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Dottrina in musica

Carlo Musi
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OriginalLa versione di Joe Fallisi (che erroneamente attribuisce il brano ad anonimo)
DOTTRINA IN MUSICA


Un cardinal recatosi a Lugo di Romagna
per visitare in regola le chiese di campagna
aveva dato un ordine ai parroci e pievani
che presentar dovessero i bimbi parrocchiani.
Figurarsi che imbarazzi, traleralera, traleralera,
istruir tanti ragazzi, traleralera, traleralà!

Cinquanta maschi e femmine aspettano il segnale
col viso rosso e timidi davanti al cardinale:
“Il pater noster ditemi, ma forte, bene e schietto”,
e un fanciulletto subito gli canta con rispetto:
“Pater noster qui es in celi”, traleralera, traleralera,
“pater noster qui es in celi”, traleralera, traleralà!

Il cardinale attonito per simile risposta
voleva ben convincersi se fosse fatto apposta.
Una bambina interroga, cercò la più piccina,
che subito risposegli con flebile vocina:
“Kirie eleison, Christe eleison”, traleralera, traleralera,
“Kirie eleison, Christe eleison”, traleralera, traleralà!

“Qual metodo sacrilego”, proruppe il cardinale,
“quest’è un insulto orribile di cui non v’ha l’eguale!
In nome della logica ho il debito, il dovere
di togliervi la carica, di togliervi il potere.
Non vi venga più concessa” traleralera, traleralera,
“la licenza per la messa”, traleralera, traleralà!

Il pevoro pretucolo la prese in santa pace
dicendo all’arcivescono in tono assai mordace:
“Del resto, eminentissimo, non me ne importa un fico:
saprò trovar da vivere senz’essere mendico.
Poi con tutta la riserva, traleralera, traleralera,
mi marito con la serva”, traleralera, traleralà!

IL CARDINALE

Un cardinal recatosi a Lugo di Romagna
Per visitare in regola le scuole di campagna
Aveva dato un ordine ai parroci e ai pievani
Che istruir dovessero i bambini parrocchiani.

Figurarsi l’imbarazzi, trallallallera trallallallera,
D’istruir tanti ragazzi, trallallallera trallallallà.

In una delle scuole attende il cardinale
Una sorpresa orribile di cui non v’è l’uguale.
Una bambina interroga ed è la più piccina,
Essa risponde subito con flebile vocina:

«Cristellenza, cristellenza, trallallallera trallallallera,
Cristellenza, cristellenza, trallallallera trallallallà.»

Il cardinale attonito per simile risposta
Non si potea convincere che fosse fatto apposta.
Ma un giovinetto allegro con aria disinvolta
A lui si accosta e grida con forza un’altra volta:

«Cristellenza, cristellenza, trallallallera trallallallera,
Cristellenza, cristellenza, trallallallera trallallallà.»

Il cardinal sentendosi offeso in tanto ardire
Decide che il prelato è d’uopo ben punire.
Con aria grave dice: «Io stimo mio dovere
Di togliervi la curia, di togliervi il potere.

E più non sia concessa, trallallallera trallallallera,
Recitar la santa messa, trallallallera trallallallà.»

Il povero pretino la piglia in santa pace
E guarda il cardinale con aria assai mendace.
Poi dice dolcemente: «Non me ne importa un fico.
Troverò ben da vivere senza fare il mendico.

E in caso di riserva, trallallallera trallallallera,
Mi marito con la serva, trallallallera trallallallà.

E in caso di riserva, trallallallera trallallallera,
Mi marito con la serva, trallallallera trallallallà.


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