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Kartka z dziennika Akcji

Władysław Szlengel
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Traduzione ebraica di Halina Birenbaum ripresa da un sito degli El Hameshorer

UN FOGLIO DAL DIARIO DI UNA AKTION

Janusz Korczak oggi ho veduto,
Nell’ultima marcia andare coi bambini,
E i bambini avevano vestiti puliti,
Come andassero di domenica al giardino.

Avevano grembiulini puliti, da festa,
Che ora potranno sporcare,
A file di cinque va l’Orfanotrofio,
Per la città-giungla di gente braccata.

La città aveva il viso atterrito,
Un gigante bizzarro, nudo e stracciato,
Finestre vuote guardavano la strada,
Come orbite di sguardo private.

A volte un urlo, come un uccello smarrito,
Suonava a martello per la morte insensata,
Trainati sui risciò giravano apatici
Del nostro ghetto i signori e padroni.

Scalpiccio a volte, calpestio, poi silenzio,
Qualcuno parlava camminando di fretta,
Atterrita e silenziosa, in preghiera
In via Leszno si innalzava la chiesa.

In fila per cinque marciavano calmi i bambini,
Erano orfani: nessuno accorreva per riportarli a casa,
Nessuno infilava una mancia
in mano ai colleghi dalle divise blu scuro.

Sulla Umschlagplatz nessuno interveniva, (1)
Nell’orecchio di Szmerling nessuno alitava,
Nessuno gli orologi di famiglia raccoglieva
Come compenso al lèttone ubriaco. (2)

Janusz Korczak guidava la marcia
A testa nuda, gli occhi senza paura,
A una sua tasca si aggrappava un bambino,
In braccio portava lui due piccolini.

Giunse un tale di corsa, con un foglio in mano,
Parlava e gridava nervoso:
-- Venga via! -- Ho una lettera da Brandt! (3)
Korczak scuoteva la testa, silenzioso.

Cosa doveva stare ancora a spiegare
A chi arrivava con la grazia tedesca,
come far capire a teste senz’anima
cosa significa lasciar solo un bambino.

Tutti quegli anni… una vita ostinata,
Per dare in mano a un bimbo un piccolo sole.
Potrebbe forse lasciarli ora, soli, spaventati?
Andrà con loro… avanti… senza timore.

Al re Matteuccio anche pensava
Cui la sorte risparmiò quel destino,
Re Matteuccio nell’isola selvaggia
Avrebbe scelto lo stesso cammino. (4)

E i bambini andavano ai vagoni
come partissero in gita a Lag Ba’Omer, (5)
Quel piccolino dal viso spavaldo
Si sentiva come un piccolo Shomer. (6)

E io pensai in quel momento banale
Per l’Europa privo d’ogni valore
Che lui per noi, in quel momento,
Scriveva della storia la pagina migliore.

Che in quella guerra ebraica, vergognosa,
nell’onta illimitata, nel fragore insensato,
nella lotta ad ogni costo per la vita,
nell’abisso del tradimento, del degrado,

Sul fronte, dove la morte non da’ onore
In quella danza notturna, infernale,
C’era un solo soldato valoroso:
Janusz Korczak, dei bambini il protettore.

Vicini al di là del muro, che dal reticolato
Ci osservate ogni giorno morire per niente,
ascoltate: Janusz Korczak quel giorno ha mostrato
la Westerplatte della nostra gente. (7)

דף מיומן האקציה

הַיּוֹם רָאִיתִי אֶת יָאנוּשׁ קוֹרְצָ'ק
כְּשֶׁיָּצָא עִם הַיְּלָדִים לַצַּעֲדָה הָאַחֲרוֹנָה
הַיְּלָדִים לָבְשׁוּ בְּגָדִים שֶׁל חַג
כְּמוֹ לְטִיּוּל שֶׁל שַׁבָּת בַּגִּנָּה

בִּגְדֵי חַג נְקִיִּים וְיָפִים
שֶׁהַיּוֹם כְּבָר מֻתָּר לְהַכְתִּים
חֲמִישִׁיּוֹת צָעֲדוּ הַיְּתוֹמִים
מִצְעַד יְלָדִים נִרְדָּפִים

וּבְשֶׁקֶט, בְּרֹגַע, מִצְעַד יְלָדִים
אֵין יָד שֶׁתִּמְשֹׁךְ אוֹתָם מֵהַשּׁוּרָה
אַף אֶחָד לֹא יִתֵּן בַּעֲבוּר יְתוֹמִים
שֹׁחַד לַמִּשְׁטָרָה

לֹא הִתְעָרְבוּ עַל גּוֹרָלָם בְּכִכַּר הַשִּׁלּוּחִים
אַף אֶחָד לֹא לָחַשׁ עַל אֹזֶן הַמְּפַקֵּד
אַף אֶחָד לֹא אָסַף שְׁעוֹנִים
כְּדֵי לְהַצִּיל יָתוֹם אֶחָד מִן הַמּוֹקֵד

וְהָעִיר פְּצוּעָה, אֲחוּזַת חֲרָדוֹת
אֲדָמָה עֵירֻמָּה וּקְרוּעַת דְּאָגוֹת
חַלּוֹנוֹת רֵיקִים בּוֹהִים בָּרְחוֹבוֹת
כַּאֲרֻבּוֹת עֵינַיִם מֵתוֹת

וְלִפְעָמִים זְעָקָה כְּמוֹ צִפּוֹר מְבֹהֶלֶת
וְהָאֲדוֹנִים נוֹסְעִים אֲדִישִׁים
וְלִפְעָמִים דְּהָרָה וּמַכַּת שׁוֹט כּוֹאֶבֶת
וְשִׂיחוֹת חֲפוּזוֹת וּשְׁתִיקוֹת חֲרֵדוֹת

קוֹרְצָ'ק צָעַד רִאשׁוֹן – בְּלִי כּוֹבַע
יֶלֶד אֶחָד אָחַז בְּכִיסָיו
וְהוּא – בְּשֶׁלּוֹ בְּעֵינָיו אֵין פַּחַד
שְׁנֵי יְלָדִים נָשָׂא בְּיָדָיו

מִישֶׁהוּ רָץ עִם נְיָר מְקֻמָּט
צָעַק בְּעַצְבָּנוּת, צָרַח וְהִסְבִּיר:
"אַתָּה יָכוֹל לַחֲזֹר! יֵשׁ אִשּׁוּר מִבְּרַנְדְט!"
קוֹרְצָ'ק סֵרֵב וּמַבָּט לֹא הֶחְזִיר

לֹא טָרַח לְהַסְבִּיר לְאַנְשֵׁי הַיָּזְמָה
שֶׁנִּסּוּ לְנַצֵּל קְצָת טוֹבוֹת וּקְשָׁרִים
אֵיךְ יָבִינוּ חַסְרֵי נְשָׁמָה
שֶׁאָסוּר לַעֲזֹב יְלָדִים?

כְּשֶׁרָאִיתִי אוֹתָם חָשַׁבְתִּי
לְאֵירוֹפָּה בִּכְלָל לֹא מְשַׁנֶּה
שֶׁקוֹרְצָ'ק כּוֹתֵב בַּהִסְטוֹרְיָה שֶׁלָּנוּ
פֶּרֶק כָּל כָּךְ יָפֶה

כִּי בְּאוֹתָהּ מִלְחָמָה נוֹרָאָה לְחַיִּים
בְּתוֹךְ הַשְׁפָּלָה לְלֹא סוֹף
מִסָּבִיב רַק שֹׁחַד יֵאוּשׁ וּבְגִידָה
וְלֹא מַבְחִינִים בֵּין הָרַע וְהַטּוֹב

הוּא צָעַד בַּחֲזִית בּוֹדֵד וְגֵאֶה
לְמָוֶת נְטוּל תְּהִלָּה
קוֹרְצָ'ק מֵת כְּדֵי שֶׁגַּם לָנוּ
יִהְיֶה סִפּוּר שֶׁל גְּבוּרָה
(1) Umschlagplatz il nome ”tecnico" che le SS davano a uno spiazzo - originariamente destinato allo smistamento di derrate alimentari - dove venivano radunati gli ebrei del ghetto, per essere caricati sui convogli che li avrebbero portati nei campi di concentramento.

(2) Mieczysław Szmerling era un capo della polizia ebraica, famoso per la sua brutalità verso i confratelli deportati. Un collaborazionista, insomma, un kapò. Erano gli uomini di Szmerling, insieme a volontari ucraini, estoni e lettoni (i cosiddetti Trawnikimänner o Trawniki, dal nome di un paese dove, oltre al solito campo di concentramente, venivano addestrate le truppe ausiliarie naziste) a fare buona parte del lavoro sporco...

(3) Karl Brandt era un generale delle SS, un medico, responsabile del programma nazista sull'eugenetica. Vicinissimo ad Hitler, fu l'architetto dell'Aktion T4, il programma per eliminare i disabili. Condannato a morte a Norimberga, fu impiccato il 2 giugno 1948.

(4) "Re Matteuccio I. Il re bambino", un romanzo per bambini scritto da Janusz Korczak nel 1923.

(5) Festività religiosa ebraica

(6) Shomer credo che in ebraico letteralmente significhi "guardiano", in particolare di chi ha in custodia persone o cose altrui.

(7) Westerplatte è una penisola alla foce della Vistola, dove sorgeva una fortezza che nel 1939 fu un baluardo dell'inutile resistenza polacca all'invasione nazista.


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