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Angelo Branduardi: Confessioni di un malandrino

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
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CapaRezza riprende la canzone di Branduardi in questo rap nel...
CONFESSIONE D'UN MALANDRINO

Non a ciascuno è dato di cantare,
non a ciascuno è dato di cadere
come una mela ai piedi di qualcuno.

Eccovi la suprema confessione,
quella che vi può fare un malandrino.

Mi piace spettinato camminare
col capo sulle spalle come un lume,
e cosí mi diverto a rischiarare
il vostro triste autunno senza piume.

Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiuola dell'ingiuria:
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.

Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne ed il muschio hanno sommerso,
e mio padre e mia madre che non sanno
d'avere un figlio che compone versi.

Ma mi vogliono bene come ai campi,
alla pelle e alla pioggia di stagione:
raro sarà che chi m'offende scampi
da loro e dalle punte del forcone.

Poveri genitori contadini!
Certo siete invecchiati e ancor temete
il signore del cielo e gli acquitrini...
Genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo fra i poeti del paese...

Quando correva scalzo sul bagnato
vi si copriva l'anima di brina:
ora invece in iscarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.

Ma sopravvive in lui la frenesia
d'un vecchio mariolo di campagna,
e ad ogni insegna di macelleria
alla vacca s'inchina, sua compagna.

E quando in piazza incontra un vetturino,
gli torna in mente il suo concio natale,
e vorrebbe la coda del ronzino
reggere come strascico nuziale.

Voglio bene alla patria,
l'amo senza confine,
benché afflitta di tronchi rugginosi.
M'è caro il grugno sporco dei suini
ed i rospi nell'ombra sospirosi.

Son malato d'infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d'aprile.
Sembra quasi che l'acero si curvi
per riscaldarsi al rogo e poi dormire.

Dai nidi di quell'albero le uova
per rubare salivo fino in cima.
Ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima?

E tu, mio caro amico,
vecchio cane fedele?
Fioco e cieco t'ha reso la vecchiaia,
e giri a coda bassa nel cortile,
ignaro delle porte e dei granai.

Mi son cari i miei furti di monello,
quando rubavo in casa un po' di pane,
e si mangiava come due fratelli,
una briciola l'uomo ed una il cane.

Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi,
e come fiori in grano, in viso gli occhi.
Sui tappeti magnifici dei versi
voglio dirvi qualcosa che vi tocchi.

Buona notte!
La falce risonante della luna
si cheta mentre l'aria si fa bruna.
Dalla finestra mia voglio stasera
pisciare contro il disco della luna.

L'azzurro della notte è cosí terso:
qui forse anche morire non fa male.
Che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale?

O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo è ora senza scopo.
Giunsi come un maestro solitario
e non canto e non celebro che i topi.

Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome...
Voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.
LA FITTA SASSAIOLA DELL'INGIURIA

C'è chi mi vuole folle e chi follemente spera che toppi carriera
Da sera a mattina si ostina
Ficca aghi nella mia bambolina
Mina la via che l'anima mia cammina
Mi pedina
Il fatto è che se sfuggo alla logica tragica è la fine che mi si propina
L'acqua che butti sul mio fuoco diventa benzina
Ogni insulto è manichino per la mia vetrina (ah, ah)
Sappi che la mia dottrina se ne fotte di chi sta dopo e chi prima
Chi mi stima mi istiga a stilare 'sti suoni, 'sti versi e 'sti ca'
Godo se penso all'amaro che mastica
Chi pronostica la fine della mia vitalità

Mi piace che mi grandini sul viso
La fitta sassaiola dell'ingiuria
L'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura
Mi piace che mi grandini sul viso
La fitta sassaiola dell'ingiuria
L'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura

Fonda la tua gloria sull'ingiuria
Lavati i denti col seltz come Furia
Smile
Siamo in aria, canta vittoria
Ma io ti sputerò come un seme d'anguria
C'è penuria di muri adibiti alla memoria
Pura vanagloria
Fa male come un dente che si caria
Il mio debole per le vittime della storia
Le hanno odiate, umiliate, lasciate alla sorte
Per fargli la corte dopo la morte
Mi faccio forte di un simile supplizio
Ed è per questo che schifo ogni giudizio
Ho la riflessione come vizio
Il mio fine è fare di ogni fine un buon inizio
Mi sazio di un dizionario vario
Più dei santi del calendario

Mi piace che mi grandini sul viso
La fitta sassaiola dell'ingiuria
L'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura
Mi piace che mi grandini sul viso
La fitta sassaiola dell'ingiuria
L'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura

Mi piace sapermi diverso, piacere perverso che riverso in versi
Su fogli sparsi, nei capoversi dei giorni persi nei miei rimorsi
Che cosa c'è da aspettarsi da chi come me non sa adeguarsi
A sette, mafiette, etichette
Se tutti fanno lui smette
Chi manomette le tette della scultura
Ne ignora l'amore e la cura
Ciocca dopo ciocca mi son fatto 'sta capigliatura
Come un tiranno tra le mura non ho paura
C.A.P.A., no fregatura
Monnezza pura, senti che attrezzatura
È la mistura che infuria
Nella fitta sassaiola dell'ingiuria

Mi piace che mi grandini sul viso
La fitta sassaiola dell'ingiuria
L'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura
Mi piace che mi grandini sul viso
La fitta sassaiola dell'ingiuria
L'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura

Io non sono cambiato
Il cuore ed i pensieri son gli stessi
Sul tappeto magnifico dei versi
Voglio dirvi qualcosa che vi tocchi


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