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Oncle Archibald

Georges Brassens
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Versione italiana di Salvo Lo Galbo:
ZIO ARCIBALDOZIO ARCIBALDO
  
Voi, cavadenti,Dentisti, preti e ciabattini
voi bacchettoni, ciarlatani,ed osti che mescete ai vini
voi, profeti,acqua tonica,
non contate più su zio Arcibaldolo zio Arcibaldo vi saluta
per tenervi bordonee non vi lascia che una muta
alle feste,fisarmonica,
alle feste.fisarmonica.
  
Mentre rincorreva un ladroMentre inseguiva uno sbandato
che gli aveva appena rubato l'orache gli aveva sgraffignato
all'orologio,l'orologio
zio Arcibaldo, destino crudele!,a zio Arcibaldo toccò in sorte
fece di Sua Maestà la Mortedi incappare nella Morte
l'incontro,tutto mogio,
l'incontro.tutto mogio.
  
Come una donna di scarsa virtùCome una zoccola dappoco
batteva il marciapiede dels'aggirava intorno al fuoco
cimiteroal camposanto
e adescava gli uomini tirandoe per fermar qualche cliente
un po' più in su del decentesollevava oltre il decente
il sudario,il suo manto,
il sudario.il suo manto.
  
Zio Arcibaldo, a presa di culo,Lo zio urlò "Tanto non m'ingrifo!
le disse: « Ma vallo a sbattere altroveE còpriti chè mi fai schifo,
il tuo scheletro!vecchia ossuta!
Che schifo le donne scarnificate,Non sei il mio tipo, mi dispiace,
evviva le belle un tantinola mia Venere è procace
rotondette,e paffuta,
rotondette! »e paffuta!"
  
Allora, montando sui suoi gran destrieriLa Morte speronò il suo bolso
la Morte brandì la sua frullanae controllando l'ora al polso
da agronomosi decise,
che teneva stretta nel sudariobrandì la falce dal lenzuolo
e falciò d'un colpo, d'un sol colpoe fu in un colpo, un colpo solo
quel brav'uomo,che lo uccise,
quel brav'uomo.che lo uccise.
  
Siccome non aveva un'aria feliceSiccome lui non le fu domo,
lei gli disse: « È da tanto tempolei gli disse "Tu sei l'uomo
che ti amo,che ho più amato
e il nostro bello sposalizioe i nostri incontri eran previsti
era previsto fin dal giornofin dal giorno in cui venisti
che ti han battezzato,battezzato,
battezzato.battezzato!
  
« Se ti stendi fra le mie bracciaSe mi ti stendi fra le braccia
allora la vita ti sembreràlascerai questa vitaccia
più facile,d'afflizioni
sarai fuori della portatanon dovrai più temere i cani,
dei cani, dei lupi, degli uomini e deglii lupi dai sembianti umani
imbecilli,e i coglioni,
imbecilli.e i coglioni!
  
« Nessuno contesterà i tuoi diritti,Non avrai più chi ti disprezza,
potrai gridare Viva il Re!puoi cantare "Giovinezza!"
quando ti va,se ti pare...
e se ti vien voglia di cambiareE se ti fai un'altra opinione,
senza patemi potrai gridarepuoi intonare una canzone
Viva la Repubblica,popolare,
Viva la Repubblica!popolare.
  
« È finito il tempo degli imbrogli,Non temerai più la cifosi
nessuno si accanirà piùper due spiccioli schifosi
su di te come su una bestia.di salario.
I 'Signorsì' andranno fuori corso,Non dovrai più assentire prono
mai più dovrai chi-a chi ti chiede qualche buono
nar la testa,straordinario,
nar la testa. »straordinario.
  
E mio zio allora andò dietroLo zio Arcibaldo le andò dietro,
alla bella, che non sembrava piùin lei sparì quel ghigno tetro,
così feroce,quel suo scherno
ed eccoli, tutt'e due a braccetto,e tutti udirono il preconio
eccoli partiti per chissà dovedi quel loro matrimonio
a far nozze,sempiterno,
a far nozze.sempiterno.
  
Voi, cavadenti,Dentisti, preti e ciabattini
voi bacchettoni, ciarlatani,ed osti che mescete ai vini
voi, profeti,acqua tonica,
non contate più su zio Arcibaldolo zio Arcibaldo vi saluta
per tenervi bordonee non vi lascia che una muta
alle feste,fisarmonica,
alle feste.fisarmonica.


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