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Konstanty Ildefons Gałczyński: Śmierć poety

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
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OriginalTraduzione italiana di Krzystof Wrona
KONSTANTY ILDEFONS GAŁCZYŃSKI: ŚMIERĆ POETY

Nie pomogły zastrzyki,
recenzje i pomniki
ni kwaśne mleko:
Przyszedł szarlatan - szuja,
opukał go, pobujał:
- Dementia praecox.

Toż radość była w domu,
nareszcie koniec sromu,
skończony kłopot!
Dozorca śmiał się setnie:
- Zaraz mu nitkę przetnie
panna Atropos.

Żona klaskała w dłonie:
- Ach, przecie nadszedł koniec
pijackich orgii.
Bólów miałam niemało,
nareszcie twoje ciało
wezmą do morgi.

Wszyscy stanęli kołem
z czołem bardzo wesołem:
Prasa, kuzyni;
i szacowne to grono
orzekło unisono:
- Dobrze tak świni!

Po co dziewki uwodził,
nocą domy nachodził,
sen rwąc dzieciątek;
i po co "Pod Zegarem"
lał w brzucho wino stare
świątek i piątek?

Zna go dobrze Warszawa:
Pożyczał - nie oddawał,
nasienie drańskie;
a poetyczne dale
to były te skandale
w "Małej Ziemiańskiej".

Dobrze ci, stary draniu,
za grzechy nad otchłanią
inferna zwisasz.
Najprzód gwiazdy i róże,
potem stołek w cenzurze -
sprzedajny pisarz!

Tak to nadobne grono
radziło unisono
w śmiertelnej sali.
A że lico miał bladsze
orzekli: - Pewnie nadszedł
koniec kanalii.

Zapachniały zefiry,
brzękły potrójne liry,
pierzchnęła tłuszcza.
Serce alkoholowe
unieśli aniołowie
na złotych bluszczach.
LA MORTE DEL POETA

Non sono servite a niente le iniezioni,
le recensioni e i monumenti,
manco il latte acido; [1]
è arrivato il ciarlatano-cane,
gli ha datto qualche colpetto qua e là [2], l’ha dondolato:
– Dementia praecox. [3]

E fu una grande gioia a casa,
finalmente è finito il vituperio,
via la scocciatura!
Il portiere si sganasciava dalle risate:
– Fra poco gliene taglia il filo
signorina Atropo. [4]

La moglie batteva le mani:
– Ah, è la fine sperata
degli avvinazzati bagordi.
Tanti aveva i dolori poveretta;
finalmente il tuo corpo
se lo prenderanno i becchini.

Tutti si sono messi in un cerchio
molto allegri e divertiti.
La stampa, i cugini;
E quel venerabile circolo
si è pronunciato all'unisono:
– Si è meritato una fine così, ‘sto porco!

Perché seduceva le baldracche,
veniva a disturbare nelle case di notte
strappando al sonno i bimbi;
perché al “Al Vecchio Orologio” [5]
si riempiva la panza di vino d’annata
tutti i santi giorni?

Lo conoscono bene a Varsavia:
prestava – mica ridava,
il seme del Diavolo;
E ‘ste “immense illuminazioni poetiche”
erano quegli scandali
al “Piccolo Poderaccio”. [6]

Te la sei cercata, vecchio bastardo,
per i tuoi peccati, sull’orlo
dell’inferno pendi,
prima le stelle e le rose,
dopo un impiego di censore –
un letterato venduto!

E così ‘sta compagnia bella
si univa nobilmente, compiaciuta
nella camera ardente della stanza.
E visto che le sue guance sono diventate un po’ più pallide
Hanno decretato: – Sarà, come uno più uno fa due
la fine della canaglia.

È venuto il profumo degli zeffiri,
lo strimpello delle triple lire,
la calca si è disciolta.
Il cuore alcolizzato
con le edere dorate
gli angeli su hanno portato.

È venuto il profumo degli zeffiri,
lo strimpello delle triple lire,
la calca si è disciolta.
Il cuore alcolizzato
con le edere dorate
gli angeli su hanno portato.
[1] Il latte che si è inacidito in maniera naturale. Nel passato era ritenuto un toccasana per smaltire la sbornia e parecchi lo applicano ancora oggi in tal modo. Preso fresco ha sicuramente un effetto dissetante.

[2] Kazik al posto del verbo “opukać” (dare qualche colpetto), canta “obejrzeć” (dare una guardata).

[3] Demenza precoce – un tipo di diagnosi ormai fuori uso nella medicina odierna

[4] Atropo – Nella mitologia greca, Àtropo (in greco: Ἄτροπος, cioè in nessun modo, l'immutabile, l'inevitabile) era una delle tre Moire (o Parche, nella mitologia romana), figlia, secondo una versione, della Notte o, secondo un'altra, di Zeus e di Temi (o Mnemosine). Àtropo, la più anziana (Esiodo, Scudo, 259: ... non era una grande dea, ma certamente alle altre superiore e più anziana...) delle tre sorelle, colei che non si può evitare, l'inflessibile; rappresenta il destino finale della morte d'ogni individuo poiché a lei era assegnato il compito di recidere, con lucide cesoie, il filo che ne rappresentava la vita, decretandone il momento della morte

[5] Letteralmente “Sotto l’orologio”, il nome di un locale nella Varsavia degli anni venti del secolo scorso.

[6] Letteralmente – “Dei propietari terrieri” o “Piccola dei propietari terrieri”, un noto caffè varsaviano in attività nel periodo tra le due guerre mondiali


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