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Armageddon

Ugo Mazzei
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OriginaleVersion française – LA FIN – Marco Valdo M.I. – 2021
ARMAGEDDON

Tempesta di sole, esplosione stellare
Variazioni del tempo in un mondo da dimenticare
Spostamento dell'asse terrestre e poi la neve sulla riva del mare
Lo stesso mare dei naviganti, lo stesso mare che fa innamorare

E aria leggera, impalpabile e scura
E non c'è più primavera, ma una coltre bassa di calura
E un flagello di pioggia tagliente e una coperta soffoca l'aurora
Cosa resterà di tanta gente, mentre l'acqua intorno si colora?

E no, non c'è il tempo di scappare, perciò stanotte io ti bacerei
Sopra un atollo tropicale, prima che il vento ci farà volare
No, non è giusto ma è normale, perché baciandoti ti salverò
Soli, in un fremito ormonale, ci scioglieremo in questo armageddon

Voglio dormire per svegliarmi polvere di sale
Nell'alambicco del nulla, in una poltiglia molecolare
Volevo chiedere a un qualunque presidente se qualcosa si poteva fare
Ma non sarebbe poi servito a niente, sarebbe stato un botto elettorale

Nell'imbecillità evidente, due parole si potevan dire
Per non restare sempre indifferenti, che un giorno tutto dovrà pur finire

E no, non c'è il tempo di scappare, perciò stanotte io ti abbraccerò
Appesi alla stella polare, a un ultimo soffio gravitazionale
Ma dopo tutto può servire, perché baciandoti scivolerò
Nella tempesta planetaria, ci scioglieremo in questo armageddon
E no, non c'è il tempo di scappare, perciò stanotte io ti bacerei
Sopra un atollo tropicale, prima che il vento ci farà volare
No, non è giusto ma è normale, perché baciandoti ti salverò
Soli, in un fremito ormonale, ci scioglieremo in questo armageddon
No, non c'è il tempo di scappare, perciò stanotte io ti bacerei
Sopra un atollo tropicale, prima che il vento ci farà volare
No, non è giusto ma è normale, perché baciandoti ti salverò...
LA FIN


Tempête solaire, explosion stellaire,
Neige en bord de mer, bascule de la Terre,
Fluctuations du temps d’un monde à oublier,
La mer des marins, la mer d’amour à rêver.

Et l’air léger, maintenant impalpable et sombre,
N’est plus printemps, mais couverture de chaleur.
La pluie s’abat, un linceul blanc couvre l’ombre ;
Et les gens ? Autour d’eux, l’eau change de couleur.

Il n’est plus temps de fuir ; ce soir, on se baisera
Sur un atoll tropical et le vent nous emportera.
Seuls, frémissants, dans cette fin, on disparaîtra.
Injuste, mais bien, car se baiser nous sauvera.

Dormir et se réveiller poussière de sel
Dans l’alambic du néant, bouillie moléculaire.
Demander au président ce qu’il peut y faire
Ne sert à rien, c’est une bulle dans le ciel.

Dans l’imbécillité ambiante, dire l’essentiel ;
Ne pas rester indifférents, un jour tout ça finira.
Il n’est plus temps de fuir ; ce soir, on se baisera
Accrochés à l’étoile polaire, au souffle gravitationnel.

Après, tout pourrira ; embrassés, on glissera
Dans la tempête planétaire, on s’enfoncera dans cette fin.
Il n’est plus temps de fuir ; ce soir, on se baisera
Sur un atoll tropical où le vent nous emportera enfin.

Injuste, mais bien, car se baiser nous sauvera.
Seuls, frémissants, on disparaîtra dans cette fin.
Il n’est plus temps de fuir ; ce soir, on se baisera
Sur un atoll tropical où le vent nous emportera enfin.
Injuste, mais bien, car se baiser nous sauvera.


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