalista e ‎personalità di spicco della Comune.‎


‎Guillaume è l’imperatore Guglielmo I di Germania, re di Prussia, le cui truppe ‎assediavano Parigi dal settembre del 1870.‎
‎Cambronne - l’esclamazione della città di Parigi che resiste all’assediante – è il ‎generale Pierre Jacques Étienne Cambronne (1770-1842), quello che – leggenda vuole - alla fine ‎della battaglia di Waterloo del 1815 al generale britannico Colville, che gli intimava la resa, rispose: ‎‎“La garde meurt mais ne se rend pas!” o, più semplicemente, “Merde!”… Nella realtà gli inglesi ‎spazzarono via l’ultima resistenza francese e Cambronne, ferito, fu fatto prigioniero ma “Merde!” ‎rimane ancora oggi... (Continues)
[Guillaume]
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 14:16
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Buongiorno Gaetano

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Buongiorno Gaetano
‎[primo dopoguerra?]‎
Canto facente parte del repertorio del coro Stelutis di Bologna fondato nel 1947 dal maestro Giorgio ‎Vacchi.‎
Raccolto nel 1983 dai ricercatori Alfonso Bonazzi e Angelo Venturi, detto "Piculein", a Pian di ‎Macina, provincia di Bologna. Trascritto e musicato dallo stesso maestro Giorgio Vacchi.‎
Dal disco del Coro Stelutis intitolato “Per amore o per forza”, 1989‎
Testo trovato sul sito del Coro Stelutis



In “Buongiorno Gaetano” abbiamo, invece, messo a confronto due mondi tanto distanti come quello ‎del contadino e quello del fattore: non poteva non esserci contrasto! E «contrasto», appunto, veniva ‎chiamato questo tipo di canto che i cantastorie presentavano nei paesi durante le fiere e i mercati. ‎‎(dall’introduzione sul sito del Coro Stelutis)‎

Buongiorno Gaetano, come state?
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 13:28
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O cara mama

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O cara mama
‎[primo dopoguerra]‎
Canto di risaia facente parte del repertorio del Coro El Castel di Sanguinetto, provincia di Verona, e ‎anche del coro Stelutis di Bologna fondato nel 1947 dal maestro Giorgio Vacchi.‎
Raccolto nel 1976 da Dino Coltro a Verona dall’informatrice Bruna Campara.‎
Dal disco del Coro Stelutis intitolato “Per amore o per forza”, 1989‎
Testo trovato sul sito del Coro Stelutis

Con “O cara mama” torniamo nel mondo del lavoro femminile: a migliaia, d'estate, le donne ‎partivano per il lavoro in risaia. Trovavano il caldo, l'acqua stagnante, le zanzare, il mangiare ‎cattivo; in cambio pochi soldi e, spesso, la salute rovinata. (dall’introduzione sul sito del Coro ‎Stelutis)‎
O cara mama vienimi incontra
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 13:05
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Son già tre anni

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Son già tre anni
‎[fine 800]‎
Canto di minatori facente parte del repertorio del Gruppo spontaneo “La Fésia” di Monchio delle ‎Corti, provincia di Parma, e anche del coro Stelutis di Bologna fondato nel 1947 dal maestro ‎Giorgio Vacchi.‎
Raccolto nel 1985 da Giacomo Rozzi a Monchio delle Corti, Parma, dalla voce di Anna Monicelli, ‎classe 1930.‎
Dal disco del oro Stelutis intitolato “Ci vuol pazienza”‎
Testo trovato sul sito del Coro Stelutis

Il canto “Son già tre anni” era legato al lavoro dei minatori e subì una rilevante trasformazione ‎quando, durante la guerra '15-'18, gli alpini, mutandone il testo, diedero inizio al «nuovo» canto che ‎da quello era nato e che prese il nome di «Monte Canino». Non ne risultò cambiato, però, il lento, ‎doloroso andamento. (dll’introduzione sul sito del Coro Stelutis)‎
Son già tre anni che faccio il minatore
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 12:50
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La lingera di galleria

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La lingera di galleria
‎[fine 800]‎
Canzone dei minatori della Val Trompia.‎
Nel repertorio della famiglia Bregoli di Pezzaze, Brescia.‎
Brano che dà il titolo al saggio di Bruno Pianta “La lingera di galleria - Il repertorio della famiglia ‎Bregoli di Pezzaze e la cultura dei minatori”, in AA.VV., “Mondo Popolare in Lombardia: Brescia ‎e il suo territorio”, a cura di Roberto Leydi e Bruno Pianta, Milano, 1976.‎
Interpretata dal Gruppo ‎dell’Almanacco Popolare, nato nel 1966 da una costola del Nuovo Canzoniere Italiano, nel disco ‎‎“Canti e balli dell’Italia settentrionale” (1976)‎
Testo trovato su Il Deposito‎

Ligèra (o leggera, e anche lingera) non è soltanto in termine gergale con cui veniva definita la ‎microcriminalità milanese fino alla prima metà del XX secolo e, per estensione, teppaglia, ‎delinquenti, informatori e sbandati in vari dialetti lombardi. Ligèra è anche spesso sinonimo di ‎operaio, di... (Continues)
E la lingera che mai non trema
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 11:33

J’ai faim‎

J’ai faim‎
13 marzo 2013
HO FAME
(Continues)
2013/3/13 - 10:18
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Pietà l'è morta

Pietà l'è morta
‎SU AL PASSO DEI GUSELLI [1944]‎

Si tratta di un testo di autore anonimo adattato alla musica di “Pietà l’è morta”, una delle più celebri ‎canzoni della Resistenza, derivata a sua volta dalla notissima canzone “Sul ponte di Perati bandiera nera”. ‎

In questa versione celebra i 34 partigiani del gruppo comandato da Giacomo Callegari che morirono ‎in una imboscata nazifascista nell’inverno del 1944 ai “Gusei”, nei pressi di Morfasso, ‎sull'appennino piacentino, fra la val Nure e la val d'Arda. A tendere l’imboscata furono alcuni ‎ufficiali tedeschi, accompagnati da qualche fascista delle Brigate Nere, al comando di una settantina ‎di “mongoli”, cioè soldati dai tratti asiatici, alcuni di quei circa 12.000 fra calmucchi, uzbechi, ‎azerbaigiani, karakalpachi, tartari, ucraini, kirghisi, georgiani e turkmeni che, un po’ per paura un ‎po’ per spirito di vendetta verso Stalin, tra la fine del... (Continues)
SU AL PASSO DEI GUSELLI
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 09:23
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Rap al Despertar

Rap al Despertar
Esta canción fue un homenaje, desde lejos, a la dignidad y rebeldía mostrada el año 2011 por el movimiento estudiantil, que prendio la conciencia del pueblo chileno y atacó el corazón del sistema educacional de mercado: el lucro en la educación.

Con creatividad, claridad, honestidad y valentía, durante meses los estudiantes organizados protestaron y combatieron masivamente en las calles, anunciando un nuevo ciclo histórico que recién comienza a construirse, donde el pueblo lentamente ha ido recuperando su horizonte de poder popular y su ofensiva contra la burguesía.

Esta canción fue una forma de alentar ese proceso y decir simplemente "muchas gracias" por el ejemplo de lucha, conciencia y organización!

Tengo unas ganas de escribir como nunca había tenido
(Continues)
Contributed by adriana 2013/3/13 - 08:40
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Su dillu

Su dillu
‎[1988]‎
Parole di Elena Ledda
Musica di Riccardo ‎Tesi e Mauro Palmas.‎
Dall’album “Sonos”.‎

Nanneddu meu
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/13 - 08:27
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De Rojo y Negro

De Rojo y Negro
[2011]

Album :Kütral lanzado
Siento la tormenta y comprendo
(Continues)
Contributed by adriana 2013/3/13 - 07:47
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Vitti na crozza

Vitti na crozza
vorrei precisare che vecchiu di ottantanni letteralmente tradotto vuol dire vecchio di ottanta anni. per quanto riguarda invece lu cannuni, potrebbe essere attendibile la teoria del cannone inteso come arma. VITTI NA CROZZA SUPRA LU CANNUNI, letteralmente tradotto significa ho visto un teschio sopa il cannone, sono stato curioso e le ho voluto domandare, lui mi ha risposto con gran dolore, sono morto senza il tocco delle campane. Questa strofa lascia pensare ad un caduto in guerra che per tale ragione non ha avuto un funerale. Ritengo che il senza tocco di campane si riferisca alla mancata messa funeraria.
zummo.angelo@virgilio.it 2013/3/12 - 21:52
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Nación Mapuche

Nación Mapuche
[2011]

Album: Kütral lanzado
Nos acusan de terroristas para privarnos de libertad
(Continues)
Contributed by adriana 2013/3/12 - 18:35
On April 11, 1975, the "Flobert" plant of Sant'Anastasia (province of Naples), where ammunitions for toy guns were produced, exploded causing the death of twelve young workers, with disregard of any elementary safety norm. An unforgettable song, 'A Flobert o Sant'Anastasia by Gruppo Operaio E Zézi, was composed about these facts. The relevant page has been rebuilt and duly improved (also with an English translation.
Riccardo Venturi 2013/3/12 - 17:22
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Adele che cade

Adele che cade
[2012]
Testo e Musica di Roberta Gulisano
Album: Destini coatti

Strumentisti: C. Pinzone: chitarra classica; G. Villafranca: contrabbasso; Arrangiamento per banda di Antonio Putzu; La Banda: sez. ritmica Francesco Argento; basso tuba Pino Parisi; euphonium Christian Sproviero; corni Salvatore Castro; tromboni: Maurizio Fidotta; sassofoni: Jossy Botte;
clarinetti: Carmelo Colajanni; trombe: Gaetano Privitelli; flauti: Mario Maggiani.
Adele che cade, cade
(Continues)
Contributed by giorgio 2013/3/12 - 17:01
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Les guérilleros

Les guérilleros
I GUERRIGLIERI
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/12 - 16:32
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Rodeo

Rodeo
Chanson italienne – Rodeo - Lucio Dalla – 1976

Paroles de Norisso (pseudonimo di Roberto Roversi)
Musique di Lucio Dalla
Album «Automobili»‎

Texte tiré de Zeroincondotta, quotidien autogéré ‎de Bologne.‎

Il y à vingt ans, avec « Automobiles », s'interrompit la collaboration entre Roberto Roversi et Lucio Dalla. Le disque, de toute façon très beau, fut très différent du projet initial, réducteur par rapport au spectacle qui Dalla avait mis en scène (et duquel, tôt ou tard, sortira une version pirate). Une partie des chansons fut écartée, quelques textes furent abrégés. Dans les notes de couverture, les textes sont signés Norisso ; les musiciens qui collaborèrent avec Lucio Dalla étaient : Carlo Capelli, Marco Nanni, Giovanni Pezzoli, Luciano Ciccaglioni, Ruggero Cini, Rodolfo Bianchi, Tony Esposito, Rosalino Cellamare. Mais à réécouter, ces chansons, et à relire, ces textes sur l'automobile... (Continues)
RODEO
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2013/3/12 - 14:59
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Marco Camenisch

Marco Camenisch
2013/3/12 - 14:40
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Devento mata in fabrica

Devento mata in fabrica
‎[1973]‎
Con Alberto D'Amico, Emanuela Magro, Luisa Ronchini


Il testo della prima strofa e la musica sono stati scritti da alcuni militanti della sezione "Che ‎Guevara" della Giudecca (Venezia). Il brano è stato poi completato dal gruppo musicale del ‎Comitato Femminista di Padova (da Il ‎Deposito)‎
Devento mata in fabrica
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/12 - 09:48
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Giudèca

Giudèca
‎[1973]‎
Dall’album “Ariva i barbari”‎



‎La Giudecca (Giudèca in dialetto veneziano, anticamente Zudèca e Zuèca) è un'isola (o, meglio, un ‎insieme di isole collegate tra loro) posta a sud del centro storico di Venezia.‎
Bonificata in epoca relativamente tarda, fu una zona ricca di orti e giardini, quindi tradizionale ‎luogo di evasione. La rapida espansione edilizia l'ha ridotta poi a zona degradata e persino ‎malfamata, contraddistinta da stretti e oscuri vicoli e palazzi trascurati.‎
Da alcuni decenni l'isola è stata recuperata e vi sono sorti complessi residenziali d'avanguardia che ‎si integrano con il recupero degli spazi industriali abbandonati. (it.wikipedia)‎

In questa canzone di Alberto D’Amico si fa anche riferimento a Giuseppe Cipriani, imprenditore ‎veneziano fondatore dell’Harry’s Bar, inventore del cocktail “Bellini” e iniziatore di un impero ‎alberghiero e nel settore... (Continues)
Giudèca nostra abandonada,‎
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/12 - 08:52
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Never Was

Never Was
This quiet song delivers a powerful punch. It's an anti-war song that doesn't preach– yet it powerfully illustrates an unnerving fact: war's true cost to humanity is far greater than we can know.

Racconta la storia di uno scienziato che, con l'aiuto e l'appoggio della propria compagna, riesce a scoprire una cura per il cancro. Una scoperta che senz'altro cambierà il mondo e il corso della storia. Ma in realtà i genitori della donna sono morti in guerra ancor prima che lei fosse concepita, quindi lei non è "mai esistita". In seguito (nella seconda strofa) lo scienziato, che non ha alcun rapporto amoroso (dato che la donna non è mai esistita), si dedica completamente al lavoro e riesce lo stesso a scoprire una cura per il cancro. Ma è davvero così? In realtà i suoi antenati sono stati uccisi in guerra o in altri eventi (connessi con la guerra). E così alla fine si scopre che anche lui, lo... (Continues)
She was everything he needed, she made him feel loved
(Continues)
Contributed by Eric Wrobbel 2013/3/11 - 20:12
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La prière [including Il n'y a pas d'amour heureux and Preghiera in gennaio]

Versione sarda di Elena Ledda della “Preghiera in gennaio” di Fabrizio De André, dal disco ‎collettivo “Canti randagi 2 – Omaggio a Fabrizio de André”, 2010.‎
La prière [<i>including</i> Il n'y a pas d'amour heureux</i> and <i>Preghiera in gennaio</i>]
PREGADORIA IN GENNARGIU
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/11 - 17:10
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Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio

Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio
2010
edito su rockit.it

poi in
Fatevi fottere (2012)

Settembre 2010
Da Rockit, Volume 21

Nei testi di Canali la politica ha un ruolo centrale, ma non per questo Canali deve essere considerato un cantante schiettamente ideologico, come invece poteva dirsi - almeno per quanto concerneva l'iconografia - dei CCCP Fedeli alla linea. Al contrario, lontano dalla lotta di palazzo, Canali parla di una politica respirata per le strade, vissuta sulla pelle dei più deboli o di chi, più semplicemente, non condivide derive autoritarie.

Si tratta di una visione politica piena di fierezza partigiana, anarchica, incendiaria, come espresso nella canzone Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio, in cui viene citato un personaggio realmente esistito nella Resistenza, il Colonnello Valerio alias Walter Audisio, ovvero l'esecutore materiale della fucilazione di Benito Mussolini.
Il testo è incentrato... (Continues)
Fischiava il vento
(Continues)
Contributed by PABLO 2013/3/11 - 17:08

Credo

Credo
‎‎[2009]‎
Versi di Roberta ‎Dapunt, poetessa della Val Badia, dalla raccolta “La Terra più del paradiso”, Einaudi, 2009.‎
Ambientazione sonora dei Fratelli Mancuso e del compositore ‎‎Marco Betta.‎
Nello spettacolo dei Fratelli Mancuso “Il viaggio dell’anima” (2011), con Enzo Mancuso (voce, ‎chitarra classica, violino, baglama, ghironda, sipsy), Lorenzo Mancuso (voce, chitarra classica, ‎armonium, darabouka), Elena Sciamarelli (violoncello), Ketty Teriaca (pianoforte) ed Egle Doria ‎‎(attrice, voce recitante).‎


Sulla scena con i fratelli di Sutera, poeti, compositori e musicisti impegnati a perpetuare la memoria ‎delle antiche ballate siciliane e che da anni si esibiscono con celebri formazioni classiche e ‎jazzistiche e con solisti d’eccezione come Stefano Bollani, Enrico Rava, Mario Venuti e Antonella ‎Ruggiero. Ieri, a Catania, erano con la pianista Ketty Teriaca, direttore artistico... (Continues)
Credo nelle anime sante,
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/11 - 15:35
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Come potremmo fermarci ora?

Come potremmo fermarci ora?
[1972]‎
Album “Il vento ha cantato per ore tra i rami dei versi d'amore”‎



Testo reperito in questa pagina
Come potremmo fermarci ora? Come potremmo fermarci ora?
(Continues)
2013/3/11 - 15:06
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Troppo fredda la notte

Troppo fredda la notte
[1972]‎
Album “Il vento ha cantato per ore tra i rami dei versi d'amore”‎



Dedicata all'anarchico Pinelli
Troppo fredda la notte
(Continues)
Contributed by Dead End -adriana -giorgio 2013/3/11 - 14:51
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In cinque m'han legato le mani

In cinque m'han legato le mani
‎[1972]‎
Album “Il vento ha cantato per ore tra i rami dei versi d'amore”‎
Canzone originariamente non inclusa e proposta su 45 giri. Ripresa nella ristampa dell’album su CD ‎nel 2011.‎

Una canzone che mi ha ricordato molto la trama di One Flew Over the Cuckoo's Nest [Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo]… La canzone è precedente all’uscita ‎del film di Forman, ma gli anni sono quelli, gli anni in cui qui da noi Basaglia diventava direttore ‎del manicomio di Trieste e fondava “Psichiatria Democratica”…‎
In cinque m'han legato le mani
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/11 - 10:36
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Eccolo qui questo domani

Eccolo qui questo domani
‎[1972]‎
Album “Il vento ha cantato per ore tra i rami dei versi d'amore”‎

‎“Italia o morte!” ‎
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/11 - 09:58
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È diventato normale

È diventato normale
‎[1972]‎
Album “Il vento ha cantato per ore tra i rami dei versi d'amore”‎



‎“A parer mio, questo è un disco veramente stupendo, assolutamente da ascoltare. Anche se di ‎davvero progressivo c'è solo il primo brevissimo pezzo (tra l'altro anch'esso molto bello), l'album è ‎composto da 13 canzoni perfette, senza età, dai testi intelligenti sia che parlino d'amore, sia che ‎affrontino tematiche più impegnate (vedi ad esempio l'ultima canzone, proveniente da un singolo ‎del 1973, che parla, con straordinaria lucidità e sensibilità, della malattia mentale). Tra delicati ed ‎elaborati intrecci di chitarre e voci, l'album snocciola 13 pezzi ricchi di fantasia e tecnica, riuscendo ‎a non annoiare mai l'ascoltatore.”‎

‎“Si sarà capito che F.G.T. rientra tra le preferenze assolute del blogger, e non mi sento di negare ‎questa tesi. Sebbene io conosca quest'album per intero solo da un paio di settimane... (Continues)
Passare i cancelli
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/11 - 09:46
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Fratelli Mancuso: Quannu la Madunnuzza nutricava

Fratelli Mancuso: Quannu la Madunnuzza nutricava
Ce l'abbiamo anche noi questa tradizione, che ti credi? Specie nei canti natalizi e nella musica sacra. Ma si va da tempo purtroppo perdendo, come tanto altro. Benedetti i Mancuso che la fanno rivivere!
E allora? Mi hai fatto fare 'sta fatica (revisione e correzione) per leggere ancora quell'obbrobrio che hai (avete, hanno) scritto? :-))
Buona giornata!
giorgio 2013/3/11 - 09:14
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It's a Post-Industrial World

It's a Post-Industrial World
[2012]
Lyrics & Music by Gio Andollo
Album: Heliotropism

released 15 September 2012.Voice acting by Jessica Mendes & members of Occupy Raleigh
"I hope that Mickey Mouse doesn't come to break my knees".
There's a factory in China where toys are made
(Continues)
Contributed by giorgio 2013/3/11 - 09:01




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