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Ucch'i l'arma

Eleonora Bordonaro
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OriginalTraduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne...
UCCH'I L'ARMANELLE PROFONDITA’
Aju statu assittata scomita
‘Nta ‘na putruna netta e squatrata
‘Nta ‘na putia ammarazzata e china
Aju ciauriatu lumia e racina
‘Na vota era ‘na cucina di lignu scuru e tostu,
‘Na vota 'n cuscino arraccamatu
Ca si pi ventura m'addurmiscevu m'arrusbigghiavu senza ciatu.
Sono stata seduta scomoda su una poltrona rigida e squadrata
in una bottega ingombra e piena [1]
ho odorato limoni e uva
una volta ero in una cucina di legno scuro e forte
una volta su di un cuscino ricamato,
[2] se per caso mi fossi addormentata
mi sarei svegliata senza fiato.
Aju vistu sciara abbruciata do suli,
un portu e ‘na rutta a mmari
e varchi di piscaturi
finestri ca rapevanu a funnichi scuri
chiazzi ‘ntagghiati di basuli duri
e ju sempri additta, sempri di passaggiu, sempri ospiti, lesta a ripigghiari ‘u viaggiu.
Ho visto sciara [*] bruciata dal sole
un porto, una grotta a mare
e barche di pescatori
finestre che si aprivano su locande [3] scure
piazze intagliate di basole [**] dure
e io sempre in piedi sempre di passaggio, sempre [4] ospite pronta a riprendere il viaggio
‘Nte ucchi ci su munni, cammiri e ventu
‘Nte ucchi aju circatu abbentu
‘Nte ucchi aju circatu paci e arricugghiutu ventu
Nelle profondità [5] ci sono mondi, tetti [6] e vento
Nelle profondità ho cercato riposo [***]
Nelle profondità ho cercato pace e ho raccolto vento
E appoi chi ffu?
L'occhi si chiudenu p'arripusari
l'aricchi ‘ncuminciaru ‘u so misteri
Ascutanniti allistii di taliari
E scumparenu stanzi, strati e mari
‘N’a to ucca ci sugnu ju, ju sula e aquatalata
leggia, curiusa, cauda e cunfurtata
‘n’a to ucca ci sugnu ju, ju queta e priata
e ‘u ventu d’o ta sciatu mi insigna la strata
di la ucch’i l'arma mi insigna la strata
di la ucch’i l'arma mi insigna la strata.
Poi cosa è successo?
Gli occhi mi si sono chiusi per riposare
le orecchie hanno cominciato il loro lavoro.
Ascoltandoti ho smesso di guardare
e sono scomparse stanze, strade e mare.
Nelle tue profondità ci sono io, sola e coccolata
leggera, curiosa, calda e confortata.
Nelle tue profondità ci sono io serena e felice
e il vento del tuo respiro mi insegna la strada.
Dalle tue profondità mi indica [7] la strada.
E appoi chi ffu?
L'occhi si chiudenu p'arripusari
l'aricchi ‘ncuminciaru ‘u so misteri
Ascutanniti allistii di taliari
E scumparenu stanzi, strati e mari
‘N’a to ucca ci sugnu ju, ju sula e aquatalata
leggia, curiusa, cauda e cunfurtata
‘n’a to ucca ci sugnu ju, ju queta e priata
e ‘u ventu d’o ta sciatu mi insigna la strata
di la ucch’i l'arma mi insigna la strata
di la ucch’i l'arma mi insigna la strata.
di la ucch’i l'arma …
di la ucch’i l'arma …
Poi cosa è successo?
Gli occhi mi si sono chiusi per riposare
le orecchie hanno cominciato il loro lavoro.
Ascoltandoti ho smesso di guardare
e sono scomparse stanze, strade e mare.
Nelle tue profondità ci sono io, sola e coccolata
leggera, curiosa, calda e confortata.
Nelle tue profondità ci sono io serena e felice
e il vento del tuo respiro mi insegna la strada.
Dalle tue profondità mi indica la strada.
Dalle tue profondità mi indica la strada…
Dalle tue profondità mi indica la strada…
[Note con gli asterischi di Eleonora Bordonaro]

[Note con i numeri: Riccardo Gullotta]

[1] I due aggettivi sono omessi nella traduzione in rete

[2] Ho omesso ca, usato in siciliano per legare due proposizioni spesso senza relazione quindi come congiunzione “e” , o con il significato di “perché” ( non in questo caso) o per introdurre una comparazione introdotta da “sicché”.

[*] La sciara è il tipico paesaggio dell'Etna. Pietra lavica e cespugli, sterpaglie e piante. La vita che si riprende il suo spazio e allo stesso tempo è vinta dal calore del sole. È paesaggio aspro e spigoloso, di lotta.

[3] Funnicu nel testo corrisponde a “locanda , fondaco” dall’arabo al funduq. La traduzione
“antro” non ci sembra del tutto adeguata

[**] Basolato lavico. Nero, caldo e geometrico. A Milano lo chiamano pavet. Qui le chiamiamo basuli. Una ad una. Ogni pietra considerata per la sua individualità. Ogni pietra è diversa dalle altre e irripetibile.

[4] nella traduzione in rete è omesso


[5] cfr. l’introduzione

[6] la traduzione “camere” è letteralmente corretta, ma ho ritenuto che “tetti” renda meglio

[***] Abbentu è la serenità di stare nel posto giusto. È la pace dopo un percorso di ricerca. Abbentu è sempre un punto di arrivo.

[7] preferibile in questo contesto la traduzione “indicare” a “insegnare”


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