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Nonno (tra Caporetto e Tripoli)

Massimo Liberatori
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Originale2018
NONNO (TRA CAPORETTO E TRIPOLI)NONNO (TRA CAPORETTO E TRIPOLI)
  
C’erano una volta sai qui le quattro stagioniNo a tutte le guerre, è il primo grido di battaglia
Divise solo in tempi piu’ cattivi e tempi buoniMa tu asino cammina e tira su questa mitraglia
Tempi di lavoro e tempi di buona raccoltail Piave mormorava là placido al passaggio
Tempi dove il tempo mai non torna un'altra voltadei primi fanti il 24 maggio
  
E nonno a me mi raccontava tutte le sue guerreNonno a me mi raccontava tutte le sue guerre
Lui povero falegname senza casa e senza terre luilui povero falegname senza casa e senza terre
Che il semplice pensiero di avere un giorno un tettolui che il pensiero di avere un giorno un tetto
Lo fece solamente al ritorno da Caporettolo fece solamente al ritorno da Caporetto
  
Dove i solchi dell’aratro divennero trinceeDove i solchi dell'aratro divennero trincee
Con il ghiaccio dentro al cuore ed i piedi nella nevecon il ghiaccio dentro al cuore ed i piedi nella neve
Dove i canti di stagione e l’amore di mariacon i canti di stagione e l'amore di Maria
Cadevano sotto i colpi secchi dell’artiglieriacadevano sotto i colpi secchi dell'artiglieria
  
Così l’ ebbe anche mio nonno falegname e poverettoCosì l'ebbe anche mio nonno falegname poveretto
I piedi nella neve ed in spalla il suo moschettoi piedi nella neve ed in spalla il suo moschetto
Per difendere una linea una linea di confineper difendere una linea una linea di confine
Tra gli uomini e non certo certo per le stelle alpineper gli uomini e non certo per le stelle alpine
  
Che son l‘unico ricordo che io ho della sua guerraMuti passarono di lì quella notte i fanti:
Le riportò al suo amore alla sua gente alla sua terratacere bisognava tutti quanti andare avanti.
E li nel tempo del raccolto nonna fece quattro figlil'esercito marciava per raggiunger la frontiera
Gli diede un bacio e volo” Via a coltivare gigliper far contro il nemico di corpi una barriera
  
C’erano una volta sai qui le quattro stagioniS'udì tutto d'un tratto dalle violate sponde,
Divise solo in tempi più cattivi e tempi buoniun sommesso e triste canto il mormorìo dell'onde.
Tempi di lavoro e tempi di buona raccoltai profughi eran giunti qui ovunque dai quei monti
Tempi dove il tempo mai non torna un'altra voltavenivano a gremire del Piave tutti i ponti
  
Io nonno lo ricordo sai davvero come un saggioE le parole cambiano nel senso e nell'estetica
Di semplici certezze il lavoro ed il coraggiocon dentro un pezzo d'anima, la truffa di una predica
Ma non è tanto facile da prendere ad esempioed i cavalli intanto di frisia sul confine
Per noi figli di mercanti e di ladroni dentro al tempiocambiavano la scena divorando stelle alpine...
  
Le sue stagioni furono la povertà e la guerraChe son l'unico ricordo di nonno che va in guerra
Un grappolo di figli e una moglie sotto terrale riportò al suo amore, alla sua gente alla sua terra
Bastavano ad abbattere la forza di un vitellonel suo cuore una trincea da Tripoli all'impero
Ma i semi germogliavano e nonno era tanto bello"Aiuto Gesù mio, io pure sono uno straniero"
  
Chiudeva dolcemente nonno il ciclo delle stagioniChiudeva dolcemente nonno il ciclo delle stagioni
Ed ecco finalmente arrivare i tempi buonicon dentro la speranza di vedere i tempi buoni
  
Mio nonno lo ricordo suonatore di bombardinoMio nonno lo ricordo suonatore di Bombardino
Dedicare questa musica al sole del mattinodedicare questa musica al sole del mattino


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