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Un air de liberté

Jean Ferrat
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OriginaleVersione italiana di Riccardo Venturi
UN AIR DE LIBERTÉUN'ARIA DI LIBERTA'
  
Les guerres du mensonge les guerres colonialesLe guerre della menzogna, le guerre coloniali
C'est vous et vos pareils qui en êtes tuteursè Lei e i Suoi simili che ne siete fautori
Quand vous les approuviez à longueur de journalquando Lei le approvava in punta di giornale
Votre plume signait trente années de malheurla Sua penna firmava trent'anni di sventura
  
La terre n'aime pas le sang ni les orduresLa terra non ama né il sangue né lo sporco,
Agrippa d'Aubigné le disait en son tempsAgrippa d'Aubigné [1] lo diceva ai suoi tempi
Votre cause déjà sentait la pourriturela Sua causa già puzzava di marcio
Et c'est ce fumet-là que vous trouvez plaisantperò a Lei quest'odorino piace proprio tanto
  
Ah monsieur d'OrmessonEh, signor d'Ormesson, Lei osa dichiarare
Vous osez déclarerche un'aria di libertà
Qu'un air de libertésoffiava su Saigon
Flottait sur Saïgonprima che quella città
Avant que cette ville s'appelle Ville Hô-Chi-Minhsi chiamasse Città Ho-Chi-Minh [2]
  
Allongés sur les rails nous arrêtions les trainsSdraiati sui binari fermavamo i treni
Pour vous et vos pareils nous étions la vermineper Lei e i Suoi simili eravamo la canaglia
Sur qui vos policiers pouvaient taper sans freinche i Suoi sbirri potevano pestare sfrenati
Mais les rues résonnaient de paix en Indochinema le strade risuonavano di "pace in Indocina"
  
Nous disions que la guerre était perdue d'avanceDicevamo che la guerra era persa in anticipo
Et cent mille Français allaient mourir en vaine che centomila francesi andavano a morire invano
Contre un peuple luttant pour son indépendancecontro un popolo che lottava per la sua indipendenza
Oui vous avez un peu de ce sang sur les mainssì, Lei ha un po' di quel sangue sulle Sue mani
  
Ah monsieur d'OrmessonEh, signor d'Ormesson, Lei osa dichiarare
Vous osez déclarerche un'aria di libertà
Qu'un air de libertésoffiava su Saigon
Flottait sur Saïgonprima che quella città
Avant que cette ville s'appelle Ville Hô-Chi-Minhsi chiamasse Città Ho-Chi-Minh [2]
  
Après trente ans de feu de souffrance et de larmesDopo trent'anni di guerra, di sofferenza e di lacrime
Des millions d'hectares de terre défoliésmilioni di ettari di terra sfoliata
Un génocide vain perpétré au Viêt-Namun genocidio inutile perpetrato in Vietnam
Quand le canon se tait vous vous continueze quando il cannone tace, Lei, no, Lei continua
  
Mais regardez-vous donc un matin dans la glaceMa si guardi allora un mattino allo specchio
Patron du Figaro songez à Beaumarchaispadrone del "Figaro", e pensi a Beaumarchais: [3]
Il saute de sa tombe en faisant la grimacesi rigira nella tomba facendo smorfie,
Les maîtres ont encore une âme de valet.i padroni hanno ancora un'anima da servi.
NOTE ALLA TRADUZIONE

[1] Théodore Agrippa d'Aubigné (1552-1630) è stato uno scrittore e uno dei maggiori poeti barocchi di lingua francese. Di famiglia della nobiltà ugonotta e di religione protestante calvinista, fu coinvolto in tutte le lotte del suo tempo e nelle terribili guerre di religione precedute e seguita dalla Notte di S.Bartolomeo del 24 agosto 1572 (per sua fortuna, D'Aubigné non si trovava a Parigi quel giorno; ma serbò sempre un rancore feroce verso la monarchia francese, che non cessò mai di combattere anche in armi). Tutte queste vicende furono da lui narrate nel capolavoro della poesia barocca francese, Les Tragiques (tradotto in italiano come Poema Tragico), pubblicato nel 1616. Un'opera capitale e poco nota, di cui passi interi potrebbero trovare posto nelle Canzoni contro la Guerra; in essa tutti i suoi orrori sono descritti in versi folgoranti (qualcuno ha giustamente accostato quest'opera alla Pharsalia di Lucano). Alla fine della vita D'Aubigné si ritirò nella calvinista Ginevra, di cui divenne uno dei maggiorenti, e dove morì nel 1630. Ad Agrippa D'Aubigné è intitolata la piazza della cattedrale ginevrina.

Agrippa d'Aubigné.
Agrippa d'Aubigné.


[2] Dopo la vittoria dei Vietcông e la celebre e vergognosa fuga in elicottero dell'ambasciatore USA (30 aprile 1975), la città di Saigon fu ribattezzata, il 2 luglio 1976, "Città Ho-Chi-Minh" (in lingua vietnamita: Thành phố Hồ Chí Minh). Pochi sanno però che si trattò di un "nuovo ribattezzo", in quanto già nel 1945 il primo governo della Repubblica Democratica del Vietnam la aveva così chiamata. Riprese poi il nome di Saigon (imperfetta resa del nome storico della città, Gia Định) fino al 1976.

[3] Il nome del giornale "Le Figaro" è ripreso dal personaggio della celeberrima commedia di Beaumarchais, Le barbier de Séville ou La précaution inutile (1775), poi messa in opera da Gioacchino Rossini come Il barbiere di Siviglia. Come combattente per la libertà (americana e francese), secondo Ferrat Beaumarchais si "rigira nella tomba" pensando all'uso del nome del suo personaggio per un giornale reazionario.


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