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Kimiad ar soudard yaouank [Quimiat er zoudard yaouank] (Ma c'halon a zo frailhet)

Prosper Proux
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La versione abbreviata di Alan Stivell (1973)
L’ADDIO DEL GIOVANE SOLDATO

Ho il cuore spezzato dalla durezza delle mie pene,
i miei occhi entusiasti non hanno più da dir niente
è arrivato, ohimé, il giorno in cui devo abbandonare
il bel luogo della mia infanzia, la mia bella Bretagna!

Addio, casa tra le ginestre, nascosta nella valle,
verde campo dove giocavo da bambino;
cari alberi di tasso alla cui ombra
durante la calura estiva dormivo a mezzogiorno

Addio! Addio, mamma e babbo, adesso non sperate più
che il vostro figlio amato resti ad aiutarvi nella vecchiaia
per guadagnarvi il pane, come voi avete fatto;
la legge è spietata, vi devo lasciare.

Quante volte, mia tenera mamma, dovrai piangere
quando il mio cane in pena si trascinerà dietro a voi
e quando vedrai, sul focolare, il mio sgabello vuoto
e le ragnatele allinearsi sul mio bastone di quercia

Addio, cimitero della parrocchia, terra benedetta
dove riposano i miei parenti chiamati dal Salvatore;
piangano le anime dei morti, non andrò più sulle vostre tombe
a versare acqua benedetta mescolata alle mie lacrime

Addio, o colei che più amo, mia dolce e gentile Mari’,
un destino crudele è venuto ad affliggerci
la gioia e la radiosa allegria sono passate
come la nube nel cielo è portata via dal vento

Non vedrò più i tuoi cari occhi vivaci e pieni d’allegria
brillare di piacere quando arrivavo a casa,
la tua manina bianca condurre lesta il carro,
né più la tua dolce voce sentirò cantare le mie canzoni

Quando eravamo al catechismo, ancora da ragazzi,
con il cuore incosciente ci incontravamo di nascosto
al tabernacolo del crocevia, e quante volte abbiam giurato
di non separarci mai tra di noi

Giovani e spensierati, ahimé, non sapevamo
quanta amarezza la vita ha seminato;
per noi non c’erano allora né leggi né re,
non c’era che una sola legge, quella dell’amore

Addio, o mio vicino, Yannig, mio vero amico,
compagno dei miei giochi, mio fratello di cuore;
a chi farò parte adesso delle mie pene,
e chi mi parlerà di casa e del paese?

Senza di me andrai adesso alle parrocchie [1] più vicine
a sgobbare tra le zolle in mezzo agli attrezzi
senza di me andrai a cercar di vincere alle gare di lotta
e a caccia sulle colline in mezzo alle staccionate

Addio, miei biondi cavalli, leggeri come una cerbiatta,
eleganti come un topolino [2], gentili come un agnellino
non vi sentirò più, sotto di me, galoppare in fretta,
le mie mani più non stringeranno le redini sulla vostra fronte

Addio, mio cane fedele, Mindu [3], mio leale compagno
non andremo più, nella bruma, a cercare le tracce della lepre
non sentirò più, sui monti, il tuo guaito stridente
non sentirò più sulle mani la tua lingua affettuosa

In capo a poco tempo molti amici dovranno
partire in mezzo ai soldati e, senza dubbio, non ci penseranno
ma il tuo cuore, Mindu, non si dimenticherà;
da lontano renderai ancora sopportabili le mie pene con la tua lingua

Addio o miei piaceri, campi appena arati, prati,
corse pazze, serate di festa, fiere e sagre paesane,
gioie care e splendenti, cornamuse dal suono chiaro,
il mio cuore più non gioirà alle vostre allegre canzoni

Addio a tutto ciò che amo, addio, addio per sempre!
Lontano dalla Bretagna morirò in preda all’angoscia;
come una pianta fragile, per la madrepatria,
devo appassire e morire non appena sarò partito.

KIMIAD

Ma c'halon a zo frailhet, dre nerzh ma enkrezioù
Ma daoulagad entanet n'o deus mui a zaeloù
Deut eo, siwazh ! an devezh ma rankan dilezel
Lec'h kaer ma bugaleaj, ma bro gaer Breiz-Izel !

Keno dit, ma zi balan, kuzhet barzh an draoñienn,
Tachenn c'hlaz war behini, bugel, e c'hoarien ;
Gwez ivin ker bodennek, e disheol a bere
E-pad tommder an hañvoù e kousken da greisteiz.

ADDIO

Ho il cuore spezzato dalla durezza delle mie pene,
i miei occhi entusiasti non hanno più da dir niente
è arrivato, ohimé, il giorno in cui devo abbandonare
il bel luogo della mia infanzia, la mia bella Bretagna!

Addio, casa tra le ginestre, nascosta nella valle,
verde campo dove giocavo da bambino;
cari alberi di tasso alla cui ombra
durante la calura estiva dormivo a mezzogiorno.

[1] S’intenda "paesi, villaggi". Nella Bretagna tradizionale le comunità rurali venivano (e vengono tuttora) denominate parrez "parrocchia".

[2] sic. Ma mistr in bretone significa anche "agile, svelto".

[3] Cioè "Musonero".


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