La java des bombes atomiques
Boris VianVersione italiana di Gerardo Balestrieri | |
LA JAVA DELLE BOMBE ATOMICHE : Mio zio che era un noto amante anche se dilettante delle bombe atomiche. E senza aver studiato si era preparato nelle questioni pratiche Lui si rinchiuse un giorno con nessuno intorno a fare degli esperimenti ed alla sera quando poi lui rincasava ci stupiva e raccontava: "Per fabbricar la Bomba "A" è una banalità non c'è bisogno di arte. Per la questione strana del detonatore ho già una soluzione a parte. La Bomba "H"poi, non mi fa paura ma una cosa mi tormenta: quelle che produco fanno, certo, un buco,ma di un metro e quasi trenta. C'è qualcosa che non va, ma ora si rimedierà". Per giorni poi ha lavorato certo ha migliorato i primi suoi modelli. E se da noi pranzava spesso trangugiava zuppa con i vermicelli. E se dall'aria ch'era triste a volte si capiva, mai nessun fiatava. Finchè una sera con un gran sospiro il nostro amato Zio disse così: "Nella misura in cui divento vecchio il mio cervello sempre più vacilla. Diciamoci la verità: più che un cervello sembra quasi besciamella. Per una vita ho sempre ricercato di aumentar gli effetti e la portata Ora mi rendo conto che quello che conta è solo il posto dove cade. C'è qualcosa che non va, ma ora si rimedierà". Avvicinandosi al risultato, i Vertici di Stato chiesero una visita. Quel gruppo ha convocato poi lui si è scusato per l'officina piccola. Dicendo poi "Adesso fate i bravi" chiuse tutti dentro bene a chiave. La bomba dello zio scoppiò, di quei personaggi nulla ci restò. Lo zio a quel risultato non s'è scoraggiato ed ha giocato allora forte. In Tribunale lui non ha tremato confessando poi a quella Corte: "Egregi miei Signori è stato un incidente e non accampo delle scuse. Col botto di quegli svitati ho servito bene, certo, il mio Paese". Ci fu un verdetto imbarazzante : metà condanna e per metà assolvente. E così, riconoscente il Paese ha eletto mio zio Presidente. | Mio zio, amando il fai da te Una passione in sé Aveva per l'atomica E senza avere mai studiato Aveva ormai imparato Che è questione pratica Lui se ne stava tutto il dì Nel suo bell'atelier A fare non so che E poi la sera, su da lui Meravigliava tutti Raccontando che Per fabbricare la bomba Fanciulli miei, si sa Che non ci vuole tanto Per il detonatore poi Un quarto d'ora e vai E parti per l'incanto Riguardo poi la bomba a idrogeno Non è l'ossigeno, ma mi tormenta Saper che la dolce invenzion Ha un suo raggio d'azion Di tre metri e cinquanta C'è qualcosa che non va Vado, ma ritorno qua Sono stato tutti questi anni Dietro alla mia bomba E alla sua forma ovalica E senza avere mai studiato Ormai ho imparato Che è questione pratica Io me ne stavo tutto il dì Nel mio bell'atelier A fare non so che E poi la sera, su da lui Meravigliavo tutti Raccontando che Man mano che ci si fa vecchi Senza usar gli specchi Il cervello arranca Diciamo pure è cosa seria Che più che materia È una salsa stanca Son stato tutti questi anni Dietro alla mia bomba ed alla sua portata E non mi sono reso conto Conta per il mondo Dove va tirata C'è qualcosa di cui dubito Vado, ma ritorno subito Sapendo del suo risultato I capi di ogni stato Vennero a cercarlo Lui accolse tutti, escluso sé Ché l'umile atelier Era piuttosto piccolo Appena entraron tutti, rise E con la chiave chiuse Urlando: "State attenti" A volte, se il gioiello brilla Di tutti i potenti non rimane nulla Davanti allo stato di cose Lui non si scompose Fece il finto tonto In tribunale trascinato Al giudice togato Farfugliò convinto: "Signori della corte Io lo giuro innanzi a Dio Con anima e coscienza - Sono bene convinto E grido di aver ben servito La mia amata Francia -" Sorte della sua ironia Prima la condanna e dopo l'amnistia E il paese riconoscente Lo elesse come presidente |