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In libertà ti lascio

anonimo
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Il testo in italiano corrente a cura di Riccardo Venturi
IN LIBERTÀ TI LASCIOIN LIBERTA' TI LASCIO
  
Sarràa in sta ratera in compagnia di púresRinchiuso in questa topaia in compagnia delle pulci
in compagnia di scímes che làssen no dormíin compagnia delle cimici che non fanno dormire
che làssen no dormíche non fanno dormire
  
Mì pensi a la mia donna che specia in de la VedraIo penso alla mia donna che aspetta alla Vetra [1]
la sogni quand l’è sera me tiri giò a dormíla sogno quando è sera [e] mi butto giù a dormire
me tiri giò a dormími butto giù a dormire
  
E dentro il tribunale il presidente diceE dentro il tribunale il presidente dice
o giovin non mentire mentir la veritào giovin non mentire mentir la verità
mentir la veritàmentir la verità
  
La verità l’ho detta: io no non ne so nienteLa verità l'ho detta: io no non ne so niente
vi prego presidente lasciarmi in libertàvi prego presidente lasciarmi in libertà
lasciarmi in libertàlasciarmi in libertà
  
In libertà ti lascio le mani incatenateIn libertà ti lascio le mani incatenate
le porte ben serrate menèll a San Vittórle porte ben serrate portatelo a San Vittore
menèll a San Vittórportatelo a San Vittore
  
E se lo sa la Rina che sono condannatoE se lo sa la Rina che sono condannato
darebbe la sua vita per darmi libertàdarebbe la sua vita per darmi libertà
per darmi libertàper darmi libertà
  
Son condannato a vita rinchiuso a San VittoreSon condannato a vita rinchiuso a San Vittore
io conterò le ore e i giorni passeranio conterò le ore e i giorni passeran
e i giorni passeran.e i giorni passeran.
[1] Vetra: piazza storica di Milano (Piazza Vetra, o Piazza Vetra de' Cittadini), nel quartiere del Ticinese e a breve distanza, fra l'altro, da San Vittore. E' la zona della basilica di San Lorenzo e delle Colonne. Piazza Vetra era nota per essere una delle piazze della “ligera”, la piccola malavita milanese. Fino al XIX secolo, in Piazza Vetra si svolgevano anche le condanne a morte dei popolani cittadini. A pochissima distanza da Piazza Vetra, in via Giangiacomo Mora, sorge anche la famosa Colonna Infame; a tutto questo si aggiunga anche la vicinanza al Bottonuto, il quartiere medievale milanese (praticamente attaccato a piazza del Duomo) che fu demolito alla fine del XIX secolo. Siamo, insomma, in un luogo altamente evocativo per la città di Milano e la sua storia popolare. Piazza Vetra era nota anche per la presenza di prostitute (si veda, naturalmente, La povera Rosetta): se la donna del protagonista della ballata “specia in de la Vedra”, la cosa può far capire delle allusioni a tutto un certo mondo. Il nome di piazza Vetra può essere derivato da Platea Vetera (“piazza vecchia”, ma la piazza è nominata per la prima volta in un documento del 1579), ma più probabilmente dai “vetraschi”, ovvero i conciatori di pelle, così chiamati perché raschiavano le pelli con dei vetri, oppure da un antico corso d'acqua della zona, detto "Vepra".


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