Frizullo
Alessio LegaOriginale | Una poesia di Dino Frisullo - "20 Marzo". Il 20 marzo 2003 fu... |
FRIZULLO Frizullo Che cosa brilla ancora dal fondo senza ritorno? La notte color del vino vomitò ancora una nave Carica di kurdi, una nave carretta (come si dice) dal mare Una nave disperata, della solita disperazione Salpata dalla Turchia rotta contro l’illusione Sulla fiancata scavata, graffiata una scritta misteriosa “Frizullo” diceva: un nome, un monito, qualcosa… Cosa vorrà mai dire, un dio? Un tribuno? Un’accusa? Sul fianco di quella nave una ragione? Una scusa? Che cosa ancora brilla dal fondo senza ritorno Che cosa ci tiene in piedi, che cosa ci tiene a giro Increspato di schiuma c’è chi tenta un respiro Sentinella nella sentina da ché parte arriva giorno “Frizullo” non è una parola della lingua proibita Una formula magica, una sfida agguerrita “Frizullo” è un nome storpiato, precisamente un cognome Sta per “Dino Frisullo”, come dire, attenzione! Noi siamo i suoi amici, i fratelli, i suoi protetti, i suoi figli Siamo quelli di Frisullo, deponete gli artigli E fateci passare, alla faccia dell’assassino È una lotta per la vita, ci dà una mano Dino Sentinella, pallida e assorta nel mezzo del fumo grigio C’è qualcosa che cuce i sensi che telefona e sfida Però se tendi l’orecchio qui tutto quanto grida E ride mentre tu dormi la morte nel pomeriggio Dino Frisullo fu un militante d’avanguardia operaia Poi finì il 68, si archiviò la battaglia Contrordine compagni, non si cambia più il mondo Cambiatevi pure d’abito e restate sul fondo. Ma Dino Frisullo in fondo inciampò nella coscienza Come una bomba innescata, futuro di resistenza E fondò e fuse e diffuse più d’una associazione Lo scopo? Salvare il mondo, pensa che ostinazione… Sentinella questa casa fa acqua s’è diroccata I tappeti marciscono e tutto mi sembra idiota C’è musica in ogni bar, ma non si muove una nota L’annunciatrice annuncia i programmi della serata… Dino Frisullo era dietro tutti i migranti, sempre presente Fu arrestato in Turchia, condannato, innocente Di quell’innocenza aggressiva, che non è una consolazione E quando fu liberato tornò in trincea col suo nome Che perciò i kurdi se lo scrivevano sul fianco di quel barcone “Frizullo” “Firosillo”, insomma grande protezione E mentre un tumore se lo portava in un lampo Aveva l’aria scocciata come per un contrattempo C’è ancora una nave a Brindisi che il nero non inghiotte Che il buio non s’è mangiata, col suo passo sicuro Da lì qualcuno fissa i suoi occhi nello scuro Sentinella, sentinella a che punto resta la notte. Sentinella tu dimmi a che punto è stanotte. | 20 MARZO Livide d'improvviso le luci di montagna. Ferma e dolente la luce delle stelle. Ammutoliti i richiami degli uccelli. Alle quattro del mattino la luna piena chiede silenzio al mondo. Poggia l'orecchio al suolo e ascolta. Le prime bombe su Baghdad vibrano dalla terra nelle viscere. Dopo ogni scoppio la lunga eco è un milione di cuori di madri all'unisono è il loro respiro affannoso che l'Eufrate porta al mare come un grido. Dorme Khawla la principessina sulla corona di plastica preme un cuscino sua madre si chiede se dovrà premere più forte quando giungerà l'onda d'urto della bomba. Dopo gli scoppi il tuono immenso non è il Mar Rosso che s'innalza a spezzare le portaerei una ad una, non è il deserto che si leva a spazzare i blindati con fiato rovente di sabbia: è il fragore di milioni di ruote carri carretti motocicli in fuga kurdi arabi povera gente stracci danni collaterali. Nelle basi sibilano i video. Sono limitati i computer dei signori della guerra. Non registrano il respiro il palpito il pianto. Non avvertono il terrore e l'ira del mondo. Non sentiranno aprirsi le acque del Mar Rosso. Dino Frisullo. |