| Versione italiana di Betto Balon e Salvo Lo Galbo dal sito Le... |
SUPPLICA PER ESSERE SEPOLTO SULLA SPIAGGIA DI GALENZANA | SUPPLICA PER ESSER SEPOLTO NELLA SPIAGGIA DI SÈTE |
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La Carogna, che non m'ha perdonato mai | Io e la Morte no, non siamo buoni amici, |
Che fiori nei buchi del naso le piantai | dacchè le seminai fiori nelle narici: |
Mi vien dietro che sembra unta. | mi sta inseguendo a capofitto! |
Allora, dai funerali perseguitato | Siccome può trovarmi in qualsiasi momento, |
Il testamento un po' mi sono aggiornato: | io lo compilo adesso questo mio testamento, |
Mi son concesso un'aggiunta. | e mi concedo un poscritto. |
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Intingila nel blé fra Campo e il Formicaio, | Nel calamaio blu del golfo di Lione, |
Intìngici la penna, o mio vecchio notaio, | tuffa la penna tu, notaio birbaccione |
E, con la tua migliore scrittura: | e scrivi bene, nel tuo studio |
Questo è quel che s'ha a fare delle mie ossa | che ne sarà di me, quando entreranno in crisi |
Quando, oramai sul ciglio di una fossa | l'anima e il corpo che volendosi divisi, |
Loro e l'anima andranno alla rottura. | divorzieranno con ripudio. |
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Quando la mia anima volerà all'orizzonte | Quando l'anima andrà a posarsi volentieri |
tra Capo Poro e Chiessi, passando per Pomonte, | con le donzelle, coi dolci barricadieri, |
come un falco sul Volterraio | con le commesse e i galeotti, |
Ficcate la mia cassa tutta ammodino | chiedo che gli ossi miei, già sgangherati e grigi, |
su un vagonaccio del treno per Piombino, | nel mio vagone letto, passante per Parigi, |
Capolinea a Portoferraio. | a Sète vengano condotti. |
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Il cimitero a Campo, cazzo, 'un c'entra più uno spillo, | Anche perchè il mio sepolcro familiare, |
Ci ha pure i suoi annetti ed è pieno zipillo, | affollato com'è, potrebbe anche scoppiare! |
e aspettando che buttin fuori qualcuno | Non posso avere la pazienza |
si rischia di far tardi, ed è un po' da cialtroni | di attender che da lì qualche decano esca, |
Dire a una salma, "Dé, lèvati da' 'oglioni, | e il fatto che la mia carcassa sia più fresca |
largo a' giovani!", qui 'un s'è nessuno. | mica le da la precedenza. |
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Proprio in riva al mare, a du' passi dall'onde blu | In riva al mare voi scavatemi la fossa, |
Scavate, se potete, una buchetta in giù | così che i flutti blu mi bagneran le ossa; |
Una fossetta molto spartana | un soffice e accogliente nido! |
Vicino ai miei amici d'infanzia, i delfini | Farete in modo che qualche allegro delfino, |
Su quella sabbia piena d'aghi di pini | fedele compagnia di quand'ero bambino, |
Sulla spiaggia di Galenzana. | mi riconosca dal mio lido. |
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È una spiaggia dove, anche quand'è infuriato | Conosco un posto in cui, se c'è una baraonda, |
Nettuno non esce mai fuori dal seminato, | Nettuno non avrà mai l'aria furibonda. |
Dove, quando una barca va a fondo | E a chi ha un naufragio imprevisto |
Il capitano grida: "E qui comando io! | il Capitano fa: "Comando io la truppa! |
Pensate alla pellaccia, al vino ci penso io, | Minuite di champagne e vino la scialuppa, |
ognuno una damigiana, porco mondo." | e chi s'è visto, si è visto!" |
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Ed è lì che una volta, a quindici anni fatti, | Fu a quindici anni che io mi recai laggiù |
Quando non basta più correre dietro ai gatti | (da solo, a quell'età, non ti diverti più). |
Ho conosciuto il mio primo amore, | Conobbi lì il primo amorazzo: |
E una sirena che passava un po' di là | una Sirena lei, tutt'altro che maldestra |
m'ha preso e m'ha insegnato come si fa, | e fu d'amor la mia primissima maestra, |
m'ha insegnato il rimpianto e il dolore. | tra i singulti e l'imbarazzo. |
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Rendo i dovuti onori a Paolo Valéry | Mi volgo a Valéry, con tanto di cappello: |
Ma io, lo scribacchino, farò più di così, | non farò come lui, io, insulso menestrello; |
je ne suis pas un grand poète... | Maestro non la prenda a male, |
Paolino, dé, la gloria ce l'hai tutta te | ma se il suo verso è del mio più altisonante, |
ma io ci ho un cimitero più marino di te | il mio giaciglio sia del suo più stimolante, |
E vado in culo pure a Sète. | per chi vi ha il suolo natale. |
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Questa tomba, incastrata tra il cielo e il mare | Io voglio che la mia tomba tra cielo e mare, |
della tristezza non vuole sentir parlare | sia sempre in grado di stupire e innamorare |
Di gioia e bellezza la voglio piena: | e non che sembri la mia gabbia. |
Le bagnanti in topless vi si stenderanno | Ma serva, casomai, alle donne in bikini, |
tutte abbronzate, e i bambini diranno: | per denudarsi e faccia dire ai bambini: |
"Che bello! Un castello di rena!" | "Che bello è quel castel di sabbia!" |
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Chiedo troppo? Sul quel mio pezzettino | Sul mio avello, o sennò, almeno lì vicino |
Piantateci, vi prego, una specie di pino, | è mia volontà che ci piantate un pino, |
Pino ombrellaio, se non vi scoccia... | come un ombrello naturale. |
Così potrà far ombra, ché qui picchia forte, | Così difenderà da ogni insolazione |
Agli amici che verranno dopo la mia morte | l'amico che mi fa sincera concessione |
A salutarmi e a far bisboccia. | di un omaggio floreale. |
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Ed ora dalla Corsica, ora dal Continente | E dalla Spagna a me, e anche dall'Italia, |
arrivan lo scirocco, il libeccio e il ponente | piene d'odori e di una musica che ammalia, |
pieni di odori e di suoni | venti maestrali e tramontane |
E verseranno gli echi sul mio sonno eterno | porteran sulla mia ultima pennichella |
di musiche e ballate, d'estate e d'inverno, | la lieta melodia che fa la tarantella |
di note, musica e canzoni. | che fa il fandango e la sardana. |
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E se, scambiando la mia tomba per un cuscino | E se qualcuna poi l'userà come un letto, |
verrà una francesina a fare un pisolino | e si addormenterà sopra il mio cataletto, |
Con addosso meno che nulla | senza costume nè parei, |
Chiedo perdono già da ora a Manitù | perdonami Gesù, e te lo chiedo già, |
Se un'ombra strana un po' si rizzerà all'insù, | se l'ombra della mia croce si stenderà, |
è il Venturi che si trastulla. | concupisciente, su di lei. |
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Poveri re, faraoni! Povero Napoleone! | Povere voi, Maestà, e tu Napoleòn, |
Povere illustri salme dentro al Pantheon! | e le celebrità sepolte al Panteòn, |
Povere ceneri di grande importanza! | povera illustre rinomanza! |
L'eterno villeggiante invidierete un po' | Che invidia avrete voi di questo villeggiante |
che coi suoi sogni naviga su un pedalò, | che col suo pedalò, sulla marea montante, |
Che passa la sua morte in vacanza, | passa la morte in vacanza. |
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L'eterno villeggiante invidierete un po' | Che invidia avrete voi di questo villeggiante |
che coi suoi sogni naviga su un pedalò, | che col suo pedalò, sulla marea montante, |
che passa la sua morte in vacanza. | passa la morte in vacanza. |